12.

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«No! Non toccarmi!»
Le urla che si propagano nel silenzio della mia stanza è atroce.
Ella si dimena nel sonno.
Accendo l'abat jour sul comò e quando mi giro, la vedo tremare.
È sudata, respira affannosamente con la bocca socchiusa ma non si dimena più nel sonno.
Vedo le lacrime sulle sue guance e le goccioline di sudore colare sulla sua fronte.
Faccio per sfiorarle il braccio e la reazione del mio corpo a contatto con il mio le provoca i brividi.
Senza svegliarla, la sposto piano per farla appoggiare sopra il mio petto e far si che dorma più tranquilla. E anche io.
Il mattino seguente, alle sette e mezza, mi sveglio.
Ella è ancora nella posizione in cui l'ho messa sul mio petto.
Dorme tranquilla appoggiata con la testa sul mio petto e la mano sui miei addominali scolpiti.
Nel sonno ho sentito più volte la sua mano che mi toccava li sotto involontariamente, sul mio...emh...sui miei gioielli di famiglia.
Ho sorriso pensando che anche nel sonno, inconsciamente mi tocca.
La vedo girarsi, staccandosi da me e abbraccia il dietro la schiena alla sua destra e io sento la perdita di contatto che ho bisogno quando lei è con me.
Mi alzo dal letto e vado in bagno.
Mi spoglio e apro l'acqua della doccia, si scalda mentre mi insapono e lavo.
«Posso?»
Mi giro di scatto vedendo - anche se con la schiuma negli occhi la vedo comunque - Ella, nuda che mi guarda, squadrandomi da capo a piedi.
«Si certo»
Lei entra, piazzandosi davanti a me di schiena.
Prendo la spugna e inizio a lavarla e insaponarla dal collo fino al fondoschiena. L'acqua ormai ha fatto scivolare via tutta la schiuma dalla mia testa quindi ora che non ho più gli occhi pieni di sapone, la vedo benissimo, ed è uno spettacolo mozzafiato.
Si gira verso di me e la lavo anche davanti.
La schiuma copre il suo seno e il suo sesso e vederla cosi mi fa impazzire.
«Sei bellissima.» le dico mentre con il soffione della doccia inizio a sciacquarle via la schiuma dal corpo.
Lei sorride e si morde il labbro imbarazzata.
Quando abbiamo finito entrambi la doccia e usciamo, resto dietro di lei mentre si guarda allo specchio e si asciuga.
«Cos'hai avuto stanotte?»
La mia domanda l'ha colta alla sprovvista.
Mi guarda dallo specchio e per qualche minuto non risponde.
«Non lo so. Perché?» chiede curiosa
«Penso tu abbia avuto un'incubo. Urlavi nel sonno e ti dimenavi, e mi hai svegliato.» le sorrido per sdrammatizzare ma la vedo rabbuiarsi in viso.
«Mi dispiace...scusa» si copre con l'asciugamano.
«Ehi, è tutto ok piccola.» dico rassicurandola ma la vedo ancora dispiaciuta.
È cosi dolce e ingenua.
A volte, vorrei potermi fidare al 110% di lei e rivelare il mio vero essere, ma poi mi ripeto che è troppo presto e non voglio che lei se n'è vada.
Non mi sono mai sentito cosi con nessuna ragazza, ma con lei ho conosciuto un lato di me che non sapevo nemmeno esistesse.
Mi piacerebbe farle provare tutto.
Di tutte le cose che a me piace fare alle donne, non so quante cose farebbe lei essendo vergine.
Più passa il tempo e più mi sale la voglia sessuale di scoparla.
Ogni notte che dorme con me, con quelle mutandine in pizzo e una delle mie felpe, è molto più eccitante lei, di tante altre donne che ho avuto tempo fa e indossavano completino sexy o non indossavano nulla per il mio piacere.
