I lied

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Allerta fazzollo🤧
Ispirato da giuffralorena




La primavera aveva fatto capolino anche ad Avonlea e aveva portato con se la Pasqua, gioiosamente accolta da tutti gli abitanti...ma quello che davvero importava era stato il discorso del parroco.
"Siate sinceri, la morte è parte del disegno divino e in quanto voluta da egli ha un'influenza sensibile sulle nostre vite...può far emergere aspetti del tempo fisico che noi ignoriamo erroneamente. Siate forti e affrontate a testa alta ciò che essa porta con se, come ha fatto Gesù, sacrificandosi per tutti noi. Glielo dobbiamo." Aveva pronunciato il vecchio, con affascinante saggezza.

Parole così preziose non poterono passare inosservate alle orecchie della giovane rossa al fianco di Marilla Cuthbert.

La bambina, accarezzata dalla morte ad un'età troppo prematura, era perfettamente consapevole di quanto potere avesse su chi respira e aveva deciso di vivere al meglio che potesse...ma qualcosa la turbava.
Si sentì sporca, come quando ti resta un po' di zuppa sulle labbra dopo aver mangiato.
Un fastidio difficile da notare, ma anche estremante persistente.
Aveva sbagliato qualcosa in buona fede, ma continuava a rimuginare su come cancellare quella menzogna senza offendere chi non se lo meritava.
I rumori del picnic parrocchiale diventarono ronzii lontani durante il secondo pomeriggio e mentre tutti festeggiavano la resurrezione del Signore, lei si allontanava di soppiatto nei boschi.
Passo dopo passo si ritrovò seduta su una panchina di pietra, davanti a delle austere lapidi di pietra, su curi erano incisi diversi nomi in caratteri semplici.

Quando fu vista, il proprietario di quei magnetici occhi castani credette di avere una visione.
Sedeva scompostamente, ipnotizzata dalle fredde pietre che servivano per non dimenticare, tacendo e mordendosi il labbro inferiore, troppo occupata a pensare per accorgersi del mondo intorno a lei.
Non era come i molti fiori selvatici che quell'anno incorniciavano il piccolo cimitero, ma era tetra come le erbacce al suo interno.

"Anna?" La chiamò confuso.
"Ti ho mentito..."Mormorò lei.
"Che cosa?" Chiese Gilbert.
"Quando ci siamo rivisti a Charlottetown, quando mi sono scusata dopo il funerale...cioè, è vero che sono più consapevole e non conoscevo il dolore del lutto, ma ho mentito quando ho detto che eri più sfortunato di me.
Ora sono fortunata, però prima dei Cuthbert io non avevo niente: non c'erano ricordi, non c'erano insegnamenti, non c'erano cimeli e tutt'ora non ci sono lapidi...per un po' ho anche temuto che sarebbero stati bloccati da qualche parte come fantasmi perché non avevano avuto un funerale in piena regola.
Tutti se li sono dimenticati e io sono la prima a non ricordarli, pur essendo frutto loro.
Io ti invidio: lui ti ha lasciato qualcosa...
Quel giorno volevo solo che sembrasse che io capissi, perché mi sentivo terribilmente in colpa per il fraintendimento avvenuto e sapevo che eri troppo triste per empatizzare il mio ragionamento. Non l'ho mai pensato per farmi compatire, ho solo voluto che ti sentissi un po' meno male, che capissi la fortuna che hai avuto nel conoscere l'amore e nel ricordare tutto quello che ti hanno dato.
Avere nostalgia è un dono perché si ha avuto qualcosa da perdere e si è ben consapevoli di quella cosa." Spiegò la ragazza, cercando di reprimere il bruciore agli occhi.
"Vorrei crederti, ma quando muore qualcuno che ami lascia un vuoto incolmabile che nessuno riesce a riempire nella tua vita e quando poi sentì tutto quello che hai scivolarti tra le mani come se fosse sabbia...tu sei inerme e non puoi combattere e vieni travolto da questa nefasta sventura...si riduce tutto solo a tanto dolore e non c'è frase o ricordo che ti possa salvare." Replicò lui duramente, sentendosi colpito su un nervo scoperto.

Anna era Anna, ma per quanto potesse condizionarlo o per quanto la amasse, ogni discorso sulla sua famiglia lo rendeva immune alla tenerezza a cui era solito sciogliersi.

Oltre ogni aspettativa di AnnaWhere stories live. Discover now