1.

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«Non ho più bisogno di te.»
Senza aggiungere una parola, Sharon, esce correndo e piangendo dal mio appartamento e sbatte la porta.
È la quinta sottomessa in un mese che mando via.
Tutte troppo perfette, troppo obbedienti. Fanno tutto quello che chiedo senza obbiettare, solo per farmi felice.
Basta guardarle negli occhi per capire che iniziavano ad innamorarsi. Non facevano per me.
Inizio a pensare ormai che nessuna ragazza mi saprà soddisfare senza coinvolgere i propri sentimenti.
Non faccio niente per piacere a loro. Sono uno stronzo.
Ma le donne sono strane, si sa.
Se sei troppo dolce, sei troppo sdolcinato, se sei stronzo, lo sei troppo, se le cerchi, sei appicicoso, se non le cerchi, sei stronzo.
E la lista continua.
Il fatto che sia uno scrittore di romanzi, non significa che credo all'amore.
L'amire, è solo uno stupido sentimento da film alla Titanic.
La gente vive di sesso ormai, non di amore. Una storiella da film, dove pensi di amare quella persona, ma è solo una botta e via, sesso a pagamento, scopamicizia.
Nulla di serio, non è amore.
Scrivo quello che la gente vuole leggere, e paga per leggere, non quello che vedono i miei occhi e pensa la mia mente.
Io vedo un uomo che picchia sua moglie da ubriaco.
Vedo una donna piangere, rannicchiata a un'angolo della cucina, ricoperta di lividi sul viso e sul corpo, con il naso che sanguina.
Vedo una donna che dal quanto dolore fisico ed emotivo prova, non mangia, quasi da scomparire.
Vedo un'uomo che prima chiamava la propria donna 'Amore', e poi l'ha chiamata 'Troia' davanti a suo figlio piccolo.
L'uomo beveva, fino a non riconoscere quasi più la propria donna.
La donna era magra, pallida, lividi violacei addosso, occhi grigi e labbra sottili, capelli neri, sorriso spento e un grande vuoto dentro.
Era questa mia madre, quando sposò 'l'uomo della sua vita', 'la luce dei suoi occhi', 'l'amore della sua esistenza'.
Il pazzo alcolizzato che l'ha portata quasi al suicidio, per le continue violenze.
Non usciva più, non mangiava più, non viveva più.
In piena notte, quando ero piccolo, entravo di nascosto nella sua camera.
Mettevo una mano davanti il suo viso, per assicurarmi che respirasse ancora. Che non fosse morta nel sonno per il dolore.
Lo facevo ogni notte, alla stessa ora, per anni.
Lei mi diceva sempre 'Va tutto bene' e mi sorrideva.
Vedevo nei suoi occhi quanto dolore provava in quel sorriso finto, per rassicurarmi.
Era questo "l'amore" che ha sempre circondato le mura della mia casa e della mia vita.
Finì tutto, quando il pazzo alcolizzato venne investito. Tornava a casa da un bar a tarda notte, ubriaco fradicio come ogni sera.
Fu l'unica sera che non picchiò la sua donna. Sono contento che non sia più tornato a casa.
Aspettavo da tanto quel momento.
Da allora, il dolore è diminuito sempre di più.
Mia madre iniziava a tornare all'aspetto giovane e bello di sempre. Colorito rosato sul volto, capelli lucenti, curve perfette con qualche kg in più e occhi che dicevano 'sono ancora qui'.

All I want is youDonde viven las historias. Descúbrelo ahora