La prima litigata

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Tornati all'istituto mamma e papà mi hanno fatto mille domande su quello che avevo detto.
Stavo per dirlo...mi manca il fiato al solo pensiero.
Sinceramente quella runa poteva liberarmi e dannarmi allo stesso tempo.
Jace era impegnato con l'inquisitrice così io me ne vado in camera cercando di evitare quanto più posso i miei. Mia madre continua ad insistere di sapere con chi mi stessi vedendo. Quasi mi vorrebbe fare un interrogatorio dettagliato, manco fosse lei l'inquisitrice.
Per Raziel c'era anche lei. Non mi ricordo nulla di quel che ho detto. Mi sono solo sentito come parte di un sogno: io che dico tutta la verità e io e Magnus ci baciamo...finisce sempre bene. Sospiro e cammino per i corridoi per arrivare in camera quando... dannazione...non è proprio giornata: Izzy.

«Ehi Alec!»

«Non cominciare Izzy»

«E dai Alec stavi per dire tutto a mamma e papà...hai davvero paura di loro?»

«E tu non ce l'hai?»

«No, non ho niente da nascondere io»

«Falla finita Izzy!»

«Alec se non ti liberi, un giorno, esploderai. La runa antipaura ha solo dato un accenno a quello che ti sto dicendo. Eri te stesso poi Magnus ti ha fermato perché ci tiene a te e se davvero hai paura di quello non vuole fartelo affrontare così alla leggera»

Erano parole tutte giuste, ma mamma mi messo al mondo con una testardaggine unica nel suo genere e liquidando il discorso entro in camera mia e mi metto a messaggiare con Magnus.

"Ehi Mag...ehm mi dispiace per oggi"

"Alexander...io non so che dire...la vita è tua fanne quello che vuoi"

"Scusami...io..."

"Tu cosa Alexander? Non ti vergogni di me?"

"É complicato..."

"Allora fammela sbrogliare a me Alec. Tu sei gay e ti piaccio. Vuoi dirlo ai tuoi e a me nel tuo più profondo, ma hai paura"

"Sì è vero ho paura e vorrei parlarti a tu per tu"

"Va bene tra mezz'ora sono lì Alec"

Mi preparo ad una discussione con il ragazzo che più mi piaceva a questo mondo.
Mi stavo facendo la doccia mentre lo aspettavo per scrollarmi di dosso pesi e preoccupazioni. L'acqua mi accarezzava il corpo strappando via con sè tutto quello che mi faceva star male.
Sento una presenza accanto a me, ma penso che sia solamente la mia testa, ed invece lui era lì dietro di me. Mi bacia il collo e mi accarezza il ventre. Mi lascio andare contro di lui. Gemo leggermente mentre le sue mani mi accarezzano dolcemente. Apro gli occhi di scatto quando stringe i miei fianchi spingendomi contro di lui sentendo chiaramente la sua erezione premere.
Io non sapevo che fare. Non ero pronto ancora a farlo con lui. Magnus mi sussurra all'orecchio:«Alec non ti violento rilassati»
Involontariamente gemo e lui mi bacia il collo spingendo il suo bacino contro di me iniziando a gemere anche lui.
La doccia era molto piccola per starci in due. Dovevamo stare a stretto contatto e a noi non dispiaceva. I nostri baci erano appassionati e io ero felice di sentire la sua erezione volermi così tanto e indurirsi sempre più mentre si strusciava contro di me. Io gemevo sentendomi coccolato e amato. Gemevamo entrambi l'uno nella bocca dell'altro il mio bacino si muove per dargli più piacere. Magnus mi accarezza e stimola po'era farmi venire.

«Oh Magnus»mi mordo le labbra

«Si Alexander?»

«É bellissimo»

«Hai ragione fiorellino. Lo è»

I suoi gemiti aumentano e si muove più freneticamente contro di me ed anche la sua mano si muoveva sempre più veloce sulla mia erezione finché non venimmo insieme.

Avevo tutta la schiena sporca e la base della doccia anche. L'acqua portava via tutto questo come se non fosse mai successo.

Guardo Magnus. «Mi dispiace»

«É stato bellissimo Alec»

«Magnus io...»

Mi mette due dita sulle labbra:«Non dire niente amore mio ho capito cosa intendi. Aspetterò promesso»

Lo bacio come a ringraziarlo e uscendo dalla doccia chiedo a lui:«Dormi con me stasera?»

«Tu lo vuoi?»

«Si»

«Allora ok»

Ci mettiamo a letto a riposare insieme stretto l'uno all'altro amorevolmente.

città di cenere secondo Alexander Gideon LightwoodWhere stories live. Discover now