L'ansia, ma non per Jace...

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Dopo aver spiegato quello che avevo fatto per Jace l'inquisitrice convocò il clave.
Mamma e papà furono molto professionali e chiesero rinforzi immediati per fermare Valentine.
Io intervenni:«Io e Isabelle prenderemo parte all'operazione. Sono sicuro che conoscendo Jace, in questo momento starà lottando da solo contro migliaia di demoni credendosi invincibile solo per il dovere di difendere Clary o sé stesso. Io ho il dovere, in quanto suo parabatai, di lottare con lui e Isabelle viene solo per guardarmi le spalle»

Questa volta parlò Isabelle:«Saremo all'altezza. Ve lo posso assicurare e io e Alec siamo una buona accoppiata insieme. Lui prudente, io sbrigativa»

Vi ascoltarono e ci accordarono uno squadrone di Shadowhunter che sarebbe arrivato tra un ora. Il capo della missione era Imogen, l'inquisitrice, e ai miei genitori responsabili di noi.

Io e Isabelle andiamo in camera nostra a prepararci. Una volta in camera, il silenzio e... Magnus. Il dannato telefono è silenzioso da troppo tempo. Mi rendeva agitato e frustrato non sapere come stesse.

Mi infilavo la tenuta da caccia pensandoci intensamente. Magnus stava bene? Guardo il cellulare rileggendo le nostre chat e un dolce sorriso mi compare sulle labbra.
È il momento sbagliato per rilassarsi. Jace aveva bisogno di me, i miei e Isabelle mi aspettavano e Magnus... Magnus aveva bisogno di essere salvato.
Continuo a guardare quello schermo mentre mi preparo. Non ho il solito schema in testa ho solo tanta paura di non rivedere mai più quello stregone che con pazienza e tenerezza mi fa impazzire. Iniziavano già a mancarmi i suoi occhi da gatto, la sua risata, il suo sorriso, il suo modo di provocarmi, il suo modo sexy di camminare, mi mancava anche fargli sesso orale per il puro gusto di provare, il modo come ci lasciavamo andare, la serenità che lui mi trasmetteva, anche il suo provarci mi mancava ed anche il suo insistere volendo il meglio per me.
Anche io volevo il meglio per lui e più mi guardavo e più capivo che il meglio non ero io. Perché mai un Magnus Bane dovrebbe accontentarsi di me? Io che non posso dargli niente. Non posso nemmeno donargli il mio cuore senza andare contro la legge e se anche mi innamorassi di lui non avremo mai una vera e propria relazione. Sarebbe un continuo mentire e giustificare e... maledizione...non ne esco fuori!
Non posso vivere con lui e nemmeno senza. È frustrante...

Isabelle bussa:«Alec?»entra in camera:«va tutto bene?»

«Si nota così tanto?»

«Ti conosco benissimo»

«si, sono solo preoccupato»

«Per Jace?»

«Si anche...»

«Anche?»chiede sorridemdomi

Sospiro guardandola«Sono indeciso su cosa fare»

«Indeciso? Oh...hai deciso di dire tutto a Jace?»

«Lo sai perfettamente che non posso»

«Allora si tratta di Magnus?»

«Si, sono preoccupato di non vederlo più»

«E ti dispiace?»

«Non lo so...sono confuso»

«Aspetta ti aiuto con la tenuta»

Mi sistema la maglia, i guanti con le protezioni per le dita e i polsi legando decisa e mi guarda:«Fratellone dobbiamo andare»

«Sì troviamo Jace ovunque lui sia e...ho tante cose sue»

Uscendo dalla  camera andiamo in armeria dove prendo diverse spade angeliche pensando che serviranno anche a Jace, sistemo le mie frecce e Isabelle, bella come il solito, si prese dei coltellini, si mise nei capelli degli spuntoni e la sua frusta con l'elettro attorcigliata al braccio.

Andiamo in biblioteca e li ci aspettava la squadra degli Shadowhunters di idris. Tutti i più grandi erano lì, davanti a me e i miei genitori che li capeggiavano.

Consegno la maglia di Jace, quella che io tenevo per ricordo. Il giorno che ho giurato sul angelo che non gli avrei mai voltato le spalle e che mai sarei rimasto indietro davanti al pericolo e mi sarei salvato se non con lui. La nostra promessa, il nostro legame era molto più che una semplice runa sul corpo, noi eravamo uniti dal fatto che ci capivamo. Lui capiva la mia solitudine, come io la sua. Ascoltavo i suoi racconti in continuazione solo per capire se avesse superato l'abbandono e il dolore per aver perso il padre. Un padre che ora era costretto a combattere perché così era giusto.

Ammiro molto la forza di Jace, io non so se troverei tutta questa forza. Non riesco nemmeno a dire la verità ai miei genitori. Non capirebbero...

«Alexander? Sei pronto?» la voce di mio padre mi risveglia dai miei pensieri

«Si, andiamo... Jace ha bisogno di noi»

«Sono felice di combattere con te figliolo»

«Anche per me è bello»

Usciamo dall'istituto in file compatte. Io e Izzy eravamo vicinissimi e ci facevamo forza l'un l'altra.

Quello che abbiamo visto appena arrivati era inverosimile: una nave piena di demoni. Eravamo troppo pochi per farli fuori tutti.

L'ansia mi aumenta pensando che c'era l'alta possibilità che Jace fosse ferito a morte. Saliamo su una nave per raggiungerla e con l'ansia iniziamo a lottare contro quegli esseri schifosi. Speravo di incontrare dopo un po' una faccia amica e soprattutto di vedere Magnus prima o poi...

città di cenere secondo Alexander Gideon LightwoodWhere stories live. Discover now