CAPITOLO 2: Parola Di Volpina

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«Ma deve puzzare di cacca?»

«Oh, tesoro, è tutta roba sana! Lasciati cullare dalla magnificenza della natura!»

«Sì... ma perché, anziché primule e cannella, deve sapere proprio di merda?»

Me ne sto lì, seduta sullo sgabello di vimini del salotto, con una struggente voglia di tagliarmi le vene.

La famiglia Volpe, riunita per cena, non sembra preoccupata per la mia tragica riabilitazione post 'ho scambiato la crema depilatoria per la protezione solare', altrimenti conosciuta come 'mille e uno modi per morire e far ridere la gente al tuo funerale'.

«Perché? Si sente così tanto?» mi domanda Nonna Frida, assorta nel suo tofu alla piastra tempestato di semi di papavero che manco una piantagione dell'Afghanistan.

Sbuffo. Mi sento una strabica patologica, tanto fisso sconsolata il mio naso tumefatto, coperto da una melma nauseante.

Sembro uno dei nostri 14 cani con gli occhi storti quando diamo loro il biscottino per colazione: in effetti, ho le narici totalmente nere e umidicce come un quadrupede canino.

«Perché dici 'così tanto'?» domando, mentre a bocca aperta mastico una foglia di insalata. «Per tutte le piovre, che schifo!» sbotto, dopo essermi resa conto di aver ingoiato pure un po' di quello strano preparato biologico che Nonna Frida mi ha spennellato in faccia, come rimedio antiustione.

Silenzio.

I nonni, Gora e Libera fanno finta di niente, continuando ad assaporare le pietanze vegan. In sottofondo, come sempre, la voce di Janis Joplin ci accompagna ad ogni pasto.

«Ehm...» Nonna Frida alza gli occhi verso il soffitto, arrossendo lievemente sulle guance candide. «Sa di popò perché c'è la popò.»

E sorride.

"Cosa minchia ho appena sentito?!?"

Inizio a tossire come un tabagista turco.

"Sono una magnamerda!"

Senza attendere oltre, prendo la caraffa dell'acqua e ne ingurgito una quantità industriale, mi è passato l'appetito.

"Ho bisogno di vomitare!"

«È sterco di Guendalina, Sel!» Nonno Ugo, con la solita camicia hawaiana e le collane hippy attorno al collo, mi sferra un'espressione d'entusiamo. «Ha eccezionali proprietà nutritive!
Fu uno sciamano peruviano, sulle alture del Machu Picchu, ad insegnarci questa ricetta!»

Spalanco le ciglia, consapevole che, proprio sul mio naso, ci sono gli escrementi di Guenda, la nostra capra sudamericana.

«Ho una... faccia di merda!» grido, stampandomi le mani sulle guance, come quel bimbetto machiavellico di 'Mamma ho perso l'aereo'.

«Selvaggia, vedrai che ci ringraziarerai! Quella brutta scottatura ti passerà in un baleno, come lo splendido volo di un'aquila reale sulle Montagne Rocciose!» nonna Frida si sistema il turbante in stile Luna Lovegood in testa. «E sii educata, dopo vai a dire grazie pure a Guendalina, che ti ha prestato un po' dei derivati del suo corpo.»

«Oh, sì! Prima di uscire vado nella stalla e le faccio il baciamo: 'muchas gracias por tu mierda maravillosa!'» sono già esaurita, mentre mi tolgo la fanghiglia fognaria dal naso.

«Perché?...» mia sorella smette di mangiare. «Hai intenzione di uscire?»

Libera mi guarda con attenzione; i suoi capelli rossastri, così simili ai miei, sono avvolti da un foulard colorato.

COLPO DI STATO Where stories live. Discover now