19.

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Dopo interminabili ore di volo, seduto accanto a un bambino che ha pianto tutto il tempo, finalmente sono arrivato a Barcellona.
Sono le dieci del mattino e non ho dormito tanto sull'aereo.
Guardo nei vari messaggi cercando il nome dell'hotel dove alloggia Ella con la sua classe.
«Hotel NH Santa Barcelona.» dico al tassista appena entro nel taxi.
Vedo che Ella è online ma non scrive. Devo smetterla.
Inizio a diventare paranoico.
Aspettate...ma quando mai non lo sono stato se è di Ella che si tratta?
«Hola chico! Como estas?» il messaggio di Ella mi fa tranquillizzare.
«Hola chica! Todo bien, vos?» rispondo.
«Bien. Muchas gracias señor.» scrive lei e io sorrido quando leggo 'señor'.
«Que haces?» chiede.
Io non rispondo e poso il telefono nella tasca del jeans.
«llegado.» dice il tassista.
Pago, prendo i bagagli e scendo.
L'hotel è enorme.
Appena vi entro, vengo assalito da una ragazzina bassa con i capelli lunghi castani e gli occhi verde smeraldo.
«Tu sei Mark Harper?» chiede.
La sua vocetta squillante mi urla il sistema nervoso.
«Si. E tu sei?»
«Jessica Morrison, piacere. Sono una tua grande fan. I tuoi libri sono meravigliosi. Posso chiederti un'autografo e una foto?» sorride e mi mostra il mio libro “Amore e Odio.”
Una storia d'amore fra due ragazzi, Sara e Josh. Lui il classico bad boy, lei una suora si clausura. Come sempre accade, si innamorano ma il loro rapporto è fatto da amore e odio, fino alla fine della storia, dove lei lo lascia per il suo migliore amico Daniel, e lui si mette con Melissa, la sorella gemella di Sara.
Una storia abbastanza banale, ma che ci posso fare? Alle adolescienti piacciono questo genere di storie.
Non era il mio libro migliore.
Faccio un sorriso tirato e prendo il libro dalle mani sottili, pallide e fredde della ragazza.
«Sorridi sempre che sei bellissima. Un abbraccio, Mark Harper.» scrivo come dedica.
La ragazza prende il libro e mi abbraccia. Estrae dalla tasca posteriore dei jeans, il suo costosissimo iphone X e ci scattiamo una foto.
«Grazie mille.» si mette in punta di piedi per baciarmi la guancia, o meglio...l'angolo della bocca.
Si morde il labbro e poi si allontana, sparendo in un corridoio.
«Buenos días.» dice l'uomo alto, con capelli brizzolati della reception.
«Buenos días. Emh...Mi novia tiene una habitación en este hotel.» spiego.
L'uomo mi chiede il nome e poco dopo dice «habitación 217, quinto piso.» lo ringrazio e prendo l'ascensore in fondo al corridoio.
Le porte si aprono al quinto piano e percorro i corridoi in cerca della camera.
«Eccola.» busso e dopo qualche minuto, la porta si apre.
«Mark?» chiede Ella assonnata.
«Sorpresa!»
Le sorrido e lei mi salta addosso, incrociando le gambe dietro al mio bacino e mi bacia mentre a me cade la valigia per prendere lei in braccio.
«Che ci fai qui?» urla e mi stringe forte dalla gioia.
«Non riuscivo a stare lontano da te.» ammetto.
Sento il suo sorriso sul mio collo e poi appena sotto l'orecchio mi bacia.
«Non riesco a stare lontano da te troppo a lungo. Anche solo cinque minuti sente te, per me è troppo. Ti voglio sempre. Constantemente.  Ti voglio nella mia vita. Ti voglio mia.» quelle parole mi escono in un sussurro, in tono supplicante.
Le lacrime mi riempiono gli occhi e io la stringo più forte a me.
«Che succede?» chiede staccandosi.
Mi asciuga le lacrime con i baci.
Non so darle una risposta. Non lo so che mi succede in realtà.
Non lo capisco.
Ho solo una paura fottuta di non averla mia. Mia sempre.
Odio che qualcuno la guardi o la sfiori. Odio che qualcuno posso averla.
Lo odio a morte, è più forte di me.
«Sai...ho letto il contratto in sti giorni. Vorrei darti la mia risposta adesso, ma non credo sia il momento.» mi asciuga un'altra lacrima con il polline.
Mi prende per mano e mi porta dentro camera sua.
«Tranquilla, puoi dirmelo.» mi sdraio sul letto e lei si siete a gambe incrociate accanto a me.
«Si.» sussurra.
Guardo la porta, poi guardo lei.
«Quanto vorrei festeggiare questa tua scelta. Ma dubito tu possa.» dico riferendomi alla stanza. «Forse dovrei festeggiare con la ragazza che mi è saltata addosso all'ingresso.» le dico ridendo.
Prendo il telecomando e accendo la tv.
Lei me lo strappa dalle mani e urla «cosa??»
La guardo. Una cosa che non mi può nascondere è la gelosia.
È palese nel suo viso e nella sua reazione.
«Una ragazza all'ingresso mi è saltata addosso, chiedendo una foto e un'autografo. È una mia lettrice. Quasi mi limona ma dettagli.» ridacchio e mi riprendo il telecomando.
Lei se lo riprende ma facendolo cadere dal letto e la parte dietro si apre, facendo staccare le pile.
