CAPITOLO 6: L'Uomo Al Quale Ho Salvato La Vita

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Il ragazzo mi fissa, senza staccarmi gli occhi di dosso. Continua a sorridermi, dall'alto della sua bellezza.

Come se stesse aspettando qualcosa.
Come se fosse in attesa.

"Porca miseriaccia, ma da dove sei saltato fuori...?" a malapena riesco a sbattere le ciglia.

Il vento che si struscia sulla sua camicia delinea un corpo perfetto, slanciato, muscoloso; la pelle bianca sembra brillare sotto i raggi del sole.

E mi guarda.
Mi osserva, in silenzio, con gli occhi azzurri pervasi da un fuoco di ghiaccio.

"Sembra un demone supersexy in stile 'Intervista col Vampiro'..." ho le caldane.

E no, non per l'afa tremenda che mi fa sciogliere come una calotta polare.

«Come...?» balbetto, totalmente rapita dal suo sguardo. «Cosa hai detto?» mi devo riprendere.

L'uomo si morde il labbro, ma i suoi occhi sorridono ancora. «Dalle mie parti c'è un detto: se salvi la vita a qualcuno, la sua vita ti appartiene...» ripete, con quello stesso tono gentile e divertito col quale mi ha travolto un attimo fa.

Non so se riesco bene a sentirlo, sono sincera; perché, senza pensarci, come se fossi attratta da un filo di diamanti, il mio nasino scivola lentamente dall'alto in basso, per studiare meglio il panorama di immensa meraviglia che sto ammirando.

Lo squadro, come se stessi assistendo ad un'opera d'arte.
Gli osservo le spalle larghe, il petto muscoloso con quella inconfondibile leggera peluria biondastra che fuoriesce dalla camicia sbottonata, gli addominali che scendono in un triangolo perfetto fino alla cintura marrone dei pantaloni grigi, fino al...

"Per tutti i trichechi, ma ha un corno di toro lì sotto?!?"

«Gran bel p...» "Sel, fermati!". «Gran bel... proverbio! Bellissimo proverbio!» mi freno in tempo, più in ansia che mai.

Il tipo ride, si scranchisce il collo. «Esatto, veramente bellissimo...» sembra di buon umore.

Ce ne restiamo così, in silenzio; il biondo tenebroso continua a guardarmi; ha l'aria di chi sta aspettando una reazione, un segnale, un qualcosa che ancora non avviene.

Ma, per quanto mi riguarda, c'è solo un pensiero che mi arrovella il cervello:

"È più gnocco di uno squalo bianco... più eccitante di un delfino curioso..."

«Oh...» ho la saliva azzerata. «Ah... sì... bellissimo...» mi sento fottutamente in imbarazzo, sparo frasi a vanvera.

Lui continua a fissarmi, forse si aspettava che dicessi qualcosa di più; ma non mi viene in mente niente... mi sento un tantino sconvolta.

Penso che il tipo lo stia notando.

"Che figura di cacca, mi starà prendendo per una imbecille patentata..."

Un particolare mutismo aleggia tra di noi. A dire il vero, non sento nessun rumore, la passerella del porto è deserta.
Come se fosse chiusa, vietata al pubblico.

Tranne che per noi.
Sì... ci siamo solo noi, io e lui.
Non so se un bene o un male.

«E, quindi...» il ragazzo al quale ho salvato la vita dondola il collo, sembra un pugile durante riscaldamento. «Insomma... eccoci qua, sulla terra ferma.» esordisce, senza distogliere le pupille di ghiaccio dal mio viso.

«Già...» mi sembra di essere una lobotomizzata.

Non so che dire, mi mette un po' in soggezione.
Forse potrei tirare fuori quelle espressioni di circostanza, frasi fatte del tipo 'non ci sono più le mezze stagioni' o 'rosso di sera, bel tempo si spera'.

COLPO DI STATO Where stories live. Discover now