Nuove rune

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Il giorno dopo io e Jace torniamo da Luke. Maia, Clary, Magnus e Luke già svegli.

Magnus aveva uno stranissimo e fortissimo odore di pompelmo. Non era il suo solito odore. Normalmente sapeva di sandalo e di buono.

Entriamo in casa con una scatola bianca tra le mani.

 Magnus si tolse svelto l'asciugamano dalla testa e lo lasciò cadere dietro la poltrona. Senza gel e glitter, i suoi capelli erano scuri e lisci e gli arrivavano a metà schiena. Era tremendamente sexy. Per l'angelo fermatemi, se ci penso ancora un po'avrò un erezione così dura che solo lui potrebbe calmare. Per l'angelo Alec! Basta!

 Jace era teso, stanco e tirato, gli occhi cerchiati di grigio. Guardavano Clary inespressivi e si posarono su Maia, che stava ancora piangendo in silenzio e non doveva averli sentiti entrare. «Tutti di buonumore, a quanto vedo» osservò.

Maia si strofinò gli occhi. «Merda» mormorò. «Detesto piangere davanti ai Cacciatori.»

«Allora vai a piangere in un'altra stanza» disse Jace, la voce priva di qualsiasi calore. Lui difficilmente diventava così serio. Ero certo che qualcosa non andasse. Cercavo gli occhi di Magnus cercando di fargli capire che mi preoccupava il suo comportamento anche se cercavo di mantenere una certa serietà.  «Possiamo fare volentieri a meno di sentirti frignare mentre parliamo, o no?»

«Jace...» cominciò Luke in tono ammonitore, ma Maia si era già alzata ed era uscita a grandi passi dalla porta della cucina.

Clary si rivolse a Jace. «Parlare? Ma non stavamo parlando.»

«Però dobbiamo farlo» disse Jace, lasciandosi cadere sullo sgabello del pianoforte e stendendo le sue lunghe gambe. «Magnus deve farmi una lavata di capo, vero, Magnus?»

«Sì» rispose lo stregone distogliendo gli occhi da me giusto il tempo necessario per guardarlo male. «Dove diavolo sei stato? Pensavo di averti detto chiaro e tondo che dovevi rimanere a casa.»

«Io pensavo che non avesse scelta» osservò Clary. «Che fosse costretto a stare dove stai tu. Sai, per via della magia.»

«Di norma è così» disse Magnus inquieto «ma ieri notte, dopo tutto il lavoro che ho avuto, la mia magia si è... esaurita.» 

«Esaurita?»

Ok, iniziavo a preoccuparmi.

«Già.» Magnus sembrava più arrabbiato che mai. «Neppure il Sommo Stregone di Brooklyn dispone di risorse inesauribili. Sono un essere umano. Be'» si corresse «semiumano, quantomeno.»

«Ma dovevi pur esserti accorto che le tue risorse erano esaurite» disse Luke in tono conciliante «no?»

«Sì, e ho fatto giurare a quella carogna di rimanere in casa.» Magnus fulminò Jace con lo sguardo. «Adesso so quanto valgono i tanto decantati giuramenti dei Cacciatori.»

«Dovevi farmi giurare nel modo giusto» disse Jace imperturbabile. «Solo un giuramento sull'Angelo ha un qualche valore.»

«È vero» confermai. Era la prima cosa che dicevo da quando aveva messo piede in casa ed era per difendere il mio parabatai contro il ragazzo che mi piaceva. Insomma più o meno...bella mossa davvero...

«Certo che è vero.» Jace prese la tazza di caffè di Maia e bevve un sorso. Fece una smorfia. «Zucchero.»

«In ogni caso, dove sei stato tutta la notte?» chiese Magnus con voce aspra. «Con Alec?»

Oh Magnus é geloso di me, che dolce. Mi sento quasi lusingato.

«Non riuscivo a dormire, così sono andato a fare una passeggiata» rispose Jace. «Quando sono tornato, mi sono imbattuto in questa anima in pena che ciondolava sulla veranda.» Indicò me.

città di cenere secondo Alexander Gideon Lightwoodحيث تعيش القصص. اكتشف الآن