It's a game

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"Gilbert Blythe, il sogno proibito di ogni ragazza di Avonlea...quello che può avere tutto e tutte, quello che incanta con un sorriso...mi chiedo se hai mai dovuto rincorrere qualcuna, se hai mai desiderato vanamente una ragazza, se hai mai sognato anche tu qualcuno proibito...chissà che si prova ad essere quella persona." Disse Anna, prendendo il mento del ragazzo tra le dita, esaminandolo, accarezzandogli il viso, sfidandolo.
"In effetti una ci sarebbe...ma non le lascerei mai scoprire che la desidero." Ammise lui, sfidandola a sua volta.
La rossa sorrise.
"Ovviamente..." Sussurrò, allontanandosi e scendo dal banco.
"E tu? C'è qualcuno su questa isoletta che stuzzica la tua fantasia? O sei magari tra le fanciulle che stravedono per me?" Domandò lui, alzandosi dalla sedia e seguendola con lo sguardo.
"Mmmhhh...no, non mi fido degli uomini, sopratutto quelli come te.
So cosa vuoi, cosa ti manca, ti si legge in faccia...e al momento ti piace ciò che non hai, quindi qualcuno che ti accudisca, che ti sussurri che andrà tutto bene, che ti faccia sentire meno vuoto...vuoi riempire lo spazio che hai nella tua vita, non brami il potere o il sesso. Non hai più ambizioni lavorative, hai solo ideali di vita o umanitari.
Sei un'orfano, come me...abbiamo tutti la stessa oscurità negli occhi, la sfiducia nel futuro e la paura del destino." Disse lei.
"Quasi tutto corretto.
Non ti si può nascondere proprio niente eh?" Constatò lui.
"Già, vedo le sfumature." Affermò lei.
"Io, invece, penso che tu desideri giocare e testare i tuoi avversari, spingere gli alleati fino al limite e vedere chi resta, di chi ti puoi fidare, chi è degno di accedere a quel lato di te così ben occultato." Replicò il ricciolo.
"Oh, il bimbo dimostra davvero tanta perspicacia! Potrebbe ambire a un bel lavoro." Lo canzonò lei.
"Ho ragione, quindi...beh, perché non lo fai? A me piacciono le sfide, quindi ti sfido a giocare con me." Affermò lui.
"Davvero? Non credi di essere un po' troppo abituato alle campagnole? Ti prendi un bel rischio, Blythe...e se vedermi scivolarti fra le dita ti facesse innamorare di me?" Domandò lei, appoggiandosi al muro con un ghigno.
"E se avermi per qualche secondo facesse innamorare te?" Chiese lui.
"Oh povero, povero, ingenuo Gilbert..." sospirò Anna, avvicinando a lui e allacciando le braccia intorno al suo collo.
"Non hai idea del mio lato oscuro." Concluse con un sorrisetto malizioso.
"Una cosa la so: mi attira da morire." Asserì lui,  sorridendo discolo.
"Da cosa potremmo iniziare? Con cosa potrei spezzare ogni tua fantasia? Magari con l'atmosfera giusta..."disse lei, prendendo il cellulare e selezionando sweater weather dei Neighbourhood.
"Musica?" Chiese lui perplesso.
"Musica."ripetè lei, prendendogli il braccio e facendolo girare con se, per poi trascinarlo al banco dove poggiò il cellulare.
"Cosa vuoi fare adesso? Ballare?" Domandò ironicamente.
"Si, voglio ballare." Rispose lei, iniziando a poggiare le mani sul suo coppino.
Non vedendolo reagire, la rossa alzò il sopracciglio e fece scivolare la mano lungo il suo braccio, fino a prendergli delicatamente il pugno dalla tasca, aprirlo e portarselo ai fianchi.
"Non ti piace ballare? È così facile e poi nessuno ci vedrà..." Cercò di convincerlo, con uno dei suoi sorrisi più belli, mentre si mordeva leggermente il labbro, dondolando lentamente.
"Provo a capire che hai in mente...sei orribilmente enigmatica."Commentò lui assorto.
"Shh...rilassati Gil." Lo tacque, appoggiando la testa sulla sua spalla e rendendo il ballo più intimo.

Il ricciolo avrebbe dovuto salvaguardarsi, fermarla, ma lo stava incuriosendo fin troppo e lui si chiedeva dove si sarebbe spinta.
Farlo innamorare? Lo era già.
Dargli quello che voleva e poi riprenderselo?forse, ma era troppo infame per essere il suo obbiettivo.
Dominarlo con la furbizia? Definitivamente la più probabile.

Le avrebbe lasciato fare?
Assolutamente!
Era la sua grande occasione!

Se ne sarebbe pentito?
Con ogni probabilità...

