Capitolo 13.

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«Hyunjin, va bene questo?»

La festa sarebbe iniziata di lì ad un'ora e Changbin stava ancora chiedendo consigli all'amico sul proprio outfit. Era estremamente indeciso, continuava a ripensarci e cambiare vestiti.

Non importava che fossero a casa dei genitori di Hyunjin e che avesse portato con sé solo una parte ampiamente limitata del suo fantastico guardaroba. Non si aspettava di certo di dover partecipare ad una festa con il suo ex.

Hyunjin sospirò rumorosamente, spostandosi nella stanza dove si trovava Changbin e squadrandolo dalla testa ai piedi.

«Changbin. È una festa, non un matrimonio. Vestiti come sempre.» Hyunjin chiuse gli occhi, pizzicandosi il ponte del naso.

Changbin alzò gli occhi al cielo e cominciò a spogliarsi per cambiare di nuovo abiti.

«Gesù! Non potevi almeno aspettare che uscissi? O stai prendendo questa storia dei finti fidanzati troppo seriamente? Perché, tesoro, nei tuoi sogni» affermò Hyunjin insolente e il più grande sbuffò.

«Siamo amici da troppo. Siamo onesti, non c'è niente qui che non hai ancora visto.» Changbin indossò una semplice maglietta bianca e si coprì con una giacca di pelle. Tenne gli skinny jeans neri che aveva già.

«Sì, va meglio. Stai così. Ciao. Se ti sento urlare il mio nome un'altra volta per controllare il tuo outfit, ti sbatto fuori a calci.» Hyunjin si voltò senza ulteriori indugi.

Era un po' troppo sfacciato quel giorno. Changbin decise di divertirsi un po'.

«Hey, Hyunjin! Aspetta. Che ne dici delle scarpe?»

Changbin sentì l'amico urlare e cominciò a ridere, prendendo un paio di adidas bianche e nere.

Sperava che la festa non fosse troppo noiosa e imbarazzante.

***

«Sono le mie scarpe quelle?» esclamò Hyunjin mentre erano seduti in taxi, diretti all'indirizzo che aveva dato loro Felix.

«Sì, mi sembrava che stessero bene.»

«Ma se hai un piede più piccolo di me, come...perché dovresti-»

«La bellezza è dolore.» Changbin gli fece un occhiolino. «E calze e suolette.»

Ormai Hyunjin era troppo stanco perché gliene importasse qualcosa, quindi stette zitto e si limitò a guardare fuori dal finestrino, chiedendosi per quanto a lungo ancora sarebbe stato costretto a restare chiuso in un taxi con quell'idiota del suo migliore amico.

Fortunatamente, l'organizzatore della festa, Minho, non abitava troppo lontano e riuscirono ad arrivare giusto in tempo.

Mentre cercavano di decidere se suonare il campanello, bussare o semplicemente entrare, sentirono una voce famigliare.

«Ragazzi! Siete arrivati!» Jungeun sorrise, uscendo dalla macchina. Felix e altri due ragazzi che Changbin ricordava vagamente la seguirono. Jisung e Seungmin.

Jungeun dovette bussare più volte prima che un ragazzo, all'incirca della loro età, aprisse, sorridendo ampiamente. Furono subito accolti da musica rimbombante e luci stroboscopiche.

«Ah Jungeun, sei arrivata. Felix, da quanto tempo.» Continuarono a salutarsi fino a quando lo sguardo del ragazzo non si soffermò su Changbin e gli altri. «Jungeun e gli amici di Felix, presumo. Non credo che ci siamo mai visti primi. Sono Minho, forza entrate!»

A Changbin piacque subito Minho, sembrava amichevole. Quando entrarono, il volume della musica aumentò drasticamente e Changbin si sentì sopraffatto. Era passato un po' di tempo da quando era stato ad una vera festa l'ultima volta.

The Marriage Pact || Changlix [TRADUZIONE]Where stories live. Discover now