Angryness

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Qualcosa non andava.

C'erano lacrime di nervoso che le riempivano gli occhi.
C'era un groviglio di viscere e emozioni all'altezza del diaframma.
C'erano delle urla strozzate nella gola.
C'era musica furiosa nelle sue orecchie.
C'era la pelle accapponata e c'erano le mani tremanti.
C'era il corpo incandescente.

C'era una bomba che voleva esplodere.

C'era la forza che sembrava essersi accumulata in corpo, sovraccaricato.
C'erano tutte le parole che volevano liberarsi dalla sua testa.
C'erano i piedi che fremevano all'idea di scappare.
C'erano le lacrime segrete che volevano farsi vedere e brillare sotto la luce del sole.

C'erano urla che volevano librarsi nell'infinito, con una potenza, con una travolgenza che la voce non sarebbe bastata.

C'era il sangue che pompava nelle vene, con la brama perversa di scorrere sul corpo e gocciolare e terra per far uscire tutto lo schifo.

C'erano i corpi che supplicavano l'espressione dell'oscurità nascosta, fino a sentire lo sfinimento.

C'erano Anna e Gilbert che volevano scoppiare.

C'erano Cole e Diana che volevano scoppiare.

C'erano tutti che volevano permettersi di essere rotti e liberi, perché c'era un male così estenuante da volersi strappare la pelle per liberarsi di quello sporco.

E Anna ruggì, avvampando come un'incendio, strepitando urla rivolte al mare.
Era una tempesta, era un vulcano, era un terremoto.
La rossa stava impersonificando lo il turbamento di mille anime, sotto lo sguardo attento di Gilbert, Diana e Cole.

Erano tutti lì, sulla scogliera, dopo aver assistito allo spettacolo pietoso che era stato il funerale della signora Robinson, una cara donna che spesso li aveva aiutati a scuola, talvolta con velati e saggi consigli.

"Perché non esplodi!? Perché non va tutto all'inferno? Perché sembra di vivere un agonizzante declino? Eh? Perché? Dove sono tutte le promesse? Dove hai lasciato il bene?! Perché io non sto meglio? Perché le immagini del passato mi tormentano e si attaccano alla pelle, mordono le membra nella notte? Perché non risponde mai nessuno?" Biasimò il nulla lei, urlando e facendo uscire tutto, sputando parole e ammettendo le lacrime.
"Anna..."mormorò Gilbert, andando ad abbracciarla.
"No, fa tutto schifo! Fa tutto male! Le persone buone muoiono ed essere buoni porta solo a una gioia effimera. La felicità è come avere fame e mangiare un mirtillo. Non sei mai sazio e non riesci mai a godere delle cose belle perché le dai per scontate." Replicò lei.
"È vero...ci togliamo felicità a vicenda...tu ne sei un'esperta, no?" Chiese lui, facendo un passo indietro.
"Che intendi?" Domandò la rossa.
"Ma come che intendo? Non sei tu quella che si inventa le litigate? Quella che fa di tutto perché le cose vadano male? Cristo, Anna! Ti amo! Lo sai! Eppure cosa fai? Mi respingi! Ci fai litigare! Non mi dai neanche una possibilità!" Sbraitò lui.
"Che possibilità dovrei darti eh? Quella di fregarmi? No grazie! E poi che dovrei fare se funzionasse? Quando te ne vorrai andare? O quando io sarò innamorata, mentre tu capirai che io non sono quella giusta, che non sono mai andata bene?! Tu non mi ferirai, Gilbert Blythe." Dichiarò lei.
"Perché mai dovrei volerti ferire? Io ti amo! Quale contorto pensiero ti fa credere che ti lascerei o tradirei? Perché non darmi nemmeno una possibilità? Sono così stufo di aspettare! Non faccio altro che aspettarti! La vita non è lunga, io lo so! Perché non rischiare e essere felici? Non voglio aspettarti in eterno, ma mi danno per la consapevolezza che lo farei!"ringhiò lui, impetuoso e arrabbiato, seppur dicesse cose tanto piacevoli.
"Perché hai già il potere di ferirmi, idiota!" Asserì lei, spingendolo.
"E non ne vale la pena? Non ti basta la possibilità di essere felice? Di essere amata? Non ti rendi conto che sono qui? Diamine, Anna! Sei una delle poche persone di cui mi importa! Una delle poche che mi restano! Non credi che mi faccia ammattire amarti così? Ho perso tutta la mia famiglia, soffro come un cane...ma ho la forza di rischiare quel poco che resta, mentre te fai la codarda!" Urlò lui come una furia, gesticolando clamorosamente.

