CAPITOLO 5: CIA... avete rotto er Cà!

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Se facessi un test di gravidanza, ne sono certa, avrei un ritardo pure lì.

Anche se l'unico uomo che tocco ultimamente è solo Mirko, omosessuale dalla nascita, per spremergli i punti neri sulla schiena. Ma questa è un'altra storia.

«FATE LARGOOO, VIA DALLA STRADAAAAA!» grido, rischiando di mettere sotto una decina di pedoni.

La Vespa sfreccia sul lungomare, la luce del sole in piena fase zen mi acceca. Fa un caldo boia e sono umidiccia come le tettine di Filippo Tozzi, nonostante il vento fresco che sbatte sulla mia faccia.

Già: è passato mezzogiorno da un pezzo e mi sono svegliata da cinque minuti. E, poiché Dio mi vuole male, ho il telefono scarico, e la sveglia non ha trillato l'ultima hit di Cristiano Malgioglio.

Quel 'E mi sono innamoratooo, ma di tuo maritooo' è capace di farmi scattare in piedi come un soldatino di Toy Story, meglio di 'Eye of the Tiger'.

Ma non oggi. Oggi no.

Oggi, per l'ennesima volta, sono solo una bagnina post-sbornia che verrà presa a calci sul deretano dalla sorella.

"Sono la volpe più sfigata della furesta!" piagnucolo, zigzagando tra le auto.

Sì, sono una cazzona, c'è poco da fare.

Ho russato come un orso siberiano appena toccato il letto, la scorsa notte.

"Anzi... No..."

A dire il vero, sono rimasta un po' con gli occhi aperti, avvolta dalle lenzuola pulite, con quel meraviglioso profumo di mare tra i capelli.

Ho chiuso gli occhi solo coi primi canti degli uccellini in lontananza.

Il che significa due cose: ho una faccia da far accapponare la pelle pure alla Sposa Cadavere e mi tocca sfidare ancora il codice stradale come un Vin Diesel dei poveri, per raggiungere in tempo il Bagno Sociale.

Forse sarà stato per l'adrenalina del salvataggio, forse per la botta di panico che mi ha avvolto nella Laguna.... ma c'è un solo pensiero che mi martella la testa.

Solo uno. Incessante. Fisso.
Che scoppia nelle mie tempie come mille bollicine tra le onde.
Che proprio non se ne vuole andare.

"La scorsa notte... 'Sirena'... mi ha chiamata così..."

Non faccio altro che pensare alla assurda avventura che mi ha travolto, sotto la luna del mare di luglio.
A quel salvataggio, a quella lotta contro il tempo... a quello scambio di vita con lui.

Lui.
E non l'ho neanche visto in faccia.

"Ma sì... forse me li sono pure sognati, quegli occhi azzurri come il cielo... Li aveva veramente così? O li ho solo immaginati?..."

Non so, come se ci fosse stato qualcosa in quegli attimi infiniti, proprio lì, nel cuore della grotta di mamma e papà.

"Sì, uno scambio di anime... Si dice così quando si salva qualcuno..."

Quando questa mattina mi sono svegliata di soprassalto, spaventando la dozzina di cani e gatti sul lettone con me, mi sono ritrovata con la collana dei miei genitori in mano, stretta nel mio pugno.

Ed era da tanto, mi dico, che non dormivo appiccicata a quel simbolo.
Come se avessi deciso di rimanere aggrappata al mio pensiero più bello.

"Forse perché quel ragazzo aveva appoggiato la testa sul mio petto... proprio lì, sul medaglione..."

Ma devo tornare alla realtà. Alla crudissima realtà che manco un ristorante vegano estremo.
Non ho tempo per rivivere gli attimi della mia impresa eroica.

COLPO DI STATO Where stories live. Discover now