6.

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La guardo.
Lei non dice una parola, sento solo il suo respiro che da ansioso, sta diventando eccitato.
Prendo le sue mani, intrecciandole fra le mie.
«Non avere paura» le sorrido
Mi avvicino al suo viso e le bacio la fronte.
Le accarezzo i fianchi, alzo la maglietta e gliela tolgo, buttandola sul letto.
Poi passo alla cintura dei jeans che sbottono e lascio ricadere a terra.
Le tolgo le scarpe e i calzini, infine le abbasso i jeans che lei spinge via con i piedi, impaziente.
Prendo la cravatta, e le lego i polsi dietro la schiena.
Il suo respiro accellera.
«C-cosa fai?» chiede, quando la faccio sedere momentaneamente sul letto.
«Ella, stai tranquilla. Fidati di me» le accarezzo la guancia destra e poi le bacio la fronde.
Inspira ed espira piano, cercando di calmare il suo respiro affannato.
Mi tolgo la maglia davanti a lei, poi i pantaloni, lasciandoli a terra.
Mi squadra da capo a piedi.
I suoi occhi turchesi fissano i miei quando le vado incontro.
La faccio alzare, cammina al mio fianco uscendo dalla stanzo.
Apro una porta a metà del corridoio e accendo la luce all'entrata.
«Mi hai portata qui per fare ginnastica?» chiudo la porta alle mie spalle. Mi sfugge una risata quando la vedo guardare i miei attrezzi della palestra.
Ma non l'ho portata qui per allenarla, non in quel modo almeno.
Le accarezzo il braccio per farla voltare, ritrovandoci davanti a uno specchio che prende tutta la parete.
«Cosa signif...» passo l'indice sulla sua bocca, per farla zittire.
«Non fiatare» dico
Mi metto alle sue spalle.
Lei guarda in basso imbarazzata, ma so che è curiosa ed eccitata.
Le prendo i capelli, strattonandoli piano all'indietro per farle alzare il viso.
«Guardati nello specchio, ok?» le sussurro all'orecchio.
Annuisce e si morde il labbro imbarazzara.
Mi inginocchio dietro di lei, iniziando a baciarle il polpaccio risalendo su, lasciando piccoli baci sulla sua pelle morbida.
Arrivo alle cosce e continuo a salire sempre più su.
«Mark...» ansima lei
Mi fermo di colpo.
«Dimmi piccola» lei si gira un minimo per guardarmi.
«Non mi hanno mai... Capisci?» le trema la voce dall'imbarazzo.
«Non ti hanno mai cosa?» chiedo
Ma so perfettamente a cosa si riferisce, però voglio che sia lei a dirmelo. Voglio che superi la sua timidezza.
«Nessuno mi ha mai toccata. Neanch'io l'ho mai fatto.» ammette
Mi viene duro al pensiero che lei sia cosi pura e innocente, e io sono l'unico ad averla mai toccata.
Le bacio la natica destra e le sorrido.
«Non preoccuparti» le dico guardandola
Lei annuisce e poi torna nella posizione di prima, girata verso lo specchio.
Mi alzo in piedi, le sposto i capelli a destra e le bacio la spalla, mentre con entrambe le mani le accarezzo il seno, facendolo uscire dalle coppe del reggiseno.
Geme quando le prendo i capezzoli fra il pollice e l'indice e il strizzo piano.
«Guardati. Guarda quanto sei bella in questo momento» la guardo dallo specchio, lei mi guarda.
Le accarezzo la pancia, i fianchi, arrivando fino all'elastico delle sue mutandine. Sta tremando.
«Rilassati, stai tranquilla. Non ti farò nulla che non possa piacerti. Fidati di me» le bacio il collo sotto l'orecchio e la sua pella ha quella reazione che le viene ai miei baci.
I brividi. È cosi sensuale ed eccitante.
Mi sta facendo male il cazzo dal quanto e duro, e ho cosi bisogno di liberarlo dai boxer che tirano da morire.
Le stringo i fianchi, le vengono di nuovo i brividi.
Abbasso le mutandine fino a terra, che lei scalcia via con il piede. Ancora non posso crederci che nessuno l'abbia mai tocca, e che neanche lei l'abbia mai fatto.
È una studentessa. Una ragazza di diciotto anni credo.
E quello che ricordo, è che io a diciotto anni scopavo peggio di un porno attore. Una ragazza diversa al giorno, a volte anche due insieme. E non mi bastava neanche, mi segavo tre o quattro volte al giorno.
Ma lei è vergine, non si è mai toccata. Mi chiedo come abbia fatto ad evitare di fare di fare sesso, o anche solo masturbarsi.
Le slego i polsi dalla cravatta e le bendo gli occhi.
«Non avere paura» le sussurro all'orecchio.
Inizio a massaggiarle le spalle, le slaccio il reggiseno, lasciandolo cadere a terra davanti a se.
Prendo la sua mano destra e la metto sul suo seno destro.
«Toccalo» e lei strizza i capezzoli, prendendo poi tutto il seno in mano.
Arrivo con la mano fino alla sua intimità.
Accarezzo molto delicatamente e dolcemente il clitoride bagnato.
Tira la testa indietro dal piacere, appoggiandosi al mio petto.
«Toccami» le sussurro all'orecchio.
Lei esita per un momento ma poi appoggia la mano che ha libera sui miei boxer.
Il mio pene freme a quel leggero tocco.
«Senti cosa mi fai piccola» la vedo sorridere e mordersi il labbro dallo specchio.
Le sfugge un gemito quando aumento leggermente la pressione sul suo clitoride.
Le metto una mano sulla pancia, avvicinandola a me, fino a che la sua schiena sia completamente appoggiata al mio petto.
Le gambe iniziano a tremarle, il respiro diventa sempre più irregolare.
«Cosa succede?» ansima, mentre continua a tremare ed ansimare appoggiata a me.
«Stai per venire piccola. Lasciati andare, sei bravissima» le sussurro
Lei annuisce e alza la testa al cielo.
«Oddio...» ansima.
Aumento la velocità, facendo piccoli cerchi sul suo clitoride duro e sensibile.
«Mark...» geme il mio nome mentre sento il suo clitoride pulsare sulle mie dita.
Vengo nei boxer insieme a lei.
Le tolgo la cravatta dagli occhi e la guardo.
Ha le guance e le labbra rosse, più gonfie per i vari morsi.
«Come ti senti?» le chiedo, accarezzandole la guancia.
«Bene...non mi sono mai sentita cosi. Allora è questo che si prova» sorride imbarazzata.
Annuisco e la porto in camera.
«Resta a dormire qui» dico
Le do una mia maglia e dei miei sleep.
«Dovrai farteli andare bene» ridacchio quando se li mette davanti a me.
Vado in bagno e faccio una rapida doccia.
Quando torno, apro il comò, prendendo un paio di boxer neri e li metto.
«Mi hai fatto riempire i boxer accidenti»
Sgrana gli occhi e si copre la faccia con il cuscino.
Scoppio a ridere e mi sdraio accanto a lei che si copre con la coperta.
«Ho scuola domani. Dove alzarmi presto. Devo passare da casa, cambiarmi e prendere lo zaino» dice, sdraiandosi a pancia in giù.
«Ti accompagno a casa, fai quello che devi e poi ti accompagno a scuola. Non c'è problema» annuisce e poi chiude gli occhi.
«Grazie di tutto» dice
Io la guardo dormire per un po', è bellissima.
Vorrei abbracciarla, baciarla, farla venire di nuovo.
Ma questo di oggi, era solo un'assaggio di quello che farò con lei.
Abbiamo tempo per giocare.

All I want is youWhere stories live. Discover now