«Chi è questa?» chiede lei alzandosi dal letto per prendere il telecomando da terra e ricomporlo.
«Boh... Una ragazza bassa, castana. Jessica qualcosa.» dico con non curanza.
«Jessica Morrison?» chiede lei.
Annuisco.
«Io la ammazzo. È una mia compagna. Sapevo che leggeva i tuoi libri. Stavo alla larga da lei per evitare che mi vedesse con te o cose di questo genere. La odio cazzo.»
«Non preoccuparti. Gelosona.» la metto sotto di me e la bacio lentamente.
Le mordo il labbro, lei geme e apre la bocca, lasciandomi lo spazio necessario per inserire la mia lingua.
Cerco disperatamente la sua. La succhio e muoviano le lingue all'unisono.
Apre le gambe e le avvolge dietro il mio sedere, avvicinandomi di più a se.
Gemo quando scende con la mano a toccarmi sui pantaloni.
Mi morde il labbro e lo succhia.
Impaziente, si toglie i pantaloncini e li butta a terra.
«Vuoi farlo davvero?» le chiedo con la voce che trema per l'eccitazione.
Annuisce e dice «controlla che la porta sia chiusa.»
Mi avvio alla porta e quando vedo che è chiusa, mi giro e torno verso il letto.
Resto immobile a guardarla.
La mano destra è nella mutandine e quella sinistra è sul seno, a stringere il capezzolo mentre mi guarda. Ansima e continua a toccarsi.
Mi tolgo le scarpe e sfilo i jeans insieme ai boxer. Tolgo la maglia e mi metto su di lei.
«Preservativo?» ansimo.
Lei mi afferra per i capelli e mi tira a se, baciandomi ancora.
«Prendimi ora.» ansima, e mentre la guardo negli occhi, entro tutto dentro di lei.
Getta la testa indietro e chiude gli occhi mentre mi muovo dentro e fuori da me.
Mette la mano sul clitoride e muove le dita in cerchio. Geme e ansima mentre mi spingo sempre più in fondo della sua calda e bagnata intimità stretta, pelle contro pelle.
Esco da lei e la giro di colpo, mettendola a pecorina.
Le apro le natiche e le lecco l'ano, sputando saliva e penetrandola con due dita. Ansima e si masturba la fichetta mentre del do piacere, penetrandola analmente.
«Voglio prenderti qui piccola.» sfilo le dita e gliele metto in bocca.
«Piano...» supplica.
Si sposta i capelli di lato e si gira a guardarmi.
Mentre con una mano tiene aperta una natica, io le tengo aperta l'altra. Appogio l'erezione sul suo buchetto e inizio a strusciare la punta su e giù.
Si morde il labbro mentre mi guarda.
«Fammi tua, mio signore.» ansima lei, mentre maliziosamente mi sorride.
Quella frase mi fa ecciare da morire.
Lentamente, mi spingo nel suo culetto vergine, prima solo la punta e poi fino a metà.
«Scivola alla perfezione.» gemo.
Urla e stringe le lenzuola mentre, molto molto lentamente, mi spingo dentro e fuori dal suo culo fantastico.
Le afferro i capelli per scoprirle il viso, tirandoglieli indietro e mi spingo fino in fondo.
«Cazzo...» geme e inizio a sentirla più stretta intorno a me.
«Vuoi che ti faccio venire cosi bimba?»
«Si mio signore. Mi riempia.» ansima e si muove lei avanti e indietro, scopandomi.
Gemo il suo nome, mentre le colpisco le natiche, forte, lasciandole i segni rossi dei miei schiaffi sulla sua pelle dalla carnagione molto chiara.
Mi sdraio e lei si mette sopra di me a cavalcioni.
Inizia a cavalcarmi velocemente e a urlare mentre si masturba la fica.
«Sto per...» ansima lei guardandomi.
Le afferro i fianchi e la muovo su e giù più velocemente.
Sento il suo ano stringersi intorno la mia erezione durissima.
Vorrei non venire. È troppo bello sentirla.
Davo darle ciò che desidera, io sto per scoppiare.
Apre di più le gambe e si muove su e giù veloce mentre mi guarda.
«Si...» urla, mentre io continuo a scoparla.
«Sei mia.» gemo
«Sono tua.» e quelle parole dette mentre sta per venire, bastano per farmi arrivare all'orgasmo insieme a lei, venendole nel culo, riempendolo tutto.
Crolliamo esausti sul letto e mentre restiamo abbracciati, sentiamo la maniglia muoversi.
Ella si alza di scatto e urla «arrivo!»
Si veste di corsa e sistema il suo letto. Raccoglie i miei vestiti e li lancia nel bagno.
«Nasconditi li dentro! Cerco di mandarla via.» sussurra e io entro nel bagno e mi rivesto.
Sento Ella aprire la porta e la sua compagna di stanza, inizia a chiacchierare con lei.
«Anna, andresti al bar a prendermi una coca cola?» chiede. Riesco a notare dalla voce che ha ancora un po' l'affanno.
Sento la porta chiudersi di nuovo.
«Esci!» dice.
Io esco con la mia valigia e la borsa che, per fortuna quella ragazza non ha notato.
Scendo alla reception e chiedo la chiave per una camera.
L'uomo dai capelli brizzolati, mi passa la chiave della camera 218.
E ho la fortuna che la camera di Ella sia la 217, cosi potrò vederla più spesso.

All I want is youWhere stories live. Discover now