15.

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«Ti ho portato la colazione.» dico appoggiando il vassoio sul letto.
Lei apre gli occhi e se li stropiccia.
«Non ho fame.» dice fredda.
Non sorride ne mi guarda. Si gira dall'altra parte e torna a dormire, nonostante siano le dieci del mattino.
Quando mi alzo dal suo letto e mi avvio alla porta, la sento singhiozzare e a me si spezza il cuore a sentirla piangere.
«Ti prego...» sussurra fra i singhiozzi. Mi giro verso di lei e con voce rotta dal pianto dice «non andartene. Se n'è vanno sempre tutti...» poso il vassoio a terra e torno da lei, sdraiandomi accanto, abbracciandola e lei piange sul mio petto coprendosi gli occhi.
«Grazie per avermi aiutata a pagare il funerale di mio padre. Te li ridarò presto.» dice asciugandosi gli occhi con la manica della maglia del pigiama.
La prendo in braccio come si prende un neonato per cullarlo dolcemente.
Appoggia la testa al mio petto mentre le accarezzo i capelli.
«Grazie.» dice, mentre mi accarezza il petto da sopra la felpa nera, la ferpa che lei tanto ama nel mio guardaroba.
Le bacio le fronte e mi addormento in quella posizione insieme a lei.

Sono ormai le sei di sera quando ci svegliamo, io sdraiato sotto di lei, e lei sopra di me a cavalcioni con la testa appoggiata al petto.
«Buongiorno dormigliona.» le dico accarezzandole il viso.
«Buonasera semmai.» sbadiglia lei e si alza da sopra di me.
«Dormito bene?» mi chiede
«Si, con l'erezione tutto il tempo ma dettagli.» sghignazzo e lei si copre gli occhi con le mani.
«Vado a fare una doccia.» dice e fa per uscire dalla camera.
Io la seguo entrando nel bagno insieme a lei che si spoglia davanti a me.
«Mi stai facendo soffrire.» le dico, quando si china a novanta per raccogliere la biancheria caduta a terra.
«A si?» mi guarda e sorride dallo specchio.
Si struscia su di me mentre ci guardiamo dallo specchio.
«Ti odio.» dico alzando gli occhi al cielo e lei scoppia a ridere.
Sentirla ridere dopo tre giorni dove praticamente non l'ho sentita parlare, è un miracolo.
È bellissimo sentirla ridere dopo tre giorni che l'ho sentita piangere.
«Sei bellissima.» dico e le tiro uno schiaffo leggero alle natiche nude.
«Tieni le mani a posto pervertito!» ride lei e quando le tiro un'altro schiaffo leggero, si gira verso di me e mi bacia, mettendosi in punta di piedi.
«Nanerottola.» dico scherzando e le faccio la linguaccia.
«Ehiii.» si allontana da me facendo un passo indietro e incrocia le braccia, facendo il broncio.
È meravigliosamente adorabile.
«Ma...» abbassa gli occhi su di me e nota la mia erezione pulsante che quasi esce dai boxer che tirano. «Ti ho solo baciato!» si copre gli occhi e io scoppio a ridere.
È incredibile che mi faccia questo effetto. Di solito, mi attraggono le ragazze della mia età o leggermente più grandi di me.
Non ho mai avuto nulla con ragazze più piccole, ovviamente non ragazze minorenni, ma con lei che ha diciotto anni, è molto raro che mi faccia questo effetto.
«Che ci vuoi fare?»
«Forse...quello che abbiamo faccio tre giorni fa.» ammette lei.
La guardo sorpreso.
Pensavo che sarei dovuto essere io a chiederglielo, invece lo ha fatto lei. È tanto timida, poi improvvisamente estroversa e spinta quando vuole.
«Davvero?» chiedo
Annuisce imbarazzata.
«Magari...in quella stanza.»
Il mio cuore manca un battito. Sta dicendo davvero? Vuole che la porti nella black room?
E si farebbe fare quello che voglio?
«È fantastico che tu mi abbia chiesto di farlo in quella stanza. Ma non è cosi semplice. Ci sono termini, regole e molto altro che devi conoscere ed essere al cento per cento a conoscienza e consenziente di sapere e voler fare.» spiego, sotto il suo sguardo dolce, innocente e bellissimo.
«Che tipo di regole?»
«Non posso spiegartelo adesso piccola. Ma se t'interessa, posso farti leggere il contratto.» dico mentre entrambi entriamo nella doccia e ci insaponiamo a vicenda.
Finita la doccia, usciano da essa e ci asciughiamo.
Andiamo in camera e ci vestiamo.
Io con il classico boxer nero, pantalone di tuta nero e felpa, e lei con una mia maglia bianca lunga fino a metà coscia che le fa da vestito, con sotto le mutandine.
«Aspetta qui.» dico ed esco dalla camera.
Entro nel mio ufficio e dal primo cassetto della mia scrivania, estraggo il contratto dentro a una cartellina trasparende.
Torno in camera e trovo Ella seduta a gambe incrociate sul letto ad aspettarmi.
«Questo è il contratto. Non è molto lungo, non sono tante le regole. Leggilo pure con calma.» le sorrido e le prendo la mano mentre con l'altra regge la cartellina con dentro il contratto.
Annuisce.
«Il contratto di schiavitù è un accordo consensuale stipulato tra Dominante e sottomesso che stabilisce le regole del rapporto BDSM.» legge Ella, sotto il mio sguardo attento mentre l'ascolto.
«Questo contratto contiene i termini precisi del reciproco accordo che definisce specificatamente il rapporto tra due individui che in appresso verranno definiti Padrone e schiava.
Questo contratto non ha nessuna validità legale, solo uno strumento per regolare al meglio e definire le esigenze e responsabilità nel rapporto Padrone/schiava.
Il presente contratto non potrà essere fatto valere se non alle condizioni che seguono né potrà essere emendato.» mi guarda per un secondo, ma poi torna a fissare il contratto.
«Ruoli : Padrone e Sottomessa.
La sottomessa, si impegna formalmente a sottomettersi al Padrone e a qualsiasi sua volontà.
La sottomessa accetta di rispondere sempre, prontamente e senza mai mentire a tutto ciò che gli verrà chiesto.
Non ci sarà alcuna circostanza, alcun momento, alcun caso in cui la sottomessa potrà rifiutarsi di obbedire al suo Padrone senza andare incontro a punizioni severe.
La sottomessa riconosce in base alla sottoscrizione del presente contratto che il suo corpo appartiene totalmente al suo Padrone che potrà usarlo come crede, secondo le regole stabilite.
La sottomessa, accetta di ricevere le punizioni appropriate per ogni infrazione del presente contratto, inoltre si impegna a ricevere le stesse punizioni con umiltà e di impararne le lezioni, di accettare tutti gli strumenti, il modo di punizione e di assumere tutte le posizioni richieste al fine di ricevere la punizione stessa.
Accetta che ogni disobbedienza agli ordini del Padrone risulterà in una punizione più severa.
Il Padrone accetta di informare la sottomessa prima dell’inizio della punizione, durante oppure dopo del motivo della punizione, ed accetta di non punire mai la sottomessa quando è in stato di tensione o ira.» la sua voce inizia a tremare, ma nonostante ciò, continua a leggere davanti a me.
«La sottomessa si impegna a soddisfare il Padrone nel miglior modo possibile.
La sottomessa potrà urlare, pregare e supplicare, salvo ordine contrario, sapendo che comunque non cambierà per nulla la sua condizione.
La sottomessa si esprimerà molto umilmente ed utilizzerà sempre ed unicamente il termine Padrone o Signore.» fa un respiro e poi continua.
«Ruolo del Padrone :
Il Padrone accetta la responsabilità del corpo della sottomessa.
Il Padrone si impegna a occuparsi della sottomessa, della sua sicurezza e della sua salute, proprio perché è una sua proprietà.
Il Padrone si fa carico di educare correttamente la sottomessa a punirla, umiliarla ed utilizzarla per i propri bisogni.» mi guarda di nuovo. Si morde il labbro timida e poi torna a leggere, con le mani che tremano il contratto.
«Punizioni :
La sottomessa deve accettare tutte le forme di punizione, giustificate o non.
La sottomessa dovrà sempre restare nuda salvo diverse disposizioni del Padrone.
La Sottomessa deve essere consapevole che la sua funzione è solo quella di procurare piacere al Padrone.» deglutisce e continua.
«Punizioni :
Le punizioni della sottomessa sono soggette a regole precise stabilite per proteggerla tanto da abusi intenzionali che da danni corporali permanenti.