Ricordo che una volta, feci stare Lucy, una delle mie ex conquiste, nuda in terrazzo, inginocchiata fuori dalla porta in pieno dicembre per circa quattro ore, solo perchè non voleva indossare un completino intimo che a me piaceva e a lei no. Poi quando dopo due ore che era fuori al freddo, decise di indossare ciò che volevo, le dissi di no, lasciandola al freddo altre due ore per poi scoparmela ammanettata alla ringhiera. Era una punizione pure troppo gentile.
Con Ella non sarei mai capace di fare una cosa del genere.
Non so neanche se riuscirei a usare la "violenza" con lei, non so fino a dove mi spingerei con lei, ma sicuramente non ai livelli delle altre.
Lei è piccola, come farei ad essere cattivo con lei? È dolce, stupenda, bellissima.
Sarei un bastardo, mi sentire come... come quel pazzo alcolizzato di suo padre se usassi la violenza con lei.
Io non sono lui e non lo sarò mai mi ripeto nella mente, ma ho dei bisogni e necessità da soddistare.
E devo capire se lei sarà in grado di soddisfarmi oppure no.
Ho paura di quello che sto per fare, ma prima o poi capiterà. Quindi me prima che poi, data la mia voglia assurda che ho di lei sempre.
«Ti fidi di me?» le chiedo quando sta per andarsi a vestire ma io la fermo per un polso, avvicinandola a me.
Lei alza gli occhi e annuisce.
Sorrido e lei dico «aspettami in camera.»
Usciamo insieme dal bagno e mentre lei va in camera, io vado nella porta in fondo al corridoio.
La mia black room.
Apro la porta mettendo il codice fuori la porta e quando entro accendo la luce.
Apro l'enorme armadio al fondo e ne tiro fuori una corta appesa a uno dei ganci e, da uno dei cassetti in basso, estraggo una benda nera.
Esco dalla stanza e torno in camera.
Ella è seduta sul letto che mi aspetta ancora con l'asciugamano addosso.
«Girati verso il letto e sdraiati a pancia in giù.»
Lei mi guarda confusa ma poi si lascia cadere l'ascougamano fino a terra e fa come dico.
Prendo la benda e gliela lego intorno gli occhi.
Rabbrividisce quando le accarezzo la schiena con la punta delle dita, sfiorandola appena.
Prendo la corda e le lego le caviglie con i polsi.
«Ma che stai...»
«Stai tranquilla. Se vuoi che mi fermo, di semplicemente basta. Ok piccola?» dico con voce pacata e dolce per tranquillizzarla.
Annuisce.
Le afferro i capelli e glieli tiro indietro, strattonandoli abbastanza forte per farle alzare la testa.
«Scusa, cos'hai detto?»
«S-si...» balbetta.
«Brava bambina.» dico e scendo dal letto.
Mi metto dietro di lei e inizio a baciarle la schiena.
Le vengono i brividi quando le mordo il lobo dell'orecchio e le bacio il collo fino alla spalla e poi scendo.
Giù giù giù, ancora più giù.
Le tengo le natiche aperte con le mani mentre la mia bocca inizia a leccarla e ad assaporare e gustare il suo fantastico sesso bagnato tutto per me.
Geme e noto i brividi sulle cosce e sulle natiche che le vengono di nuovo. È cosi fottutamente sexy cosi.
Lecco il punto più sensibile di lei, mentre ansima e geme, geme forte.
Infilo un dito dentro di lei che lancia in grido mentre inizio a muoverlo avanti e indietro lentamente per farle assaporare ogni secondo di questo momento e delle sensazioni che sta provando sulla pelle.
«Ti prego...»
«Cosa?» vado ancora più lentamente.
«Lo sai...» ansima e cerca di muoversi per venire incontro alle mie dita ma le sfilo da lei e le do uno schiaffo alle natiche.
Lei geme un po' di dolore e la sua pelle chiara inizia ad arrossarsi ad un solo schiaffo.
Non voglio immaginare se gliene dessi di più come diventerebbe la sua pelle al contatto con i miei colpi al suo culo a dir poco perfetto.
«Cosa stai...» geme e trema quando inizio a leccarla dietro, riempendole il buchetto di saliva che le cola fino a bagnarla anche davanti ancora di più.
Faccio per metterle il terzo dito dietro e lei urla e geme di dolore.
