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Finita la doccia, esco dal bagno con l'asciugamano in vita, vado in salotto e trovo Ella ancora inginocchiata davanti al divano.
Sentendo i miei passi, si alza e si gira, oltrepassandomi per andare in bagno.
Vado in camera e apro la valigia, estraendone dei boxer neri, un jeans e una felpa pesante blu scura, i calzini e indosso tutto mettendo poi le scarpe.
Un botto tremendo mi fa sussultare.
Corro in bagno ma le porta è chiusa. La sfondo con una spallata.
«Mark!» strilla lei alzandosi da terra.
«Ti sei sentita mele?» chiede tendendomi la mano che io afferro per alzarmi.
«No, sto bene. C'era dell'acqua sul pavimento. Non l'ho vista e sono scivolata, facendo staccare la tenda della doccia che ho afferrato per non cadere, facendo volare anche il bagnoschiuma che avevo in mano. Era quello il botto. Non pensavo avresti sfondato la porta del bagno solo per un mio scivolone.» spiega lei ridendo e raccogliendo l'asciugamano a terra.
«Mi hai fatto prendere un colpo.» l'abbraccio e lei mi bacia il collo.
Io vado in soggiorno ad aspettarla. Dopo circa quindici minuti, Ella esce dalla camera.
Indossa dei jeans blu a sigaretta, un maglioncino bianco con il collo alto, la giacca in pelle nera sopra e le scarpe da ginnastica ed è struccata.
«Che c'è?» chiede, incrociando le braccia, risvegliandomi dai miei pensieri.
«No niente.» le dico mentre usciamo di casa.
«Dimmelo.» mi prende per mano mentre camminiamo.
«Sei bellissima.» dice lui, camminando dal lato della strada e io sul marciapiede.
Arrivati al ristorante, un giovane ragazzo ci accompagna al tavolo lasciandoci due menù.
«Io prendo spaghetti con vongole.» dico, mentre Ella guarda ancora il menù.
«Io prendo penne con panna, prosciutto e funghi.» lei le sorride e lui ricambia. Lo guardo male.
Quando il cameriere va via, dico a Ella «hai flirtato con il cameriere davanti a me.»
Lei mi guarda con aria interrogativa.
«Ho solo sorriso. Ora non mi è neanche permesso quello?» incrocia le braccia e mi guarda von aria di sfida ora.
Quando arriva la prima portata, mangiamo senza guardarci in faccia.
«Posso farti una domanda?» mi chiede.
«Certo, dimmi pure.»
«Sei mai stato innamorato?»
La guardo negli occhi, piu torno a guardare il piatto davanti a me.
«No.» dico secco «non mi sono innamorato mai di nessuno. Le altre s'innamoravano di me. Io le ho sempre respinte tutte.» dico, addentando un boccone.
«Di che cosa hai paura?»
Alzo gli occhi su di lei.
«Non lo so. Del dolore forse. Ne ho già subito tanto in passato, non voglio provarne ancora. Se mi innamorassi, ma venissi respinto, ci starei male e non vorrei, avendo già sofferto abbastanza nella vita. Tutto qui.» spiego.
Finita la cena, torniamo a casa.
Appena arriviamo davanti il mio appartamento e apro la porta con le chiavi, dei fuochi d'artificio illuminano il cielo.
Mi giro a guardare Ella. È bellissima.
Nei suoi occhi celesti, si riflettono i colori dei fuochi d'artificio rosa, gialli e blu.
«Buon anno.» le dico.
Lei mi sorride e poi alta la festa a guardarli di nuovo e dice «anche a te.»
Non resisto. Vado verso di lei e le afferro i fianchi avvicinandola a me, baciandola con forza.
Si aggrappa a me e mi salta in braccio, mettendo le gambe intorno la mia vita.
Le mie mani sono sotto al suo sedere a sorreggerla.
Camminando all'indietro entriamo in casa e cadiamo entrambo sul divano.
Ci baciamo per un'ora e restiamo abbracciati l'uno all'altra.
«Mi sono innamorato di te.» confesso, più a me stesso che a lei.
Lei mi bacia ancora e mi stringe a se.

La mattina seguente, mi sveglio sul divano coperto dal piumone in più che ho nell'armadio in camera.
Sono ancora vestito, il che significa che non abbiano fatto sesso.
«Buongiorno.» mi dice Ella, sbucando in soggiorno con l'accappatoio addosso.
«Vieni qui.» le ordino.
Lei si toglie l'accappatoio, lasciandolo cadare a terra e viene da me.
Mi abbasso i pantaloni e lei si mette su di me, abbassandosi sulla mia erezione molto lentamente.
«Va tutto bene?» le chiedo.
Lei annuisce e inizia a muoversi su e giù piano.
«Guardami.» le dico
Lei abbassa lo sguardo e si morde il labbro.
La prendo per i capelli e la faccio abbassare per baciarla mentre lei aumenta il ritmo.
Le accarezzo il seno e lei geme forte, venendo intorno la mia erezione che pulsa dentro di lei.
«Ti prego non fermarti.» mi supplica mentre io aumento il ritmo.
«Si...» ansima lei e alza la testa dal piacere.
«Piccola...sto per..» gemo.
Lei si alza da me e inizia a cavalcarmi più veloce mentre la penetro dietro.
Urla e ansima forte mentre io mi svuoto del mio seme dentro al suo culo meraviglioso.
«La prossima volta, vieni in un bicchiere e fammelo bere.» dice ridendo, alzandosi da sopra di me. Resto scioccato da questa sua effermazione. So che è una battuta, ma detta da lei è strano.
Molto eccitante, ma strano.
«Puliscimelo.» le dico.
Lei lo prende in bocca e lo pulisce per bene fino all'ultima goccia.
«Stasera alle nove abbiamo l'aereo. Che vuoi fare in queste ore?» chiedo, mentre mi rivesto.
«Che ne dici di andare a sciare? Oppure a pattinare.»
«Si, perfetto. Qui vicino c'è una pista di pattinaggio.» le dico e senza darmi il tempo di finire di parlare, corre in camera a vestirti.
Io la seguo e mi preparo anch'io.
«Resterai sorpreso.» mi dice mentre usciamo da casa.
«Vedremo.» lei mi sorride e quando arriva il taxi, si siede accanto a me nei sedili dietro.
Mi guarda e sorride.
Appoggia una mano sui miei jeans e mi sussurra «sono tua?»
«Sempre.» mormoro. La sua mano è sulla mia erezione.
Sospiro e impreco a bassa voce. Le fermo la mano «non qui.» dico.
Lei sghignazza e mi sussurra «in mezzo alla pista allora.»
Entrambi scoppiamo a ridere e cerco di non pensare ad Ella che è seduta sulle mie gambe e io sono durissimo nei boxer.
«Dio quando torniamo a casa...» le dico all'orecchio.
«Che fai? Mi punisci perchè mi comporto cosi? Senti come ti piace invece.» muove il sedere avanti e indietro, strusciandosi.
Mi morde il labbro e mi bacia.
«Cazzo Ella...» ansimo.
Lei mi guarda e dice ridendo «hai creato un mostro.»
«Piccola ninfomane.»
L'autista ci guarda dallo specchietto e quando me ne accorgo gli urlo «guarda la strada!»
«Come procede il tuo libro?» mi chiede lei.
«Bene. Ma non ero più sicuro della storia fra la ragazza anoressica e il ragazzo malato di cancro. È in sospeso per ora. Però ne sto scrivendo un'altro.» spiego.
Lei, curiosa come sempre mi chiede su cosa tratterà questo nuovo libro e io le rispondo «aspetta che uscirà e vedrai. Spero ti piacerà.» lei dico.
Spero davvero le piacerà.
È lei a ispirarmi. La mia musa.

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