CAPITOLO 30: Una First Lady Particolare

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«Sono tutta bagnata, porca trota...» sussurro, tra un gemito e un altro. 

«Lo so, anch'io sono eccitato...» Sergej mi sorride, intravedo le sue tempie baciate dal sudore. «E credimi, amore mio... nonostante lo abbia già fatto, è come se fosse la mia prima volta... mi sento come un bambino. Con te è tutto diverso.»

Sospiro a lungo, mi sento svenire.

«Ma dai... non ci credo...» abbozzo una risata, ma non riesco a non mordermi il labbro. «Tu che l'hai fatto mille volte... e non con una pazza come me! Eri abituato a farlo con Irina, Charlotte di Monaco, le sorelle Hadid e...»

Ora il suo sguardo si fa più serio.
Mi fulmina.

«Amore, vuoi fare la gelosa ancora? Non mi sembra appropriato in questo momento... quante volte te lo devo dire che non me ne frega niente.» mi guarda come se fossi cretina, il che è pure vero. «E quelle non erano nulla di importante. Te, ci sei solo te, Sel. Ci sei sempre stata solo te.» tenta di tranquillizzarmi. «E sei divina, sei unica. Sei stupenda.»

Ma non ce la faccio.

«È che soffro d'ansia da prestazione...» bisbiglio. «Fare una roba del genere con te non è come farlo con Cesare lo Sfregiato, o Chicco Bulldozer, o...» sto farneticando.

«Vale anche per me, cosa credi?» mi accarezza dolcemente. «Non pensare che sia semplice per me. Te l'ho detto, sono eccitatissimo...»

«Ma scherzi? Mi hai già dato dimostrazione che hai le palle grosse come cocomeri di Gianni l'Ortolano! Sei uno duro... anzi, durissimo...» gli fisso il farfallino che Belen può accompagnare solo.

"E come potrebbe essere altrimenti?!"

«Sì, ma ti ho già dimostrato che alcune cose, nonostante la mia esperienza, mi fanno andare nel panico ancora oggi...» mi bacia sulla fronte, ha il respiro affannato. «E poi con te è diverso, piccolina: sei la donna della mia vita... e sei bellissima. Stanotte ancor di più, mia Sirena.»

Mi manda al manicomio quando mi dice queste cose. Mi fa sentire veramente una principessa.
Non mi ci abituerò mai.

«Ho capito, Sergej, ma...» emetto un lungo sospiro, glielo indico. «Insomma, guarda com'è grosso 'sto coso. Ho paura... e se mi faccio male?»

«Non preoccuparti. Sarà un'entrata trionfale. Filerà liscio, benissimo, nemmeno te ne accorgerai e sarà già finita.» mi rassicura. «Lo stai facendo con me, no? E poi potrei sempre prenderti da dietro se non ce la fai...»

«Ma, cioè, cosa devo fare? Non mi sono mai ritrovata con un coso così enorme...» balbetto, lui lo fissa. «Guarda che fa male, eh!»

«Oh, ci credo se me lo dici te...» annuisce da solo, poi torna a guardarmi. «Sai, io non l'ho mai provato, non sarebbe il massimo per un Capo di Stato. Pensa cosa potrebbe dire l'opinione pubblica internazionale!» ride, vuole sdrammatizzare.

«Appunto, voi uomini non avete idea di quanto sia doloroso, di quanto sia difficile metterselo...» chiudo gli occhi. «Tranne Mirko. Mirko lo sa. Maneggia 'sti così meglio di me.» specifico.

«Ah, sì? Non pensavo gli piacessero certe cose...» pare stranito.

«Si, si... e più lunghi sono per lui, meglio è!» mi tiro indietro i capelli. «Però... non so, Sergej... io non ci sono abituata. Te l'ho detto... cioè, dai, io sono abituata al massimo a dimensioni microscopiche, questo sarà 30 centimetri!»

«Beh, ora non esageriamo...» è in imbarazzo.

«Vabbè, se sopravvivo stanotte, potrò infilarmi pure la torre Eiffel qua sotto... se non mi sfracello il bacino prima.» chiudo gli occhi.

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