Capitolo 25.

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«Non puoi restare per sempre, devi tornare.»

«Non posso evitarlo comunque, prima o poi succederà e basta. State solo rimandando l'inevitabile.»

«Stai rischiando tutto...per cosa? Uno stupido ragazzino per cui hai perso la testa? Perché non gli dici la verità, se lo ami così tanto?»

«Non voglio fargli del male.»

«Ma così farai del male a te stesso.»

«Mi farei del male più e più volte per lui.»

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«Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri Changbinnie, tanti auguri a te!» Stavano cantando quasi urlando e Changbin, arrossendo a causa di tutta quell'attenzione, abbassò lo sguardo.

Quando la canzoncina finì, la stanza si riempì di urla e battiti di mani. Changbin si aprì in sorriso a trentadue denti e soffiò sulle ventisette candeline per spegnerle.

Minho aveva prenotato una sala in un hotel a cinque stelle come regalo di compleanno. Changbin si era dispiaciuto, non gli sarebbe importato fare una semplice festa a casa di qualcuno, ma Minho aveva insistito, dicendo che non erano poi chissà quanti soldi.

«Sei così vecchio!» Hyunjin gli si avvicinò, tirandogli una pacca sulla schiena e Changbin tossì.

Spalancò gli occhi in un muto terrore. «L'anno prossimo è il tuo turno, sta attento a come parli vecchietto.»

Hyunjin rise e lasciò che anche gli altri potessero congratularsi con il festeggiato. Nonostante tutti gli auguri e i ringraziamenti condivisi, Changbin non fece altro che cercare una testolina bionda.

All'improvviso delle mani gli coprirono gli occhi, impedendogli di vedere. «Indovina chi sono» sussurrò una voce familiare, il respiro che gli solleticava l'orecchio, e Changbin ridacchiò.

Dopo essersi voltato, Changbin lasciò a Felix un bacio a stampo e disse: «Mh, speravo che fossi G-Dragon, ma immagino che mi dovrò accontentare di te, Lee Felix.»

Felix lasciò che un verso di indignazione gli lasciasse le labbra e colpì Changbin su un braccio. «Forza, usciamo da qui.» Lo afferrò per il polso, ma Changbin esitò.

«Non dovrei restare alla mia festa di compleanno? Non sarebbe da maleducati?» chiese.

«È tutto a posto, si divertiranno anche senza di noi. E comunque capiranno quando noteranno che siamo scomparsi entrambi.» Changbin rise alla risposta di Felix e si arrese, lasciandosi trascinare fuori.

Fecero lo slalom tra un po' di gente, per poi salire le scale fino a raggiungere una porta con la scritta "ingresso per il tetto".

«Oh, il tetto? Che cliché» scherzò Changbin.

Felix gli fece la linguaccia. «Stai zitto, lo adorerai. Aspetta di vedere...». Quando aprì la porta, Changbin fu accolto da una vista meravigliosa.

Il tetto era ricoperto di vegetazione e le luci soffuse appese ai lati creavano un'atmosfera iridescente. C'era una piccola cascata artificiale lungo una parete, insieme ad alcune sedie e un'altalena. Si riusciva a vedere il profilo della città da lì.

Changbin sussultò. «Hai fatto tutto tu?»

«Che? No! Non ho un centesimo» rise Felix. «È stato sistemato così dall'hotel. Io ti ho solo portato qui, sperando che non ci fosse nessun altro...». Si diede uno sguardo intorno. «Immagino che la fortuna sia dalla nostra parte.»

Changbin corse immediatamente verso l'altalena e subito Felix lo seguì, sedendosi sul seggiolino accanto al suo.

Restarono seduti in silenzio per qualche minuto, oscillando leggermente e ammirando le luci che scintillavano intorno a loro. Felix era seduto vicino a Changbin, ma non abbastanza da potersi toccare. Non avevano bisogno di contatto fisico continuamente per dimostrare il loro amore. Il semplice stare insieme era abbastanza.

The Marriage Pact || Changlix [TRADUZIONE]Where stories live. Discover now