Aiuto ai Fratelli Silenti

280 12 4
                                    

Isabelle aveva chiamato Clary. Lei era accorsa in istituto e Chuch l'aveva condotta fino da noi.

Appena entra nella stanza la guardo accogliendola con:«Ciao, Clary.» seduto sul letto sfatto di Isabelle con i piedi a penzoloni. «Qual buon vento ti porta fin qui?»

Clary si sedette sullo sgabello imbottito davanti al disordinato e caotico tavolino da toilette di Isabelle. «Isabelle mi ha mandato un messaggio. Mi ha detto cos'è successo a Jace.»

Guardai Isabelle come a rimproverarla, ma lei mi guardava come a dirmi: andiamo ci serve tutto l'aiuto possibile e poi é sua sorella. Si, sua sorella, che porta solo guai.

«Oh, avanti, Alec» disse Isabelle. «Ho pensato che dovevo dirglielo, ma non immaginavo che sarebbe venuta qui di corsa!»

«Certo che sono venuta! Sta bene? Perché mai l'Inquisitrice l'ha gettato in prigione?»

«Non è esattamente in prigione. È nella Città Silente»specificai raddrizzandosi a sedere e tirandomi in grembo uno dei cuscini di Isabelle. Mi mise a giocherellare pigramente con la frangia ornata di perline applicata ai bordi.

«Nella Città Silente? E perché?»

Esitai. «Ci sono delle celle sotto la Città Silente. A volte ci tengono i criminali prima di deportarli a Idris e processarli al cospetto del Consiglio. Gente che ha fatto cose veramente tremende. Assassini, vampiri rinnegati, Cacciatori che infrangono gli Accordi. È là che si trova Jace adesso.» 

«Rinchiuso con una manica di assassini?» Clary si alzò in piedi, sdegnata. «Ragazzi, che vi succede? Non vi vedo molto turbati.»

Io e Isabelle ci scambiammo un'altra occhiata. «È solo per una notte» disse Isabelle. «E non c'è nessun altro con lui, laggiù. Ci siamo informati.»

«Ma perché? Che cosa ha fatto Jace?»

«Ha risposto male all'Inquisitrice. Per quanto ne so, il motivo è questo» dissi un po'disturbato dalla cosa.

Isabelle si appollaiò sul bordo del tavolino da toilette. «È incredibile.»

«Allora l'Inquisitrice dev'essere pazza» disse Clary. 

Beh mi trovi totalmente d'accordo con te, ma non posso dirlo ad alta voce. E dovetti dire:«Non lo è, in realtà. Se Jace fosse nel vostro esercito mondano, credi che gli permetterebbero di rispondere male ai suoi superiori? Assolutamente no.»

«Be', non durante una guerra. Ma Jace non è un soldato.»

«Ma noi siamo tutti soldati. Jace lo è tanto quanto noi. C'è una gerarchia di comando e l'Inquisitrice è vicina alla cima. Jace è vicino al fondo. Avrebbe dovuto trattarla con più rispetto.» 

«Se siete d'accordo che stia in prigione, perché mi avete fatto venire qui? Solo per convincermi a darvi ragione? Mi sembra assurdo. Cosa volete che faccia?»

«Non abbiamo detto che deve stare in prigione» disse brusca Isabelle. «Solo che non avrebbe dovuto rispondere male a uno dei membri più alti in grado del Conclave. E poi» aggiunse abbassando la voce «pensavo che forse potresti renderti utile.»

«Rendermi utile? E come?»

«Come ho già detto» dissi cercando di spiegarmi quanto più possibile «sembra che Jace passi buona parte del suo tempo a cercare di farsi ammazzare. Deve imparare a badare a se stesso, e questo comporta anche collaborare con l'Inquisitrice.»

«E pensate che io possa aiutarvi a farglielo fare?» chiese Clary con una sfumatura di incredulità nella voce.

«Non sono sicuro che si possa convincere Jace a fare o non fare una cosa» disse Isabelle. «Ma almeno potresti ricordargli che ha qualcosa per cui vivere.»

città di cenere secondo Alexander Gideon LightwoodWhere stories live. Discover now