Magnus é la mia salvezza

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Un mormorio sbigottito percorse la folla. Chi portava il cappuccio lo tirò indietro e conoscevamo molti dei Cacciatori nel giardino.

«Per l'Angelo» lo sguardo incredulo di Maryse scivolò da me a Jace, sfiorò appena Clary e tornò a sua figlia. Quando Maryse aveva parlato, Jace si era allontanato da me e se ne stava un po' discosto dagli altri tre, con le mani in tasca, mentre Isabelle torceva nervosamente la frusta bianco-dorata tra le mani.

Io, intanto, armeggiavo con il cellulare, ero nei guai dovevo salutare Magnus prima che mia madre mi ammazzi.

«Alec, Isabelle, cosa ci fate qui? C'è stata una richiesta di soccorso dalla Città Silente...» 

«L'abbiamo presa noi» dissi. Il mio sguardo si muoveva con ansia sulla folla radunata. Era la più grande schiera di Cacciatori adulti mai vista. Continuavo a far scivolare lo sguardo da un viso all'altro, notandone le differenze. Ma nonostante le differenze di età, razza e aspetto complessivo, davano tutti la stessa impressione di un'enorme forza trattenuta. Mi sentivo come davanti ad un plotone di esecuzione. Almeno avevo salutato Magnus prima di morire.

 Una di loro, una donna dai capelli argentei ondulati, ci fissava con uno sguardo intenso, quasi di sfida. Clary sbatté gli occhi e distolse lo sguardo.

«Non eravate all'Istituto... e non potevamo contattare nessuno... così siamo venuti noi.»dissi cercando di giustificarci dicendo la verità

«Alec...»

«Comunque non importa» dissi. «Sono morti. I Fratelli Silenti. Sono tutti morti. Sono stati assassinati.»dissi seccamente e duramente.

Questa volta la folla raccolta non emise alcun suono. Anzi, sembrò immobilizzarsi, come può immobilizzarsi un branco di leoni che ha individuato una gazzella.

«Morti?» ripeté Maryse. «Cosa vuoi dire con morti?»

«Credo che sia piuttosto chiaro cosa vuol dire.»

Una donna con una lunga veste grigia apparve all'improvviso al fianco di Clary. Alla luce tremolante, lei vide che aveva un aspetto inquietante, tutto spigoli, con i capelli raccolti all'indietro e occhi come neri buchi scavati nel viso. Aveva una grossa stregaluce attaccata a una lunga catena d'argento avvolta intorno alle dita più ossute che Clary avesse mai visto. «Sono tutti morti?» chiese rivolgendosi a me. «Non avete trovato nessuno vivo nella Città?»

Io scossi la testa. «Per lo meno non li abbiamo visti, Inquisitrice.»

«Non li avete visti» ripeté l'Inquisitrice, gli occhi simili a perline dure, scintillanti. Poi si rivolse a Maryse. «Potrebbero esserci dei superstiti. Direi di mandare i tuoi nella Città per un controllo approfondito.»

Le labbra di Maryse si serrarono. «Benissimo.» Si girò verso gli altri Cacciatori, vicini alla ventina che alla trentina, anche se lo shock della loro apparizione li aveva fatti sembrare una folla brulicante.

Maryse parlò sottovoce a Malik, che annuì. Poi ordinò ai Cacciatori di avviarsi verso l'entrata della Città di Ossa. Mentre tutti scendevano le scale in fila indiana, impugnando le stregaluci, lo splendore nel giardino cominciò ad affievolirsi. L'ultima della fila era la donna dai capelli argentei. A metà delle scale si fermò e si girò per guardarsi indietro... i suoi occhi andarono dritti su Clary. Erano pieni di un desiderio tremendo, come se morisse dalla voglia di dirle qualcosa. Dopo un istante, si calò nuovamente il cappuccio sul viso e scomparve nelle tenebre. La mamma era nera...ed erano guai.

Maryse ruppe il silenzio. «Perché qualcuno dovrebbe voler uccidere i Fratelli Silenti? Non sono guerrieri, non hanno marchi da battaglia...»

«Non essere ingenua, Maryse» disse l'Inquisitrice. «Non è stato un attacco casuale. I Fratelli Silenti non saranno guerrieri, ma sono dei guardiani, e anche molto bravi nel loro lavoro. E non sono facili da uccidere. Qualcuno voleva qualcosa che era custodito nella Città di Ossa e, per averla, era disposto a uccidere. È stata un'azione premeditata.»

città di cenere secondo Alexander Gideon LightwoodWhere stories live. Discover now