La quantità e l’intensità delle torture inflitte alla sottomessa sarà esclusivamente a discrezione del Padrone. Tentennamenti o gemiti fastidiosi porteranno al raddoppio della pena.
Per questo le punizioni corporali non devono in alcun caso comportare i seguenti abusi:
La sottomessa non deve sanguinare. In caso di sanguinamento accidentale, la punizione deve cessare immediatamente.
Nessuna cicatrice potrà essere inflitta alla sottomessa.
Non si devono produrre lesioni interne.
La sottomessa non dovrà mai essere in stato di incoscienza.
Non si dovranno verificare privazioni prolungate di alimenti (nutrimento, acqua, ecc.)»
«Tu...tu vuoi che io faccia questo?» chiede guardandomi negli occhi.
«Oh piccola. Questo è niente.
Il tutto deve ancora avvenire. Continueremo questa conversazione domani. Ora spogliati, voglio farti mia. Ora.» dico e le strappo il contratto dalle mani.
Mi alzo e lo poso sulla cassettiera.
Quando mi giro, lei è nuda sul letto a pancia in giù con le mani sulle natiche, a tenerle aperte. Ma la cosa che mi fa più eccitare in assoluto è quando dice «prendimi, signore.» e io non capisco più niente in un secondo.
Non mi sono mai sentito cosi eccitato in tutta la vita.
Non mi sono mai sentito cosi bene con una ragazza.
Mi spoglio velocemente, metto il preservativo e la prendo con forza davanti.
Geme e urla di piacere mentre le afferro i capelli e li strattono all'indietro, spingendomi forte dentro di lei.
«Mark...» geme il mio nome, stringendo le lenzuola.
«Mi devo fermare?» chiedo ansimando.
«No...più veloce ti prego.» e io impazzisco quando aumento di più il ritmo e la sento pulsare intorno la mia erezione.
«Sto per...» ansima
Esco da lei e mi abbasso fra le sue cosce, leccando la parte più sensibile della sua intimità.
«Si cosi...» continuo a leccarle il clitoride con movimenti circolari della lingua.
Muove i fianchi per venire in contro alla mia lingua e io le tiro uno schiaffo al suo sedere perfetto.
Geme di dolore quando le do un secondo schiaffo e la pelle inizia dolcemente e deliziosamente ad arrossarsi sotto i miei colpi.
«Ti prego fammi venire...» supplica in un gemito.
Inserisco l'indice e il dito medio nel suo ano stretto mentre continuo a leccare il suo clitoride e i suoi umori dolci che continuando a colare sulla mia lingua vogliosa di lei.
«Non muoverti o ti lego a letto.» l'avverto.
Muovo le dita lentamente e lecco velocemente, lei geme forte mentre viene sulla mia lingua e intorno alle mie dita, urlando il mio nome.
Si gira a pancia in su ancora ansimando e dice «ora tocca a me farti venire.»
Si mette in ginocchio, mi toglie il preservativo e inizia a segare velocemente e succhiare mentre mi guarda.
«Piccola sto per...» gemo il suo nome mentre le riempio la bocca con il mio caldo seme.
Si alza e si dirige verso il bagno dicendo «mi hai allagato. Accidenti a te.» scoppio a ridere mentre lei si fa la doccia.
Entro con lei per farla insieme e sotto la cascata d'acqua, mi sembra di vedere una sirena.
Sono incantato da lei mentre si passa le mani fra i capelli bagnati e poi sul suo corpo perfetto.
«Sei bellissima.» le sussurro all'orecchio.
«Anche tu.» dice, piegandosi a novanta per prendere la spuna da per terra nella doccia.
Tossisco quando il suo sedere sfiora il mio pene.
«Mi provochi cosi. Vuoi essere presa anche nella doccia?» le dico scherzando.
«Mmmh...» ci pensa «va bene.» dice, prendendomi di sorpresa.
Io non sono mai sazio di lei, e lei non è mai sazia di me.
Una coppia perfetta.
Hai detto coppia?
«No!» urlo al mio subconscio.
«Non vuoi più farlo in doccia?» chiede lei, la sua voce è dolce.
«Certo che voglio! Non dicevo a te...» alzo gli occhi al cielo mentalmente e poi, senza pensarci due volte, vai con il secondo round.

All I want is youWhere stories live. Discover now