Capitolo 39

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HARRY'S POV
Clayton era appena entrato nella stanza, provando a fermare il bordello che si era appena creato.

"Ho detto basta!" Gridò, facendo fermare i movimenti di tutti.
Guardai dietro di lui, notando lo sguardo di Claire su di me, decisamente preoccupato.

"Ma che cazzo vi dice il cervello?" Continuò a sbraitare, non ascoltando le sue parole successive.
I nostri occhi non smettevano di studiarsi, rimanendo impalato in quella posizione.

I suoi occhi leggermente lucidi stavano cercando protezione. Stavano cercando la forza in me che mai avrei potuto trasmetterle.

Tagliai quel contatto visivo non appena lo sentii troppo profondo, quella ragazza stava riuscendo ad abbattere tutti i muri che mi ero creato e non andava per niente bene.

"Sto parlando anche con te." La voce del mio presunto padre mi riportò momentaneamente alla realtà.
"È troppo tardi per dirmi cosa devo fare, avresti dovuto farlo prima." Sputai infuriato, uscendo immediatamente da quella villa prima che facessi ricominciare la guerra.

"Harry!" La sua voce era calda, anche se un po' tremante.
"Cosa vuoi?" Mi voltai lentamente, aspettando che mi raggiungesse in modo da poterla sentire e vedere meglio.

"Non avresti dovuto fare tutto questo, non per me."

"Ormai l'ho fatto." Dissi freddamente, andando dritto verso una meta qualsiasi.
"Dove vai?" Mi chiese, facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Lontano da qui."
"Vengo con te." Sbatteì ripetutamente gli occhi, rimanendo nuovamente incantato nei suoi dopo questa risposta inaspettata.

"Ti ho aiutata solo perché era giusto, non credere che sia cambiato qualcosa tra di noi." Chiarii subito, vedendola irrigidirsi ed annuire, mantenendo la testa bassa.
"Torna dentro e vedi di non combinare altri casini." Indicai quella merda di casa, facendo il giro della macchina per entrare.

Cercai le chiavi della macchina nelle mie tasche, sentendo un profumo fresco e primaverile farsi spazio tra le mie narici.
Sentii poi il rumore dello sportello chiudersi, sospirando quando vidi la sua espressione soddisfatta.

"Fai sempre il contrario di quello che ti dico." Appoggiai il gomito sul bracciolo dell'auto, guardandola con attenzione.
"E poi mi tocca salvarti il culo." Terminai, sentendola sbuffare rumorosamente, seguita da una mia risatina.

"Dove andiamo?" Chiese mentre cercava di mettersi la cintura.
"Ovunque che non sia casa." Sussurrai, vedendola alzare di scatto gli occhi. Pentendomi subito di quello che avevo detto.

SISSIE'S POV
Mi risvegliai dopo non so quanto, facendo pressione con la mano su un punto della testa dove sentivo un dolore fin troppo forte.

Controllai la mia mano, che avevo premuto sul punto dolorante, vedendola ricoperta di sangue.

Mi guardai attorno, vedendo il corpo di Rylee steso per terra privo di sensi.
La luce era veramente poca e il posto era umido e poco pulito.
Sembrava di essere in un bunker, più tardi avrei sicuramente scoperto dove cavolo mi trovassi.

Clayton mi aveva mandato in soccorso di Alex e Rylee, dato che non erano rientrare a casa nel tempo stabilito e non avendo più dato loro notizie.
Gli uomini di Blake ci avevano ingannate, non riuscendo a stendere tutti i suoi uomini adesso mi ritrovo qui, senza nessun piano e nessun'arma.

"Rylee." Scossi la sua spalla, provando a svegliarla. Mormorò qualcosa, per poi alzarsi con il busto.
"Ma che succede?" Si toccò la testa, probabilmente dolorante "stai sanguinando." Mi indicò un po' spaventata.

"Alzati, non ho idea di dove siamo." L'aiutai a tirarla sù, facendola appoggiare un po' sul mio corpo anch'esso, però, debole.

"Alex è riuscita a scappare, torneranno in nostro aiuto." La vidi annuire alle mie parole.

Holmes ChapelWhere stories live. Discover now