La chiave

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Si, sono ancora vivo. La mamma mi ha solo dato una bella strigliata. Ma alla fine mi punisce dicendomi di occuparmi di Jace finché non starà meglio. E questa è una punizione?! Chi potrebbe volere fortuna più grande che passare tutto il mio tempo con Jace e Magnus?! Insomma è il mio sogno...va beh tralasciamo questa parte vah che se la legge Magnus mi ammazza e mi prende per pervertito.

Non perdo nemmeno un secondo e mi vado a vestire, lavare e "farmi bello".

Corro verso il loft. Attraverso tutte le cavolo di strade. Non ricordavo di vivere tanto lontano da lui.

Appena arrivo davanti al loft suono. Lui mi viene ad aprire. Oh Cristo santo! È bellissimo!

«Alexander!» esclama sorpreso:«Come mai qui? Pensavo fossi in punizione»

«É questa la mia punizione a quanto pare. Devo restare accanto a Jace e prendermi cura di lui»

Mi fa entrare chiedendomi:«E tu sei qui per...?»

Alzo le spalle mentendo spudoratamente:«Beh non voglio far infuriare mia madre più di quanto lo sia adesso»

Magnus sembrava un po' deluso. Poi mi guarda dicendomi:«Gli ho dato una stanza farò meglio a fare la stessa cosa con te»mi conduce nel suo Loft dandomi una stanza da dove vedo la sua ed era vicino a Jace. Lo ringrazio e   mi sistemo.

Lo becco due o tre volte a guardarmi il sedere ed io arrossisco al solo pensiero che mi guardi.

Vado da Jace facendo finta di niente. Lo guardo attentamente e lui guarda me.

«Beh? Ti hanno mandato a farmi da babysitter?»

«É la mia punizione»alzo le spalle

«Che culo»

«Come se fosse una novità. Se occuparmi di te è una punizione allora lo sono perennemente»

Ride mentre io controllo come Magnus l'ha messo per bene in sesto. Gli faccio una fasciatura e poi dico:«Dovresti riposare un po' più tardi torno a vedere come stai». Gli abbasso le tapparelle e mi avvio verso l'uscita della stanza quando lui mi ferma:«Alec... grazie di tutto parabatai»

«É solo perché ti voglio bene»

Mi sorride stancamente ed io chiudo la porta lasciandolo dormire al buio.

Appena chiudo la porta guardo la stanza di Magnus e mi passa un pensiero malsano: di entrarci e guardarla senza il suo proprietario dentro.

Ci entro titubante, guardandomi attorno. Era davvero una bella stanza. Osservo ogni dettaglio di quella stanza. Lo immaginavo a portarci qui gente che lo intrattennesse. Chi ero io che non sapevo farlo? Perché fa la corte a me?

«Oh sei qui!»disse guardandomi appoggiato alla porta

Io lo guardo spaventato, non pensavo che mi cercasse. Ma quella era la sua stanza, l'intruso ero io.

Si avvicina a me con quel passo sicuro e quasi felino. Io mi sento inchiodato a terra e non riesco a muovermi. Che mi succede?! Sta usando la sua magia su di me? No perché se no me ne accorgerei e allora se non è lui cosa sta succedendo?

«Tutto bene Alexander?»mi chiede alzando il sopracciglio

«S...si»non riesco a parlare normalmente. La mia mente depravata ci vede già stesi sul suo letto a pomiciare e fare anche... altro. Ma io...era la mia prima volta e non sapevo se lui... insomma se io lo amavo.

«A cosa stai pensando?»mi chiede guardandomi negli occhi.

«A...Jace»mento:«Sono anche un po'scosso»

«Era la prima volta che assistevi a una strage?»

«Si»

«Ci vogliono i giusti alcolici allora. Vieni»va in salotto e ci prepara un drink

«Ma...i...io»mi mette il bicchiere in mano e mi appoggia due dita sulle labbra. Mamma mia come mi accendeva qualcosa dentro ogni volta che mi toccava così delicatamente. Bevo lentamente e...mamma mia se era forte! Tossisco facendo ridere Magnus.

