Teroldego Rotaliano 2018

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Dai miei tormenti sentimentali ai vostri, eccovi servite!🥳

Ringraziate il vino, il coronavirus e DadaNin .

⚠️non significa che ricomincerò a pubblicare costantemente o assiduamente.🥰












Anna era una brava ragazza, una buona ragazza, una ragazza intelligente, una ragazza rispettabile, una ragazza a modo.
Anna non avrebbe mai e poi mai procurato un dispiacere ai suoi genitori se non per una giusta causa, se non per qualcosa di più grande...non prima di Gilbert almeno.
Già, perché quando ricevi una lettera, in cui il tuo promesso sposo ti da buca per una muffa dal nome greco impronunciabile, beh, allora per una sera la brava ragazza va a dormire prima e la ragazza innamorata resta seduta al tavolo con una voluttuosa bottiglia di vino cremisi.
Già, il succo del peccato, signori e signore.
Anna si era ubriacata solo due volte nella vita: durante il te con Diana per colpa del cordiale sbagliato e la sera della quasi proposta inattesa.
Ma quando il ragazzo migliore della città ti chiede la mano e tu non sei pronta a essere una donna di casa, quando sai già che non sarai una moglie convenzionale, quando sai che il tuo futuro marito non ha ancora capito con chi condividerà il letto...beh, le preghiere non bastano più.
Fu così che Anna accese per la prima volta il giradischi datole in prestito da Josephine Barry e Diana Barry, per scegliere i pezzi del matrimonio.
Ma su, su! Che si aprino le danze in questa sera di lumi soffusi, di candele indifese, di gonne che sfrusciato contro i mobili, di bicchieri e bottiglie che sbattono contro il tavolo legnoso, di passi scoordinati e di pensieri forzatamente rimandati al mattino.
Anna si immaginò che il modesto soggiorno divenisse il casinò lussuoso di Montercarlo, che aveva letto descritto nei libri.
Si immaginò di danzare con altri uomini affascinanti, di spettegolare con le signore, di lanciare i dadi e sfidare sfacciatamente la fortuna.
Poi si immaginò di essere in un pub, nei meandri di Edimburgo, di ballare con principi scozzesi sotto copertura e di recitare Shakespeare sventolando una birra.
Si immaginò in qualche salotto di New York, a spergiurare contro i critici del Times sulla bellezza di certi classici ignorati, a discutere di economia e a sussurrare lussuriosi segreti con le mogli dei capi di stato.
Si immaginò Milano, le sfilate, il cibo italiano, le urla sgangherate, le preghiere in latino e l'arte dietro ogni angolo.
Il carnevale di Rio, con i suoi colori, l'entusiasmo, le urla a perdifiato, i balli esotici, gli sguardi maliziosi e quella vena di piacevole viziosità, per una notte giovane, avventurosa, in cui tutto era concesso.
Infine si immaginò Parigi, la musica, la lingua e Gilbert che la aspettava per una passeggiata sulla Senna, per un valzer con la sola melodia del violino di strada, un bacio nella capitale delle luci e le braccia che la stringevano, la cullavano, il suo respiro che diventava regolare, la guancia era appoggiata al cuscino azzurro e anche se non c'erano coperte a ripararla, il nottetempo canadese era abbastanza mite e il divano abbastanza comodo per una lunga, meritata, dormita.

Oltre ogni aspettativa di AnnaWhere stories live. Discover now