Sfogo tutta la mia frustrazione con Magnus

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Mamma ha cacciato di casa Jace.

La sua mancanza é come una voragine che mi schiaccia il petto.

Sono preoccupato. Insomma il mondo esterno non é sicuro per i mondani figurati per un cacciatore. Chissà dov'era adesso?

Non posso parlarne con Izzy, così chiamo l'unica persona che penso mi possa un po'capire: Magnus Bane.

Uno....due...tre squilli...per l'angelo che ansia. Quando finalmente risponde tiro un sospiro di sollievo e sentirlo pronunciare il mio nome mi calma fino infondo all'anima.

«Alexader finalmente ti sei deciso di chiamarmi»

«Si...ehm io...ti disturbo?»

«No fiorellino non disturbi...dimmi»la sua voce era dolce e suadente. Era come quando Chuck si mette sulle mie ginocchia e mi fa le fusa.

«Non so...io mi sento perso»

«Che succede?»

«Jace...mia madre l'ha sbattuto fuori e io...io non so...io non so come sta. Insomma è stato mio fratello per anni e...il mio parabatai»

«Calmati fiorellino, ora io ti apro un portale per venire qui e ti calmi ok?»

Annuisco. Il portale si apre davanti a me e io ci entro pensando a Magnus.

Appaio nel suo ingresso e mi guardo attorno. Vedo Magnus venirmi incontro con due calici di vino in mano.

«Benvenuto fiorellino, ti prego siediti»

Mentre mi siedo sul divano vedo che mi osserva attentamente.

«Un po' di vino?»

«Preferirei un po' d'acqua»

«Ok»

Trasforma il vino in un bicchiere d'acqua e me lo porge. Io lo prendo ringraziandolo con gli occhi. Chiudo gli occhi bevendo il mio bicchiere che poi gli ridò.

Magnus fa sparire il bicchiere e io resto fermo a fissare il vuoto non accorgendomi che lui si era seduto accanto a me.

«É così una brutta notizia?»

«Ehm...come faccio a farti capire...?»

«Che sei gay? Beh è abbastanza chiaro Alexander...tu sei...no ok, in realtà speravo che tu lo fossi»mi guarda negli occhi

«Non centra con l'essere gay o no... è che noi abbiamo un legame, molto forte, talmente forte che si può spezzare solo con la morte»

«Mmm...in effetti»

«E poi io non sono gay»

«E io sono Cleopatra... Alexander, almeno con me sii te stesso io non ti giudico»

«Anche se lo fossi che senso ha dirlo»

«Prima lo ammetti con te stesso per poterlo dire agli altri»

«Ma Magnus io non posso dirlo»

«Oh ti prego io non sono il clave dimmi esattamente quello che vuoi»

«Voglio essere felice con una famiglia e dei figli»

«Per essere felice devi trovarti un bravo ragazzo che ti ami e devi sperare che sia favorevole all'adozione»

«Lo sai che realisticamente 2 uomini soprattutto con il mio sangue non potranno mai sposarsi, adottare bambini poi»

«Le cose cambiano Alexander siamo nel XX^ secolo»

«Perché insisti tanto così...tu...non...non fai che confondermi»

«La confusione è il primo segnale è così che si scopre che c'è qualcosa sotto» si avvicina a me lentamente dicendo:«Rimani senza fiato ogni volta che entra nella stanza», mi sfiora il petto delicatamente poggiandola sul mio cuore che stava per esplodermi in petto:«Il cuore ti batte più veloce quando ti passa accanto», mi solletica la pelle con il suo fiato:«La pelle ti formicola quando riesci a percepirne il respiro»

Ero senza fiato, ad occhi chiusi, desideroso che mi toccasse, ma non potevo.

«Magnus, ti prego»

«Oh ti prego io Alexander...io lo so che tu provi quello che provo io»

Apro gli occhi di scatto e mi alzo:«Io devo andare»dico agitatissimo

«Ma Alexander»

«Grazie di tutto»lo saluto scappando via da lui e tornandomene all'istituto. Appena arrivo mamma mi ferma chiedendomi:«Dove sei stato Alec?»

«Sono andato solo a prendere un po' d'aria mamma»corro in camera mia chiudendomici dentro mente mia madre resta sorpresa dal mio comportamento.

Non potevo di certo dirgli: scusa mamma ero da uno stregone super sexy che per l'angelo potessi mi sarei già tolto la maglia e l'avrei fatto con lui senza pensarci mezzo secondo.

Con quel pensiero mi addormento. Il sogno mi riporta a quel pomeriggio quando Magnus mi stava cercando di far sciogliere sul suo divano. Io apro gli occhi e non scappo. Lo bacio. Un bacio che lui ricambia dolcemente.

Scivolo nel divano e finisco sotto di lui. Lui, mi schiacciava facendo aderire i nostri corpi. Ci baciavamo e accarezzavamo dappertutto. Finché lui mi toglie la maglia, si ferma a osservarmi un secondo, prima di affondare le sue labbra sul mio petto scendendo sui miei addominali. Mi lasciava baci e succhiotti che mi facevano gemere e inarcare. Dio com'era bello.

Mi toglie i pantaloni e mi accarezza l'erezione dai boxer. Io mi copro gli occhi con le mani gemendo e godendomi ogni carezza fino infondo anche quando mi toglie i boxer e lo prende in bocca.

Pensavo di impazzire. Urlavo ormai dal piacere grazie a lui sentendo la sua lingua leccare e la sua bocca salire e scendere dalla mia erezione.

Vengo e mi sveglio di botto. Mi guardo e ero davvero venuto. Mi vado a fare la doccia e mi sento in colpa. Mi metto dei boxer nuovi e mi ripeto che non vedrò mai più Magnus Bane in tutta la mia vita.

città di cenere secondo Alexander Gideon LightwoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora