26 Ladri nella notte

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Revisionato ✅

Come aveva stabilito, Hunter si fa trovare nel parcheggio di casa mia.

Indosso abiti neri che mi si attaccano al corpo come ombre e i capelli sono legati in una coda alta. Mi sento una sorta di... spia.

Esco con cautela di casa e raggiungo la macchina di Hunter. Una macchina ben diversa da come me la ricordavo. Non è quella sportiva, ma una jeep nera ed elegante.

"Dov'è finita quella di prima?" chiedo saltando dentro.

"È l'auto di mia madre. L'ho lasciata alla centrale, così appena usciremo lasceremo questa lì e useremo l'altra. In caso ci riconoscessero."

"Wow. I miei complimenti signor. sono un genio del crimine con una doppia identità."

"Non è così?" sorride eccitato Hunter.
"Mi sento un po' James Bond, forse anche Dwayne Johnson . Però mi ringrazierai più tardi. Siamo in missione."

Mette in moto, ingrana la marcia e si immette in strada, osservando con sguardi cauti e attenti ogni piccolo movimento esterno.

Anche lui è vestito in nero. Quella felpa scura gli accarezza le superfici con soffici sfumature di luce, che sembrano dita affusolate e strette, strette come il bianco sui contorni del nero.

I jeans sono nascosti dalle ombre del volante, attillati alla vita, il tessuto che ha l'onore di tenersi vicina le sue parti nascoste e private, quelle che a me hanno negato di proteggere.

Non mi accorgo neanche che lo sto fissando, finché non me lo fa notare lui: "Ehi, cosa guardi", chiede con un sorriso sghembo.

"Niente... Niente." Distolgo lo sguardo, puntandolo al finestrino.

Quando arriviamo spegne il motore e usciamo dall'automobile. Mi fa segno di stare in silenzio.

"Devi distrarli", dico a Hunter osservando i poliziotti all'interno dell'edificio.

"Va bene. Entra di soppiatto. Ci penso io a loro."

Posa la mano dietro la mia schiena, facendomi avanzare, così entriamo nella centrale dove Hunter si ferma al bancone per distrare gli agenti.

"Buona sera!" saluta con troppa euforia.

"Hunter Scott, giusto?" chiede una donna.

Lui annuisce con fascino, si porta i capelli indietro da vero sbruffone sicuro di sé (la cui tattica, devo dire, funziona stupidamente bene) e poggia i gomiti sul bancone.

"In carne ed ossa", sorride. "Beh, sono qui perché... Uhm... perché... ho trovato qualcosa di interessante per l'accaduto alla stazione di servizio."

"Bene. Se mi vuole seguire ci spostiamo in un luogo più privato. Mi segua." La donna afferra un taccuino, un registratore e prende Hunter dal braccio, terrorizzato e consapevole di avere appena fatto una cazzata.

"Ah, beh... Non so proprio tutto. So che... a incendiare la stazione è stata una persona..." Ridacchia nervoso.

Nel frattempo mi accovaccio e cammino lentamente verso la sala delle interrogazioni.

"E che... quella persona non aveva buone intenzioni." La voce di Hunter si fa sempre più lontana finché non la sento più.

Sono finalmente dentro. Mi muovo con cautela all'interno della stanza, facendo attenzione a non farmi vedere dai poliziotti. Ce ne sono due che sorseggiano una tazza di tè e che chiacchierano. Fortunatamente, passando dietro di loro, riesco a non farmi notare. Proseguo, finché non arrivo alla porta di metallo, che se attraversata ci si può ritrovare dentro la sala interrogatoria.

Lo Spettacolo Di Fine AnnoWhere stories live. Discover now