Anna era colpita, interdetta e si sentiva come se in un istante il groviglio di emozioni si fosse sciolto, come se il fuoco si fosse spento con una secchiata d'acqua.

"Ok." Disse lei piano.
"Ok? Ok cosa?" Urlò lui confuso e esasperato.
"Ok." Ripetè la rossa, iniziando a camminare a gran falcate verso di lui, prendendogli il viso e baciandolo.

Gilbert era sotto shock.

Completamente bloccato.

Il suo cervello non metabolizzava.

Sentiva le labbra di Anna, calde e morbide, spingere gentilmente le sue e le mani della ragazza tenere delicatamente, ma saldamente, il suo viso.

Quando la ragazza si staccò, rossa per l'emozione e l'imbarazzo, per l'avventatezza, si morse il labbro.

"Ok..."Mormorò ancora la sua voce.

"No! Non è ok!" Replicò lui, improvvisamente sveglio e consapevole.

La strinse a se e la baciò veramente, come aveva sempre voluto fare, come un'amante appena tornato, rudemente e dolcemente, voracemente.
Non era volgare, era voluto.

"Wow...mai visto un funerale finire così bene." Ridacchiò Diana.
"È il vero amore." Affermò Cole soddisfatto.
"Dici che ci sentono?" Chiese lei.
"Dico che ci ignorano." Rispose lui.
"Li invidio..."Mormorò lei.
"Anche io...sono così liberi." Aggiunse il biondo.
"Sembrano così solidi...come se il dolore non li avesse danneggiati...sanno chi sono, chi vogliono, cosa vogliono e hanno la forza di prendersi tutto senza guardare il resto del mondo." Disse lei.
"Ci vuole moltissimo dolore per diventare grandi." Le ricordò lui.
"Vorrei solo delle sicurezze su me stessa." Ammise lei.
"Io so chi voglio...sul resto ci devo lavorare." Commentò lui.
"Io non so niente. Perché?" Chiese lei, guardando il biondo malinconico.
"Sei una brava persona Diana e hai tutto il tempo del mondo per capire.
Ricorda che ti sei concessa di aprire la tua mente sul mondo, che hai accettato le differenze umane, che hai scordato i pregiudizi e che sei rimasta semplicemente buona.
Vanne fiera." Le disse lui.
"È frustante non essere consapevole...pensavo che a questo punto della mia vita sarei stata una di quelle ragazze grandi che tanto ammiravo...eppure se mi guardo allo specchio vedo una bambina." Confessò la corvina, lasciandosi sfuggire alcune lacrime.
"Anche io sono disorientato...non trovo il soggetto giusto, la tecnica giusta...credo che ci manchi un pezzo, Diana...un pezzo che Anna e Gilbert hanno guadagnato e noi no, non ancora...sinceramente tremo all'idea di affrontare la prova per conquistarlo, ma fremo all'idea di averlo." Spiegò Cole.
"Cos'è? L'amore?" Chiese lei.
"No...l'oscurità che trova un'equilibrio con la luce...per creare il perfetto dipinto realista."Rispose lui.

Oltre ogni aspettativa di AnnaWhere stories live. Discover now