Skateboarding

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"Che bello."
"Come funziona?"
"Lo fai anche a me?"

Quella mattina era strana: i ragazzi sembravano elettrizzati da qualcosa e chiacchieravano come vecchie signore che prendono il tea.

"Ma cosa succede?" Chiese Diana quando lei e l'amica raggiunsero le altre.
"Gilbert si è presentato con uno strano aggeggio e sono andati in visibilio." Spiegò Jane, nei limiti del possibile.
"Uno strano aggeggio?" Ripetè Anna confusa.
"Si, l'ha costruito lui! Non è fantastico? Gilbert è così bravo..."rispose Ruby incantata.
"Sono curiosa! Andiamo a vedere!" Le incoraggiò la rossa.
"Cosa? Non sono certo affari nostri! Sono cose da ragazzi!" Replicò Josie disgustata.
"La sete di conoscenza è un patrimonio umano, non maschile." Ribattè la ragazza, iniziando ad allontanarsi con Diana.
"Aspettatemi!" Le rincorse la bionda innamorata.

Il trio al femminile si avvicinò al gruppo di compagni accerchiato intorno alla figura del bel ricciolo e quando li raggiunsero Anna iniziò a picchiettare con un dito la spalla di Moody, per attirare la sua attenzione.
"Ciao ragazzi, che succede di tanto eclatante da riunirvi così?" Domandò la rossa.
"Nulla che ti riguardi, Fido." Rispose Billy con un ghigno.
"Ignoralo. Io e Bash abbiamo costruito uno skateboard." Intervenne Gilbert, allungando l'oggetto verso le ragazze.
"Wow, è così strano...una tavola con le ruote...come funziona? A che ti serve?"Chiese Anna con gli occhi brillanti per la curiosità.
"L'ho visto a New York, i ragazzi li usano per andare in giro facendo meno fatica. Fanno anche le gare, ma è un po' pericoloso. Si sta in piedi sulla tavola, ci si da la spinta con un piede e si usa il peso del corpo per andare a destra o sinistra. Generalmente hanno le ruote diverse, ma abbiamo dovuto ingegnarci per le strade sterrate di Avonlea." Spiegò Gilbert entusiasta di avere l'attenzione della ragazza.
"È così affascinante! È difficile da usare? Come lo avete costruito? Perché non è piatto? Non ho mai letto di un oggetto con queste caratteristiche!" Continuò la ragazza, lanciando sorrisi gioiosi alle amiche che la affiancavano studiando il mezzo di trasporto.
"La forma aiuta a non scivolare e non è difficilissimo, devi solo farci il callo. Vuoi provare?" Propose il ragazzo.
"Io? Davvero? Posso?" Chiese lei eccitata.
"Ehy! Blythe! C'eravamo prima noi!" Si lamentò Steven.
"Non credo che Anna se ne potrà costruire uno da sola, mentre voi ne avrete uno entro fine stagione, molto probabilmente. E poi non si dice prima le signore?" Replicò il giovane.
"Ma hai detto che è pericoloso! Anna, non essere avventata." Cercò di convincerla Ruby, che già aveva gli occhi lucidi e l'espressione preoccupata.
"Starò attenta e poi non può essere peggio che cadere da un albero!" La rassicurò la rossa.
"Quando sei caduta da un albero?" Chiese Charlie confuso.
"In estate, lunga storia..." Rispose Diana estenuata.
"Non potevo far morire quell'uccellino! Ho letto in un libro di Mattew che se cadono dal nido sono senza speranze!" Si difese Anna.
"Davvero vuoi farlo usare a una ragazzina stupida come Fido?"Domandò Billy sconcertato.
"No, voglio farlo usare a una ragazza intelligente come Anna. Smettila di provarci, ha voti migliori dei tuoi." Affermò Gilbert, prendendo lo skate e mettendolo a terra.

La rossa sorrise e iniziò a guardare attentamente l'oggetto davanti a suoi piedi, tentando di salirci.
Quando era dritta sulla tavola cercò di trovare un equilibrio minimamente stabile, ma non sapeva come guidare l'oggetto.
"E ora?" Chiese al ricciolo.
"Metti le mani sulle mie spalle, ti spingo un po' di lato, così inizi a provare...poi ti insegnerò come spingere la tavola." Spiegò lui.
Lei annuì un po' incerta, ma eseguí le istruzione.
Gilbert le prese a sua volta le braccia e iniziò a spingerla, ma lei sembrò subito perdere la stabilità.

"Visto! Non è capace!" Commentò Fletcher, che guardava annoiato la scena.
"Appunto! Dammi un po' di tempo! Non credo che tu sia nato onnisciente." Lo biasimò la stessa rossa.
"Nato come?" Chiese lui, confuso dalla parola.
"Appunto, taci." Lo zittì Diana, che fissava l'amica con aria preoccupata.
Anna ridacchiò, poi tornò a guardare seriamente Gilbert, che sembrava pensieroso.
"Posso stringerti sui fianchi? Sarebbe più facile tenerti." Domandò egli cautamente.
"Ok..." concordò la ragazza con una smorfia in viso.
Il ragazzo espirò con sollievo e le mise le mani sui fianchi, tenendola meglio e riuscendo a spostarla con più facilità.

