22 Sherlok Holmes

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Revisionato✅

"Quanto lo detesto..." sibila Hunter guardando nella direzione di suo padre.

Sta osservando dei fogli e parlando con gli agenti di polizia. Alcuni uomini stanno perlustrando la zona e il mio pensiero ricorre immediatamente alla benzina sparsa sull'asfalto.

Così inizio ad indagare anch'io, partendo dalla mia fonte principale: Hunter.

"Quindi? mi vuoi spiegare cos'è successo?"

Hunter incatena finalmente i suoi occhi castani nei miei, fissandoli intensamente.
"Lo sai che non sono colpevole, vero?"

Si mette a braccia conserte sperando che senta pronunciare dalla mia bocca le parole che dicano quanto io mi fidi di lui. Ma anche se lo conosco, e conoscere Hunter è una grossa parola, ho bisogno di sapere ogni avvenimento.

"Hunter..."

Vengo interrotta dal suo dito poggiato sulle mie labbra. "Fidati di me, ti prego."

"Hunter Scott?" Un agente sulla quarantina d'anni dalla pelle scura e lo sguardo calmo e tranquillo si avvicina a noi prima che possa ribattere.

"Dobbiamo scortarla alla stazione di polizia. Controlleremo le telecamere di sicurezza per assicurarci cosa sia successo veramente."

Hunter impreca sottovoce, ma segue il poliziotto; soltanto che, dopo un istante, si ferma e si gira verso di me domandando a l'uomo: "La mia fidanzata può venire con me?"

Avvampo e mi copro il viso con i capelli mente Hunter se la ride sotto i baffi.

Ti rovino, digrigno tra i denti.

"Certo", acconsente intanto l'agente.

A Hunter legano i polsi con le manette e lo fanno salire nell'auto della polizia con suo padre. Io, invece, ritorno in quella di Shawn e li seguo. Quando arriviamo entriamo nella stazione, dove il poliziotto si ferma a parlare con qualche collega.

"Cerca di essere gentile", sussurro a Hunter quando siamo vicini.

"Lo sai che non lo sarò."

"Entrate."

L'agente apre una porta di metallo invitandoci, o meglio dire, ordinandoci, di fare il nostro ingresso. Non appena dentro la stanza grigia e buia un altro poliziotto fa sedere Hunter e suo padre su una sedia, anche questa di metallo, mentre io me ne sto in piedi a osservare il televisore appeso alla parete.

"Signor... Scott."

L'uomo, apparentemente sulla sessantina d'anni, controlla una cartella nella quale penso siano scritti i dati di Hunter.
Sistema gli occhiali dalla montatura dorata sopra al naso e si gratta il mento con fare indagatorio.

"Ora le farò vedere il filmato e dopo risponderà a qualche domanda, d'accordo?"

Hunter annuisce con poca convinzione, guardando con occhi infuocati il tizio.

Questo prende un telecomando e accende con un tasto il televisore, da dove parte un video poco definito.

Riprende una moto e un ragazzo, Hunter, che carica la tanica, e dopo comprare un'auto dalla quale esce un altro ragazzo che si ferma a parlare con lui. Dopo che il ragazzo se ne va la benzina esce dalla tanica e finisce sull'asfalto. Hunter esce dalla tasca il telefono e lo porta all'orecchio, per poi montare in sella e andarsene.

É stata colpa mia.

"Può spiegare?" L'agente mette in pausa il video.

"Mi pare ovvio. Che ci farei qua, altrimenti?" risponde Hunter con sfacciataggine.

Il padre stringe il manico della sedia e gli sussurra qualxosa nell'orecchio, minaccioso.

"Bene", ringhia il poliziotto evidentemente urtato, "mi spieghi, allora."

"Ho parlato con un amico che non vedevo da molto e in quell'arco di tempo la benzina è caduta."

"Lo sa che doveva chiamare qualcuno? Magari il benzinaio?"

"Ho ricevuto una chiamata d'urgenza." Hunter si volta un attimo per guardarmi.

"Che tipo di chiamata?"

Deglutisco e imploro Hunter di non dire nulla, di non promunciare parola di fronte le autorità.

Lui mi fissa per tempo indeterminato, assottiglia lo sguardo, ma dopo una battaglia di occhiattacce si arrende.

"È davvero personale", risponde alla fine, "ma vorrei farle notare che per me sarebbe stato impossibile tornare in così poco tempo alla stazione e darle fuoco."

"Per quanto ne so non c'è nulla che ci confermi questo."

Hunter sbatte la testa contro il tavolo, grugnendo. "Potrebbe ragionare solo per un attimo e dirmi il motivo per il quale avrei dovuto incendiare una stazione di servizio?"

Il poliziotto si fa avanti. "Ci sono innumerevoli risposte, Scott. Io non conosco lei come lei non conosce me, ma potrebbe finire in carcere per qualche tempo sei i suoi genitori non decidono di pagare la cauzione."

E suo padre non sembra dell'avviso di pagarla.

"Lei mi deve credere!"

"Signor..."

"Era andato da me", sbotto alla fine. "Io... Io l'ho chiamato perché c'era qualcubo che mi stava seguendo. Ha tentato di farmi del male, ma lui è arrivato e mi ha salvata. E credo che il ragazzo sia lo stesso."

Hunter mi fissa esterefatto, senza parole, riconoscebte e fiero, quasi.

"L'ha inseguita? Cosa vuol dire? Ha provato a violentarla, signorina? Vuole parlarne in privato?"

Deglutisco e nego, tremando un poco. "Voleva, ma non ci è riuscito, e credo che dopo essere scappato si sia diretto alla stazione e abbia dato fuoco alla benzina che non si era ancora asciugata del tutto."

L'uomo sospira, mentre il padre di Hunter mi guarda in maniera ambigua. In seguito l'agente si alza dalla sedia, si passa una mano sul viso ed esce dalla stanza.

"Sono tutti uno più idioti dell'altro", commenta Hunter osservando le manette argentate che gli stringono i polsi.

"Compreso te", sbotta il padre. " Se scopro che sei stato tu..."

"Non è stato lui", intervengo. "Era con me."

Lui sta per dire qualcosa, ma Hunter lo interrompe mimando un grazie con le labbra e dicendomi subito dopo: "Vai a casa a riposati. Me la cavo da solo."

Quindi vado a casa.

Lo Spettacolo Di Fine AnnoWhere stories live. Discover now