Capitolo 15-Il piano...

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Oliver prese l'elenco telefonico per cercare il numero di questo professore. Victoria e July si misero a cercare su Internet per trovare "Il Centro Delle Persone Speciali".
Purtroppo Oliver non trovò nessun numero di telefono con quel nome. Victoria e July non trovarono nessun centro chiamato così.
-Mmh,evidentemente il centro si chiama in qualche altro modo-disse Oliver.
-Si,ma il numero di telefono?-disse July.
-Beh,può darsi che non abbiano telefoni di casa.-disse Victoria.
-Ma quindi che si fa?-disse July.
-Dobbiamo solo aspettare...-disse Oliver.
-Ma come aspettare? E se le fanno qualcosa?-disse Victoria.
-Andranno a prendere la zia che andrà a trovarla e noi la seguiremo!-disse Oliver.
-Perfetto. Facci sapere quando.-disse July.
Oliver annuì.
<Ma quanto tempo passerà?> Pensava lui nella sua testa...
L'unica cosa da fare era andare dalla zia e dirle di questo piano. Quando arrivò a casa e suonò il campanello,nessuno risposte. Strano...molto strano.
Provò a chiamarla ma niente,il telefono è spento.
Oliver andò a casa distrutto...Cosa è successo alla zia? Cosa facevano ad Emma?
Quando arrivò a casa mangiò un pezzo di pane,era triste non riusciva ad ingoiare niente. Andò a letto cercando di addormentarsi. Inutile dire che non ci riuscì.

Nel frattempo al centro delle persone speciali...

-Aiutoo!-disse la zia.
-Si calmi!-disse un uomo.
-Scusi se glielo chiedo...ma come faccio a calmarmi, se due uomini incappucciati mi rapiscono nel cuore della notte?-disse la zia agitando braccia e gambe.
-Siamo noi signora,i collaboratori del professor Edward Smith.-disse l'uomo calmo.
-Ah...e quindi devo stare tranquilla?-disse la zia.
-Beh si,adesso che sa chi siamo. Non le faremo nulla, la stiamo portando da sua nipote-disse l'uomo.
La zia scoppiò a piangere. Restando in silenzio.
Aveva le mani legate e gli occhi bendati.
Arrivò al Centro e la fecero scendere accompagnandola dentro,solo quando arrivò nella sala degli ospiti si poté togliere la benda.
La zia faceva fatica ad aprire gli occhi.
Una volta aperti si ritrovò davanti il professore.
-Cosa avete fatto a mia nipote?-disse la zia.
-Ancora niente sua nipote sta bene. Adesso la faremo venire qui e vi potrete salutare solo per 30 minuti.
La zia pianse.
-Portatela-disse il professore.
Emma entrò e vide la zia in lacrime,beh non le faceva pena. Corse verso Emma e l'abbracciò. Lei restò ferma,senza fiatare. La zia accorgendosi di questo si staccò da lei guardandola negli occhi.
Emma provava disprezzo,odio.
La zia così cominciò a parlare.
-Emma vediamoci-disse la zia.
Emma si sedette senza dire niente.
-Io l'ho fatto per te,perché credevo fossi pazza. Ma giuro che non volevo farti male!-disse la zia.
-Ormai è successo. Mi hai rovinato la vita! Non uscirò mai di qui dentro. Ti odio!- disse Emma alzandosi e urlando.
Poi andò verso la guardia e gli disse che voleva tornare nella sua stanza. La guardia annuì. La prese per un braccio e cominciarono a camminare. Sentiva la zia urlare il suo nome,ma non gliene fregava proprio un cazzo. Solo quando fu arrivata nella sua stanza Emma si permise di piangere.
-Non si preoccupi,faremo passare ad Emma anche quest'odio per lei. Comunque questa è una struttura adeguata a questi casi, stia pure tranquilla. Adesso deve scusarmi, ma per lei è proprio ora di andare.-disse il professore.
-Non posso vedere dove sta mia nipote?-disse la zia.
-No è una struttura privata,ci dispiace.-disse il professore.
La zia stava per parlare quando due uomini la presero da dietro riportandola in macchina.

. . .

La mattina Oliver non andò all'Accademia e si presentò a casa della zia di mattina presto.
Suonò il campanello. Stavolta la zia aprì la porta.
-Buongiorno Oliver vieni entra-disse la zia.
-Buongiorno-disse Oliver entrando.
-Devo raccontarti un po' di cose...Ti faccio un caffè?-disse la zia.
-Si,grazie-disse Oliver.
La zia lo fece accomodare e glielo portò.
-Adesso puoi raccontare...-disse Oliver.
La zia cominciò a raccontargli tutto dettaglio per dettaglio. Oliver voleva piangere,ma non sarebbe stato adeguato,secondo i suoi criteri.
-Ok ho deciso. Se loro ti rapiscono io mi trasferisco da te. Dobbiamo prenderla.-disse Oliver
-Si hai ragione,è quello che faremo.-disse la zia.

Scusate tanto se non ho pubblicato,sono stata molto impegnata spero vi piaccia.😘

Un Ricordo Sbiadito.On viuen les histories. Descobreix ara