Fecero un'intero giro attorno alla scuola, accelerando sempre di più, mentre Anna rideva e cercava di non cadere addosso al ragazzo.

"È divertentissimo, fantastico, eccitante! Diana! Ruby! Dovete provarlo! È una sensazione nuova, diverso da andare su un carro o a cavallo.
Comunque ho idea che se provassi da sola cadrei dopo cinque secondi! Ci vuole molto equilibrio.
Ma andare velocemente con questo aggeggio deve dare un tale senso di libertà!" Esclamò la ragazza entusiasta.
"Volete provare? Poi, magari, ti faccio vedere come si fa senza aiuto. È tutto allenamento, te lo assicuro." Propose Gilbert.

Ruby si ritrovò nel dubbio assoluto: avere una scusa per farsi stringere dalla sua cotta, rischiando di cadere, sporcarsi o farsi male, contro il rimanere al sicuro, ma senza alcun contatto con il giovane.

"Io passo...il vestito è di oggi. Magari dopodomani, così sarà già da lavare!" Rispose Diana, cortesemente.
"Già, tra qualche giorno sarebbe meglio." Concordò Ruby.
"Ragazze, anche io ho il vestito pulito...ma cos'è un po' di stoffa contro l'opportunità di provare qualcosa di nuovo, che viene da New York.
New York! La città più grande del Nord America!
Fidatevi di Gilbert." Le incoraggiò Anna, con un gran sorriso.
"Mi fido di Gil...ma non mi fido dell'aggeggio." Replicò Diana, mentre la biondina annuiva energicamente, facendo ridere i due.
"Per questo siamo qui, pronti a difendervi e proteggervi, signorine." Esclamò Charlie.
"È normale che abbiate paura di usarlo." Aggiunse Steven.
"Si sa che i ragazzi nascono con più coraggio." Concluse Billy.
"Io non ho paura." Affermò Anna.
"Chi ti ha mai definita effettivamente una ragazza, Fido?" Domandò il biondo baldo.
"La natura...?"Rispose ironicamente Gilbert.
"È solo un'orfanella senza femminilità, non sprecarci fiato." Intervenne Carl, il cocco di Billy.
"Io sono femminile, anche molto...semplicemente non ho ragione di esserlo se ci sono solo bifolchi come voi nelle vicinanze. Le scimmie non attraggono le signorine. I rozzi e rudi cavernicoli piacciono solo alle allocche. Date tempo a queste magnifiche creature, che chiamiamo compagne, di uscire da questa città e si renderanno conto di quanto siano patetici i gradassi." Replicò la rossa.
"Puoi già considerarti zitella, pidocchio." Affermò Billy acidamente.
"Non pretendo di essere amata da un uomo buono con cui passare la vita, ma sapete quanto me che le giovani donne con cui passiamo le giornate a scuola meritano il meglio e potranno scegliere di averlo...devono solo avere voglia di cercarlo. I tempi cambiano, signori miei, e presto Prissy non sarà l'unica ad aver voluto il meglio per se stessa." Li avvertì Anna.

I ragazzi sembrarono molto colpiti dal discorso della rossa, ma si ricomposero in fretta, indossando la solita maschera di durezza.

"Non ascoltiamo questa figlia di nessuno, non sa nulla della vita. È sola al mondo...un piccolo rifiuto umano che tutti accarezzano per pietà. Andiamocene." Dichiarò Billy in tono agghiacciante, sparendo con alle spalle tutti i ragazzi.

"Deficiente..."Sussurrò Gilbert, senza accorgersi che Anna aveva udito quella parola.
La ragazza strinse di più la presa sulla sua spalla e continuò a fissare le amiche, che in volto avevano il puro shock.
"C-come ha potuto? Che persona orribile!" Constatò Diana, sopraffatta dal momento.
"Ti lasciarti trascinare dalla rabbia, quello è il mio ruolo." La biasimò Anna, con un'ironia apatica.

Gilbert la guardava assorto, notando come si stesse alienando da se stessa, restando forte e inscalfibile.

I singhiozzi di Ruby agonizzavano il silenzio, mentre cercava di esprimere le sue emozioni senza dare sfogo alla voce o la forza oppressa.
"Diana, porta via Ruby...io devo prima scendere da qui." Ordinò Anna, con una voce che non le apparteneva.

Il giovane, ancora davanti a lei, strinse di più la presa sulla sua vita, sorprendendola e facendola rinsavire per un secondo.

La corvina di allontanò, ancora scossa, abbracciando l'amica in lacrime.

Il ricciolo aiutò Anna a scendere dallo skateboard e mentre lei si allontanava in silenzio, lui le afferrò il polso.
"Cosa c'è?" Chiese la giovane donna dagli occhi color tempesta.
"Grazie per avermi permesso di conoscerti." Ammise lui, prima di darle un bacio sulla fronte e arrossire.
"Il piacere è tutto mio, Blythe." Rispose lei, accennando un sorriso stanco.
"Andiamo in classe? C'è una ragazza estremamente intelligente che devo battere al prossimo test." Propose lui, facendola ridacchiare.
"Capisco, anche io ho una certa concorrenza."Affermò prima di sbuffare.
"Mi permetta." Borbottò lui, aprendole la porta.
"Troppo gentile, sir." Ricambiò Anna, sorridendo.

Oltre ogni aspettativa di AnnaWhere stories live. Discover now