Parliamo di un po' di tutto bevendo fino a quando io non gli dico ormai col cervello scollegato dal corpo per colpa dell'alcol:«Chissà quanti te ne porti a letto facendo così...»

«Così come Alexander?»

«Così... insomma hai capito»

«Veramente sei un caso unico...ma sì ti sto corteggiando Alexander. Sei tu che mi remi contro facendo violenza contro te stesso...e mi dispiace informarti che non sono un sadico»

«Perché io?»

«Perché non tu? Cosa ti manca Alexander? Sei molto bello, hai gli occhi blu profondissimi che uno si può perdere nella loro infinità, hai delle labbra perfette e anche molto dolci, il tuo corpo è scolpito e attraversato da cicatrici da cacciatore molto sexy, hai un attrezzo che non è niente male e anche un culo spettacolare che ti chiama a gran voce: toccami, toccami. Credimi mi sto trattenendo dal portarti di là»

Forse sono troppo ubriaco perché rispondo senza pensare:«Beh fallo»

Lui mi guarda stupito chiedendomi:«Ne sei sicuro?»

Prendo coraggio e alzandomi dico:«Prima però balla con me»

Non se lo fa ripetere due volte e accendendo lo stereo. Mi mette le mani suoi miei fianchi iniziando a ballare con lui. Non mi era mai piaciuto ballare, ma le sue mani su di me erano una droga: più si muovano lentamente e dolcemente accarezzandomi dandomi le giuste dritte sul ritmo da seguire e più ne volevo. Non penso di aver mai desiderato qualcuno così ardentemente. Credo che lui l'abbia percepito perché le sue carezze diventano più audaci e io mi lascio andare abbracciandolo. Lui mi prende in braccio guardandomi attentamente dalla testa ai piedi portandomi in camera sua. Mi stendo sul suo letto, mi spoglia baciandomi ovunque dolcemente e accarezzandomi fino a farmi impazzire.

Io sono così eccitato che sento la mia erezione premere e far male finché lui non me la accarezza. Per l'angelo non voglio venire e cerco di concentrarmi su questo mentre Magnus si impegna a darmi piacere stuzzicandomi con grande maestria facendomi gemere di piacere dolcemente. Ma mi costringeva a non venire.

«Vedo che sei molto ostinato...ed è molto sexy la tua resistenza, solo che scommetto che se ci aggiungo la bocca vieni subito»mi sussurra con la voce deformata dal desiderio.

Io gemevo respirando affannosamente. Lui mi sorride con quel sorriso suadente e io riesco a ribaltare la situazione. Lui ora sta sotto di me guardandomi stupito e interdetto. Lo spoglio baciandolo prima sul petto sentendolo reagire sotto le mie labbra. Oh Dio se è bello sentire i suoi gemiti e mugolii sommessi mentre si tortura il labbro con i denti. Gli lecco e tiro con i denti i suoi capezzoli delicatamente sentendolo sussultare e sussurrare dei leggeri:«Cazzo Alec»

Arrossisco, lui mi guarda ed esclama:«Merda»mordendosi più forte le labbra e respirava affannosamente. Io ero nel panico e lui vedendo quel panico nei miei occhi mi calma:«Sto bene Alec...ma se ti guardo potrei venire anche adesso e cazzo non sai a quello che vorrei farti»

Gli tolgo i pantaloni e i boxer e molto coraggiosamente gli prendo l'erezione in bocca e inizio a muovermi anche se molto impacciatamente dopo appena poco tempo che lo faccio lo sento venire e gemere incontrollato.

«Dio Alexander»sussurra senza fiato mentre io ero venuto con lui. Mi stendo accanto a lui felice. Poi lui mi accarezza e mi dice:«Senti io non voglio un'avventura con te. Ti amo davvero e vorrei che tu ti sentissi libero di venirmi a trovare quando vuoi», prende una chiavetta sembra placcata in argento e me la mette in mano dicendo:«La mia casa è sempre aperta per te...come me del resto»

Guardo quella chiavetta e riesco solo a dire:«Gr... grazie» e poco dopo ad addormentarmi sfinito ringraziando mentalmente Magnus.

città di cenere secondo Alexander Gideon LightwoodWhere stories live. Discover now