"Sei così rigido, guarda che non mordo." Borbottò lei, facendo scivolare una mano sul suo pettorale, mentre l' altra giocava con i capelli corvini.
"Non ti credo, Carotina." La provocò lui.
"Mmhh...Ho sempre odiato quel soprannome..."si lamentò la ragazza, nascondendo il viso tra nell'incavo del collo di Gilbert.
"Io lo adoro, anche se non è stata la mia scelta più furba: avrei dovuto dire ciliegina o fragolina, perfino peperoncina sarebbe stato meglio, ma le trecce assomigliavano troppo a carote." Si rammaricò lui, ridacchiando al ricordo e stringendola di più.
"Quel giorno avrei dovuto farmi la coda."Affermò lei, con le labbra così vicine alla pelle del collo di lui che un brivido lo scosse.

Miseriaccia.

"Mi fai abbassare la guardia, Anna?" Domandò con un fil di voce il ragazzo.
"Perché? Ci sto riuscendo?" Chiese lei.
"Forse...mi sembra di indietreggiare mentre tu avanzi e acquisisci i punti che perdo." Ammise lui.
"In amore e in guerra è tutto lecito." Replicò la rossa.
"Questa è guerra o amore?" Indagò Gilbert.
"La prima, la seconda, forse tutte e due...il confine è così leggero, le guance ricevono baci e schiaffi allo stesso modo." Rispose lei, lasciandogli un bacio alla base del collo, poi risalendo con estenuante lentezza.
Prima il collo, poi la mascella, un leggero tocco sulla guancia guancia e un'ultima contatto sull'angolo delle labbra.
"Non mi ricorda per nulla uno schiaffo." Sussurrò lui, completamente assorto da Anna.
"Forse perché non voglio schiaffeggiarti." Rispose semplicemente lei, accarezzandogli il viso e aggiustandogli i capelli.
"Cosa stai facendo, Miss Shirley-Cuthbert?"Domandò lui confuso.
"Vorrei darti il peggio di me, mostrarti il lato più oscuro...ma ogni volta che ti sfioro sento solo la luce." Ammise lei, accennando appena a un sorriso nostalgico.
"Perché?" Chiese il ricciolo.
"Perché hai bisogno di questo..." Rispose lei, baciandogli la fronte.
"...e di questo..." continuò prendendogli il viso tra le mani.
"...di questo..." Asserì stringendolo a se.
"...ma sopratutto di questo..."Concluse, avvicinando le labbra al suo orecchio.
"Hai abbattuto il muro, Gilbert Blythe..."bisbigliò Anna, lasciando che le sue parole flebili accarezzassero il ragazzo.
"Cosa significa?" Chiese lui.
"Significa questo..."Disse con un sorrisetto, la rossa, prima di baciarlo.

Lentezza e passione arbitrarono il movimento delle loro labbra, creando nuove sfumature nelle loro menti.

"Mi stai raggirando?" Domandò Gilbert, supplicante che non fosse uno scherzo.
Anna non rispose, mantenendo lo sguardo incatenato al suo.
La rossa lo baciò.
E lo ribaciò.
Lo baciò una quarta e una quinta volta.
"No...non ti ho raggirato...c'è qualcosa di diverso!" Ammise lei sorpresa.
"Diverso?" Ripetè lui.
"Diverso..." Rispose la ragazza.
"Quindi?" Chiese lui.
"Devo provare una cosa, tu non ti trattenere."ordinò Anna, iniziando a baciarlo una sesta volta, sempre più velocemente, più complicemente, passionalmente, intensamente e più bisognosamente.
Un bacio sconvolgente, qualcosa di nuovo.
Non si era mai sentita così...voluta.
Lui la voleva con se, non la desiderava, ne apprezzava.
La voleva.
Non la voleva per se, ma con se.

All'improvviso Anna si sentì completa e appagata, come quando uno si rende conto di essere grande, o quando tutte le parole trovano il loro ordine armonico perfetto, con una molteplicità di significati sublimi in un testo strabiliante.

"Questo era nuovo..."Ammise Gilbert, con il fiatone, quando ripresero aria.
Avevano fatto tutto i loro corpi: lui era seduto sul banco, con la schiena contro il muro, ed Anna era a cavalcioni su di lui.
"Cr-Credo che abbiamo giocato col fuoco." Constatò la ragazza, affamata di ossigeno.
"Direi che ho vinto io: sei caduta ai miei piedi." Asserì il ricciolo con un sorriso sghembo.
"Oh, ma andiamo, ti piacerebbe...lo so che ora sono io quella su cui faresti un pensierino." Replicò lei.
"Non ho mai negato di fare pensierini su di te."Precisò lui.
"Divertente Blythe." Ironizzò lei.
"Guarda che sono serio: sei una bella ragazza, interessante e hai un certo caraterrino...mi hai sempre attratto da morire, sei come un mistero irrisolvibile e intrigante." Ammise lui.
Anna fece una risatina e alzò gli occhi al cielo, ma lui la sorprese iniziando a baciarle il collo e accarezzarle il corpo.
"Sono completamente, irrimediabilmente e felicemente affamato di te, del tempo con te e delle tue parole." Le sussurrò lui, conquistandola totalmente.
La rossa sospirò esasperata e sorrise.
"Vieni qua, Blythe." Ordinò, ricominciando a baciarlo.

Quella era di sicuro la migliore punizione di tutta la sua vita!
Avrebbero pulito più tardi...

Oltre ogni aspettativa di AnnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora