CAPITOLO 16: Io Giuro

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Arriviamo di fronte all'insenatura che, come sempre, si allarga in orizzontale, senza preavviso, come un passaggio segreto che stupisce chiunque si avvicini alla sua bellezza.

Sergej, alle mie spalle, è rimasto in silenzio mentre superavamo la scogliera. Forse, mi dico, voleva concentrarsi su dove avrebbe dovuto mettere i piedi sopra le rocce, per evitare di scivolare. Ma, non so come, ho i miei dubbi.

"No... non è per questo. C'è qualcosa che non va... ancora, le sue mille sfumature sono tornate a girare come una trottola impazzita..."

Forse quella fobia sociale che lo perseguita, come un demone, è tornata prepotentemente. Non me la sento di giudicarlo... io per prima soffro di attacchi di panico.

"Ma, chissà perché, sento che non è questo che lo divora dentro..."

Faccio finta di nulla, non voglio incrementare quel velo di tristezza che gli ha coperto il viso.

Alzo la testa, verso di lei.
Perché la Laguna ci attende, la sento così viva.
Si sta aprendo a noi, come una rosa appena sbocciata.

Le luci ed il traffico, in lontananza, sul viale, non ci sfiorano più, non esistono più.
Dalla parte opposta, dinnanzi a noi, intravedo il faro di Viareggio, con quel puntino rosso che a malapena si distingue dal nero della notte

Ma, adesso, c'è solo il mare, il rumore delle onde, quella brezza fredda che fuoriesce dalla grotta e dalla sua meraviglia.

E noi, ci siamo noi. Ed il suo profumo che sa di neve fresca.

«È qua la tua Laguna, Sirena?...» sussurra, in contemplazione. Sta ammirando lo spettacolo della natura, pazzesco, verso il quale stiamo entrando.

«Già...» mi sforzo di sorridere. «Ci sei già stato, in un certo senso, e pure il fondale è spettacolare. Ma in superficie... beh, è ancora più bella.»

Supero uno scoglio, con leggiadria. L'ultimo ostacolo che ci separa dal mio mondo. Fortunatamente, come l'ultima volta in cui sono venuta qua, non c'è alta marea: la luna è clemente, è dalla nostra parte.
Come in quella notte... quella in cui gli ho salvato la vita.

E, sorprendentemente, dovrebbe essere pure lo stesso orario.

"Sí, avevo appena attivato il generatore, poi ho visto la sua torcia subacquea, dalla spiaggia... proprio dopo aver preso la collana e ammirato la foto di mamma e papà... se non è destino questo..."

Sergej mi segue, con la stessa rapidità e sicurezza dei miei movimenti; e dire che non è facile raggiungere l'isolotto di massi a piedi, in pochi ci riescono.

E lui, come se ci fosse venuto mille volte, è uno dei prescelti: un ospite che la Laguna è lieta di accogliere.

«Vieni...» mormoro, facendo cenno di seguirmi.

Entriamo dentro la grotta, gli indico il percorso da seguire, accanto alle pareti di roccia che circumnavigano il lago salato racchiuso al cuore di questo luogo fatato.

«Attento a dove metti i piedi, si scivola.» sorrido, anche se lui, dietro di me, non può vederlo. «E occhio pure alla testa. Ci sono dei massi che sporgono, sai quante capocciate ho preso...»

Forse è la prima volta che sento di avere il controllo su di lui; come se lo facessi entrare dentro di me, nel mio passato, nel mio presente...

"Nel mio futuro... lo spero, lo spero tanto... se perdo questo posto, io perdo loro."

«È buio pesto, non si vede niente...» più che spaventato, pare emozionato.

Tiene la mano appoggiata alle mie spalle, segue ogni mio passo, come se fossimo una cosa sola.

COLPO DI STATO Where stories live. Discover now