Io mi abbandono a te

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Simon trasformato in vampiro mi ha lasciato una certa inquietudine.
La disperazione di Clary era...non poteva funzionare. Io. Magnus. La nostra storia. Non poteva funzionare. Perché ci provavo? Perché lui mi fa stare così dannatamente bene. Guardo Magnus indeciso sul da farsi.

Magnus, notando che lo guardavo pensieroso, dopo che avevamo accompagnato Simon dal "padre adottivo" di Clary e aver sistemato Jace nella sua stanza al loft mi trascinò in camera sua.

«Va bene Alexander. Che ti prende tutt'ad un tratto?»

Lo guardo:«Io non... posso, non so nemmeno perché sia qui con te»

«Perché io ti piaccio. Ed è una cosa normale Alexander. Tutti hanno il diritto di amare»

«Non io...»sussurro stringendomi dalle spalle.

Guardo Magnus che mi guarda come se fosse arrabbiato. Io lo guardo stupito dalla sua rabbia. La rabbia di a chi gli interessa e non vuole perdere quello che c'è. Dopo poco lo vedo avvicinarsi. Istintivamente indietreggio, ma lui non si ferma. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia accarezzandomi la nuca e il fondoschiena stringendomi a lui.

Dapprima, stupito, mugulai e man mano che il bacio andava avanti e lui mi accarezzava lo ricambiavo schiudendo anche le labbra a lui.

La mia resistenza cedette come un castello di carte con un soffio di vento.

Dopo poco mi ritrovo a cercare la sua lingua stringendolo contro di me con sempre più foga. I vestiti stavano stretti e il desiderio aumenta.

Proprio allora Magnus si allontana da me ed io faccio un verso scontento.

«Bene. Alexander. Fai pace tra te e i tuoi desideri»

«I miei desideri?»

«La tua testa potrà anche pensare tutto quello che vuoi Alexander, ma è indiscutibile il fatto che vuoi me. Mi vuoi dolcemente, mi vuoi sessualmente, mi vuoi con tutto te stesso...sai perché lo so? L'ho provato prima di te e sento la stessa cosa. Lo so che andiamo contro la vostra amata legge. La legge è la legge. Beh qui la legge non conta, in casa mia non la voglio nemmeno sentirla nominare. Scusami se te lo dico Alexander, ma me ne fotto altamente di cosa dice la legge! Mi interessa solamente che cosa vuole il vero Alexander Gideon Lightwood! Si Alexander so il tuo nome per intero. Ma non pensare per un solo istante che io ti permetterei di allontanarmi dopo che hai dimostrato, anche se inconsciamente, di amarmi. È puro egoismo, ma se ti devi staccare da me fallo con forza perché io mi attaccherò a te come una cozza sullo scoglio. Io ti amo. Non so in quale altra lingua dirtelo Alec»mi guardò con una decisione e uno sguardo in grado di incenerire chiunque lo fermasse.

Io ero paralizzato dov'ero. Non riuscivo e non volevo muovermi. Avevo ascoltato parola per parola quello che aveva detto. Il combattimento dentro di me aveva inizio tra il mio dovere e quello che volevo.

Guardo Magnus. È indispettito, tanto che dopo un po', mi avvicina baciandolo con forza, cercando la mia lingua per unirla alla sua. Per l'angelo se mi abbandonavo tra le sue braccia.

Le sue dita mi solleticavano la schiena mentre i nostri respiri diventavano un tutt'uno. Lui mi toccò anche la patta dei pantaloni che si indurisce sotto le sue dita. Gemo nella sua bocca.

«Tu questo come lo chiami?»

Lo guardo. Oh vaffanculo a tutto. Questa volta sono io che ci avvicino e lo accarezzo lasciandomi completamente andare.

Lui mi solleva e mi porta a letto dove con le labbra scende sul mio collo lasciandomi tanti piccoli succhiotti. Ansimo e sono impaziente, di cosa? Non lo so nemmeno io. Magnus sogghigna e mi toglie la maglia. Mi bacia ogni muscolo dolcemente. Mentre io reagisco ansimando e eccitandomi all'inverosimile.

«E questo tu come lo chiami?»

Torna a baciarmi con passione che io ricambio ed allora non ho più vergogna e gli tocco il membro:«Desiderio»lo bacio decisamente. Mi alzo facendo rotolare Magnus in modo che stesse sotto di me. Gli accarezzo il petto, i pettorali, i fianchi che reagiscono sotto le mie mani con voglia. Poi infilo la mano nei suoi Jeans mentre glieli tolgo. Sento Magnus gemere mentre la mia mano gli provoca piacere.

Mentre geme richiede le mie labbra e io gliele concedo mentre chiudo gli occhi godendomi il contatto erotico e dolce delle nostre lingue.

Dopo un po' Magnus riesce a togliermi i pantaloni e i boxer stimolando anche lui il mio membro.

Gemevo e continuavo nel mio lavoro anche se stavo impazzendo dal piacere. Ci baciavamo con foga, nudi, sul letto. Stavamo facendo sesso? Forse. Ma cosa importa era bellissimo. Io lo desideravo e anche lui.

Si abbassa sulla mia erezione prendendola in bocca e stimolandomi così con la lingua, le labbra e la mano che lo aiutava a fare un lavoro piacevole da togliere il fiato. Aveva deciso che voleva farmi venire sfiancandomi per la foga che ci metteva. Era divino riceverlo. Quando stavo per venire si fermò.

«Alexander sei sicuro?»

«Ecco...io...voglio te»

«Ti desidero Alec e tu?»

«Io...»non lo sapevo

Mi guarda sorridendomi dolcemente:«Non importa amore, quando sei pronto ok?»

Annuisco amando quell'uomo sempre v più perché metteva sempre in primo piano me.

Mi autostimolo e lui ci avvicina la bocca per ingoiare il mio orgasmo.

Mi sorride appena si asciuga i lati della bocca. Non gli do il tempo di fare nulla quando anche io avvicinai la mia bocca al suo membro caldo e voglioso di attenzioni.

La mano di Magnus era sempre pronta a darmi il ritmo giusto ed accarezzarmi i capelli. Che bello essere guidati da lui su quello che gli piaceva. Sentirlo gemere era per me motivo di tranquillità assoluta. Ma quando lui mi avvertì che stava per venire io non tolsi la bocca, ma continuai finché il suo bacino mi veniva incontro e venne. Ingoio e lo guardo.

«Magnus io credo di amarti»

«Anche io ti amo Alexander»ci addormentiamo abbracciati dolcemente e potevo dire di non essere mai stato così felice in tutta la mia vita come quando ero tra le sue braccia. Mi dimenticavo tutti i problemi e i doveri.

città di cenere secondo Alexander Gideon LightwoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora