Capitolo 14-Alla ricerca!

65 6 2
                                    

Appena entrata Emma vide un pantalone,giacca e maglietta bianchi. Doveva indossarli. C'era scritto: <persona speciale numero 913>.
Le avevano tolto tutto quello che portava:orecchini,bracciali,il trucco,il cellulare e cosa più importante,la chiave che porta sempre al collo.
Emma si buttò nel letto non aveva nemmeno la forza di piangere. Davvero sua zia voleva fargli tutto questo? Era sommersa di pensieri. Chissà se sarebbe mai uscita da lì. Ed Oliver cosa avrebbe fatto? Si sarebbe trovato un altra ragazza?
Nel frattempo era già ora di cena,arrivarono da Emma e gli passarono il cibo da quel buco. Urlavano <la cena,la cena> sbattendo nelle sbarre un cucchiaio. Non rivolgevano la parola a nessuno.
Gli portarono carne e purè,con un pezzo di pane. Era mangiabile...certo non come i deliziosi pranzetti della zia. Era troppo poco,ma per la fame che aveva Emma era abbastanza.

Nel frattempo alla villa.

Oliver non sentiva Emma dalla mattina quindi provò a chiamarla.
Non rispondeva ed il cellulare e c'era sempre la <segreteria telefonica>. Oliver allora decise di chiamare la zia.
Alla zia il telefono suonava.
-Pronto? Sono Oliver-
-Ciao Oliver-disse la zia con voce stanca.
-Mi può passare Emma?-disse Oliver.
La zia non sapeva cosa rispondere.
-Forse è meglio che vieni qui che parliamo.-disse la zia.
Oliver diventò bianco in faccia.
-Ok arrivo.-
Si incamminò con il cuore a mille verso casa di Emma. Aveva la sensazione che fosse successo qualcosa di brutto.
Arrivò,suonò ed aspettò che la zia gli aprisse.
Appena la zia aprì la porta ed Oliver se la vide davanti,parlò senza salutarla.
-Cosa è successo ad Emma?-disse Oliver.
La zia raccontò tutto ad Oliver e di cosa era successo anche i minimi dettagli. Non lo fece entrare per paura che potesse fargli del male.
Lui incazzato come una bestia,strinse i pugni dalla rabbia.
-Ma le sembra che Emma sia pazza?-disse Oliver.
-No,io volevo solo aiutarla-disse la zia con un tono di rimorso.
Oliver la guardò male si girò e si incamminò verso la macchina.
-Oliver dove vai?!- disse la zia urlando mentre Oliver camminava senza sosta,ormai lontano.
-Vado a riprendermi la mia Emma.-disse Oliver deciso.
La zia cominciò a correre urlando.
-E dove? Non hai indirizzo,non hai nulla!-disse la zia.
Oliver si fermò e si girò.
-Una cosa la so. Professor Edward Smith.-disse Oliver deciso.
Arrivò in macchina e gli uscirono giusto 2 lacrime. Aveva tanta rabbia,ma i maschi hanno una regola: non piangono mai.
Chiamò July e Victoria per vedersi tutti insieme. Loro dovevano sapere. Oliver gli disse che si sarebbero visti tutti sotto casa di July,magari nel giardino.
Così si incamminarono tutti verso casa di July.
Una volta arrivati lì,si salutarono ed entrarono. Si misero giù per non far sentire niente ai genitori di July.
Oliver cominciò a raccontare ed una volta finito le ragazze piansero.
-Oddio cosa le avranno fatto?!-disse July.
-Spero che la trattino bene-disse Victoria.
-Ragazze dobbiamo escogitare un piano per trovare quel posto e fare uscire Emma da lì!-disse Oliver.
-Giusto hai ragione!-dissero le ragazze in coro.
-Allora cosa abbiamo?-disse July.
-Purtroppo niente...solo un nome. E sappiamo che il centro è per persone speciali.-disse Oliver.
-Mmh...dicci il nome!-disse July.
-È un professore,si chiama Edward Smith.-disse Oliver.
-Bene mettiamoci al lavoro! Cerchiamo!-dissero le ragazze.

Un Ricordo Sbiadito.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora