2.

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«Cosa desidera?»
La barista accenna un sorriso mentre io ordino un caffè.
Porta i lunghi capelli neri raccolti in una coda alta.
Ha vari tatuaggi sulle braccia e il septum al naso.
Io mi siedo a un tavolino in fondo alla sala con il mio portatile.
È tranquillo questo posto, vengo spesso qui per scrivere e distrarmi.
Apro il Mac e continuo la mia storia.
Una storia tormentata di due giovani, lei una ragazza ricoverata in ospedale per anoressia, e lui ricoverato per un tumore.
Ovviamente si innamorano, ma come in ogni storia, è difficile stare insieme.
«Penso che starebbero bene insieme, non trovate?»
Un gruppo di ragazzini irritanti si siede nel tavolo accanto al mio.
I ragazzi hanno tutti e due i jeans strappari, maglia nera e giacca nera.
Le due ragazze invece indossano una, una minigonna bianca con calze a rete, una canotta nera e sopra una giacca, l'altra ragazza invece ha un vestito rosso, molto corto e quando accavalla le gambe le si vede il perizzoma in pizzo nero.
Dio mio ma come si vestono?
«Delle birre grazie» urla uno dei ragazzi alla barista tatuata.
Birre alle nove di mattina?
Tutti hanno lo zaino, ma nessuno è entrato a scuola.
«Ecco a voi le birre» la giovane, serve loro l'ordine e poi torna dietro il bancone.
Io cerco di non perdere la concentrazione e continuare a scrivere il mio racconto, ma i ragazzi ridono e parlano vicino a me.
«Ciao ragazzi, scusate il ritardo» un'altra ragazza arriva al loro tavolo.
Che palle...quanto rumore fanno.
Prendo il computer e cambio tavolo, spostandomi in un tavolino libero dall'altra parte della sala.
La ragazza mi passa accanto, prende una sedia e si siede con i suoi amici.
Mentre continuo a scrivere, ogni tanto alzo gli occhi per guardarla.
È molto carina, troppo magra per come piacciono a me le ragazze, ma è bella.
Capelli biondi, occhi azzurri. Sembra una bambolina.

Dopo circa un'ora, tutti i ragazzi, si alzano ed escono dal bar.
La ragazza bionda, si sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mentre mi guarda esce.
«Ehi! La felpa» urlo, ma è già un po' lontana dal bar.
La prendo dalla sedia ma quando mi giro, lei è dietro di me.
«Hai dimenticato questa» dico
Lei me la strappa di mano e corre via, tornando dai suoi amici.
Cristo, ma l'educazione?
Prendo il mio computer ed esco dal bar.
Quando arrivo nel mio appartamento e inizio a sistemare casa, ripenso alla biondina.
Mi sale il nervoso al pensiero del suo comportamento, più cerco di non pensarci, più penso a lei.
È una bella ragazza, un po' piccola forse. Deve aver compiuto diciotto anni da poco direi.
Ha una bocca bellissima, è tutta bella.
Ma mi sto rimbecillendo che penso a una sconosciuta dal nulla.

All'ora di cena, decido di ordinare una pizza, la solita prosciutto, funghi, olive e salsiccia che ordino sempre.
Abbastanza leggera direi.
Mentre addento il primo boccone, il telefono vibra nella tasca.
"Sharon"
Non ho ancora cancellato il suo numero.
Rispondendo, non ho nemmeno il tempo di parlare e sento suppliche, su suppliche, su suppliche.
«Ti ho detto che non ho più bisogno di te. Lo capisci?
Sarà meglio per te che non debba ricevere altre tue chiamate dove sei una pazza isterica e ascoltare le tue suppliche e i tuoi piagnistei ridicoli e inutili. Abbiamo chiuso» senza darle il tempo di replicare, attacco la chiamata, blocco il suo numero e lo cancello.
Metto il cellulare in carica e poi mi sdraio sul letto, con la tv accesa a vedere un canale di pesca.
«Che cavolata» spengo la tv e cerco di dormire.
Ma ogni volta che chiudo gli occhi, mi torna in mente quella ragazza bionda.
Spero davvero di riuscire a incontrarla ancora.
Al solo pensare a lei mi viene duro nei boxer e fa male.
Cerco di sopportare e non pensarci, finché non mi addormento, pensando a lei e alla sua fottutissima e meravigliosa bocca carnosa, rosa e sensuale.

All I want is youWhere stories live. Discover now