CAPITOLO 32: Ma Niente Di Serio

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«E, insomma... allora? Cosa hai risposto?...» me lo chiedono con un filo di voce.

Silenzio. Non riesco a parlare.

«Sel... oh, allora?!» insistono, in coro. «Gli hai detto sì? O è un no?» ora sembrano sull'orlo di una crisi di nervi.

Sospiro, chiudo gli occhi, il sole di Mosca mi acceca. O forse no.

«SELVAGGIA, PORCA DI QUELLA MAREMMA SUDICIONA!» Mirko inizia a scuotermi come un cocktail da chiringuito a Mykonos. «Nemmeno alla scelta di Costantino Vitagliano ero così in ansia! Manco quando Gemma ha scritto la lettera a George! Vuoi farmi schiattare?!»

«RISPONDI, MARONN' O CARMINE!» Noemi mi mostra tutta la sua cazzimma made in Naples. «TI SPOSI O NO, VOLPE? COSA HAI RISPOSTO?!»

Ed è qua che riapro le palpebre, sorridendo come un bambino sotto la neve.
Che torno sulla terra.
Ero ancora lassù, oltre le nuvole.

«Sì...» sussurro. «Gli ho detto di sì...» mostrando l'anello di sua madre, che spicca meravigliosamente sul mio anulare.

I ragazzi emettono un grido che quello di battaglia di Xena, la principessa guerriera, pare lo squittio di una nutria ingrifata. Si fiondano su di me, mi saltano letteralmente addosso. Per poco non ribaltiamo la panchina dei giardini presidenziali del Cremlino.

E ridono, insieme a me.
Sono felici, ed io con loro.

Sembriamo una mandria di gnu nel bel mezzo dell'accoppiamento, una squadra di rugby durante l'ammucchiata al fischio d'inizio, un gruppo di ubriaconi dinnanzi al palco di qualche concerto Ska a base di Tavernello e Marijuana.

Stiamo folleggiando come solo noi sappiamo fare.
Anche se stoniamo clamorosamente con tutto ciò che ci circonda.

Avverto gli sguardi allarmati dei poliziotti su di noi e qualche funzionario governativo, che sta attraversando il vialetto della cittadella fortificata, si blocca a fissarci, sono completamente basiti.
Temo che possano ordinare l'intervento della sicurezza anti-terrorismo e che qualche cecchino cominci a sparare tra le palle (degli occhi) di Bartolini.

Dopotutto, sono la First Lady.
Dopotutto il mio fidanzato ufficiale, nonché futuro marito, è il capo di Stato della federazione russa che, in questo istante, sta lavorando nel suo ufficio su qualche accordo internazionale o decreti sull'economia, mentre io sto sclerando con i miei amici.

Dopotutto, gli ho detto di sì.

"Dopotutto... niente sarà davvero più come prima..."

«Oh, non ci posso credere...» Mirko non trattiene le lacrime. «La mia piccola Wild Foxy si sposa! Si sposa! Ed io che speravo che qualcuno ti trapanasse e basta! Invece hai fatto BOOOOOM!» pare la McGranitt dopo una sbronza.

«Oh, Sel, sono troppo felice! È una notizia che mi fa arrovellare le budella!» Noemi inizia a baciarmi violentemente. «Dobbiamo organizzare il matrimonio! Subitissimo! Vestito, catering, lochescion da 10 che Borghese spostati proprio! E la torta nuziale! Le musiche... Che ne dici, chiamiamo la cover band dei Sepultura, quella che suona alla Tana dei Cani?!

«Oh, siamo i testimoni, eh! Non farmi incazzare che mi metto il completo di paillettes, quello della serata gay al Mama Mia!»

«E la lista degli invitati! Sel, non si bada a spese, eh! Che il tuo maritino ha i soldi pure che gli escono dallo scroto! Invitiamo pure quei fetenti dei Tozzi, a sfregio, e sai il loro ditino inquisitore fascista dove se lo possono mettere?! Direttamente nel...»

«Aspettate...» sussurro. Ho mal di testa.
Mi blocco di colpo.

«Aspettare a infarglielo nel...»

COLPO DI STATO Where stories live. Discover now