«Piccola, devi rilassarti. Se fai cosi, ti farà solo ancora più male, perchè sei tesa. Devi rilassarti. Fidati di me.» le strattono i capelli all'indietro e la bacio con foga la bocca, mordendo e succhiandole le labbra mentre, molto lentamente metto di nuovo il terzo dito della mano dentro di lei, nel suo culetto.
Geme nella mia bocca e io continuo piano a muoverlo dentro e fuori, non staccandomi dalle sue labbra vogliose delle mie.
Infilo un secondo dito questa vuola davanti, muovendole entrambe avanti e indietro insieme.
Il suo ano è completamente rilassato ormai, e lei sente piacere, deduco parecchio dal quanto geme.
Mi stacco dalla sua bocca, lasciandole la voglia del bacio e le lecco il clitoride mentre continuo a penetrarla con le dita.
«Ti prego Mark...» ansima il mio nome in tono di supplica.
Io aumento il ritmo con le dita e faccio più pressione con la lingua.
«Si...» geme mentre infilo le dita dentro di lei fino alle nocche.
Le sfilo quando la sento pulsare e lei piagnucola, supplicandomi di continuare.
«Un po' per uno.» dico e la sciolgo dalla corda, liberandole mani e piedi dai nodi.
Mi sdraio sul letto e la faccio mettere a cavalcioni su di me.
Si struscia avanti e indietro sulla mio erezione e sento le grandi labbra bagnate, come tutto il resto della sua intimità.
Lo prende in mano con la sinistra, stringendo, e con l'indice della mano destra, disegna piccoli e lenti cerchio intorno al buchetto sulla punta bagnata.
Impreco quando inizia a pulsare troppo in fretta e devo fare appello al mio autocontrollo per non venire in due secondi.
Stringe la mano intorno la punta e a me manca il respiro.
Cazzo.
Non devo venire, non devo venire, non devo venire continuo a ripetermi nella mente.
Le palle iniziano a fare male, non so quanto resisterò ancora.
La faccio straiare sotto di me a pancia in giù, prendo la corda da terra e le lego le mani dietro la schiena.
Un nodo non troppo stretto, ma solo per impedirle di muovere le mani.
Geme forte quando metto un dito dietro e uno davanti e li muovo veloci.
Quando sento che dietro è più rilassata, tolgo il dito dalla sua fighetta vergine e glielo metto nel culetto insieme al primo dito.
L'afferro per i capelli e la bacio con la lingua, continuando quel movimento.
Inizia a stringersi. Ottimo.
Metto il pollice davanti e muovo sia le dita dietro che quello davanti insieme, facendo più veloce fino a farla venire. Urla il mio nome e getta gli occhi indietro dal piacere immenso.
Ansima stremata e senza forse.
Lasciandola in quella posizione, mi sego guardando il suo culo e la sua figa ancora pulsante e eccitata. Mi metto davanti a lei che senza che dica nulla, apre la bocca e io vengo riempendola, svuotandomi e perdendomi completamente in lei.
Le slego i polsi e sdraiandosi accanto a me dice «dove accidenti l'hai trovata la corda?» e a me sfugge una risata.
Piccola, dolce e ingenua ragazza, questo non è nulla, in confronto a tutto ciò che c'è in quella stanza. La corda è solo la base, l'uno per cento dei miei accessori, o come li chiamo io "giocattoli".
Se vedessi tutti gli altri "giocattoli" allora si resteresti senza parole, e non per una semplice e innoqua corda.
«Sono pieno di sorprese.» dico sorridendo
«Di misteri vuoi dire.» fa lei, alzandosi dal letto.
«Anche. Dovrai scoprirmi.»
Lei si gira a guardarmi perplessa.
«Non scoprirmi in quel senso.» puntualizzo e scoppio a ridere insieme a lei.
Quando smetto di ridere, lei sta continuando e a me si riempie il cuore di gioia a sentire quella fantastica melodia uscire da quelle labbra carnose e meravigliosamente perfette che non mi stancherò mai baciare.

All I want is youWhere stories live. Discover now