La nostra telefonata e io forse mi sto innamorando

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Tornato in camera mia, prendo il mio cellulare e scrivo a Magnus:

Senti, lo so che sei arrabbiato, ma posso chiamarti?

Oh ciao Alexander, cosa ti serve questa volta? Se è per Jace non ti disturbare nemmeno

Non è per Jace è per tutti noi... verrò da te stanotte...ti spiegherò tutto questo gran casino

Io e chirman ti aspettiamo allora😘😺

Sorrido a  quel messaggio. Mi faceva sorridere l'idea che lui e il suo gatto mi stessero aspettando. Entrambi lì sulla poltrona. Magnus che lo accarezza pigramente, lui che gli fa le fusa. Mi addolcisco a quel pensiero. Poi aprì l'armadio. Maglione nero, nero, nero, nero, consumato, nero, nero, bucato, nero, nero, nero e ancora nero.

«Izzy!»

Lei corre da me subito facendo clappettare i tacchi sul pavimento:«Alec?! Che succede?!»mi chiede col fiatone.

Io la guardo e mi trattengo dal ridere:«Non ho niente da mettermi»

Lei mi fa un sorriso sollevata:«Certo che non ce l'hai...ma sai fratellino non dovresti metterti in tiro se vai da Magnus»

«Si, vado da Magnus. Lo faccio per tutti noi»

«E per te stesso»

«Izzy...»

«Non devi nasconderti da me. Io vedo come tu lo guardi e come lui ti guarda. Lo si da anni che...»chiude la porta per poi continuare. «Che sei gay»

«Izzy lo sai che non posso»

«Non potevi nemmeno liberare Jace, ma l'hai fatto e la legge l'hai mandata a fanculo»

«Certo che l'ho fatto! È il mio parabatai!»

«Nonché l'uomo di cui sei innamorato da anni»

«Anche perché siamo parabatai non possiamo»

«Beh ma Magnus ti piace»

«Si come persona si...»

«Mmm...secondo me provi anche qualcosa di più ma hai troppa paura. Vuoi che ti faccia la runa antipaura per farti sciogliere un po'?»

«No! L'ultima volta stavo per fare una stupidaggine»

«Tanto dovrai dirglielo prima o poi»

«Meglio poi...ora aiutami»

Guarda nel mio armadio e tira fuori una camicia poco consumata e, forse che mi aveva regalato proprio lei, nera; dei jeans attillati neri e Delle scarpe abbinate.
Guardo quei vestiti perplesso mentre li indossavo. Mi guardo allo specchio e mi sento ridicolo.
Izzy mi guarda e dice:«Fossi Magnus non ti permetterei di varcare la mia soglia senza averti baciato»

«Izzy...»arrosdisco

«Dai Alexander...lasciati andare. Stasera ti aiuto a svignartela...e poi non dire che non ti voglio bene»

Dopo la cena, un cenno da parte di Izzy era il segnale per svignartela. Izzy intrattiene l'inquisitrice e nostra madre mentre io, quatto quatto, esco dall'istituto.
L'aria era fresca e inizio a correre verso la casa del mio stregone felice. Ero intenzionato a parlare. Ma anche ad aprirgli il mio cuore.

Mi fermo sotto il loft, lo guardo e lui è lì a guardarmi dalla finestra. I suoi occhi da gatto scrintillano facendosi notare da me.

Suono prontamente e le porte di aprono lasciandomi entrare.

«Buonasera»esordisco

«Alexander?» Magnus mi osserva bene:«Sei davvero tu?»

«Si certo...ho qualcosa che non va?»

«No...sei perfetto» mi stava fissando il sedere. Io arrossisco violentemente e lui disse:«Ecco adesso ti riconosco»

«Dobbiamo parlare...da cosa vuoi che cominci?»

«Sempre dalla parte meno noiosa»

«Non ti voglio tediare ma la situazione è molto spinosa così com'è»

«colpa di un certo Jici tuo parabatai?»

«Jace, Magnus! E si è per lui. Ma l'inquisitrice è uscita di testa! Ha un piano folle! Voleva barattare Jace per gli strumenti mortali con Valentine!»

«Alexander, tu devi capire che perdere una persona amata è un dolore immenso e questo è il risultato»

«Che cosa significa?»

Lui si alza e mi viene vicino:«Penso proprio che non amerò mai nessun altro oltre a te» mi sussurra a pochi centimetri dalle labbra.
Il mio cuore batteva all'impazzata. Speravo che lo facesse, che mi baciasse, lo desideravo. Si, lo desideravo davvero.
Inaspettatamente sono io ad annullare la lontananza tra noi due. Lo bacio dapprima dolcemente e poi più appassionatamente.
Magnus mi guardò con il suo simbolo demoniaco. Adoravo quegli occhi da gatto dorati, ma non lo avrei mai detto ad alta voce.

«ok Alexander farò quello che vuoi»

«Grazie»

Lui torna a baciarmi appassionatamente e io ricambio. Mi era mancato davvero molto. Mi bacia il collo. Il nostro è un danzare di lingue molto lento e ci accatezziamo il busto a vicenda. I muovimenti di Magnus sono decisi, i miei sono impacciati e timidi. Ma non smettiamo. Muguliamo dal piacere anche se in realtà non stiamo facendo niente di speciale ancora. Non riesco a staccarmi dalle sue labbra.
Dopo pochi minuti ci ritroviamo nudi a guardarci. Osservavo la pelle avorio di Magnus che scolpiva il suo fisico perfetto ed era anche molto dotato. Si lo avevo notato e devo dire che mi faceva un certo effetto. Era strano e bello stare entrambi nudi l'uno davanti all'altro. Io, in confronto a lui, ero bianco latte e beh si anche io mi difendo bene.
Guardo Magnus imbarazzato e le guance rosse fanno capolino sul mio viso.

«Mi fai impazzire quando arrossisci» disse baciandomi e facendomi stendere sul tappeto. Eravamo talmente presi che non ci importava dove eravamo, basta che c'eravamo.
Magnus prende la mia mano e la appoggia sul suo membro:«Mi...mi sei mancato»sussurra come sollevato ed appoggia la sua mano sul mio.

«No...non hai nessuno che ti faccia sfogare?»

«E te?»

«No...ma mi sei mancato anche a me»

Gemiamo insieme per i muovimenti delle nostre mani. Ci baciamo e godiamo insieme di quei momenti perfetti dove ci sentiamo un unica cosa. Non c'era più solo Alec o solo Magnus. Eravamo noi.
Questo era fare l'amore? Sentirsi totalmente parte dell'altro reciprocamente? Se era così mi piaceva eccome.
Non facemmo niente di più che accarezzarci a vicenda e, una volta venuti entrambi sui rispettivi addominali, ci stendiamo sul tappeto stremati abbracciati l'uno all'altro dolcemente.

«Oggi ho imparato a infrangere le regole...ho imparato che è meglio fare la cosa giusta piuttosto che quella che è più facile...ma ti chiedo di darmi tempo per favore»

«Tutto quello che vuoi Alexander»sussurra addormentandosi stremato e dopo un po' lo seguo per riposare un pochino.

città di cenere secondo Alexander Gideon LightwoodWhere stories live. Discover now