1.L'ultima ora

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Beatrice 

Cassandra accende la sigaretta e la porta alle labbra per farne un grande tiro. Quando butta fuori tutto il fumo, mi sembra essere molto più tranquilla del solito.
«L'ora di educazione fisica è una rottura.» Si lamenta. «Se non fosse per il fatto che il venerdì uniscono le nostre due classi, sarebbe anche peggio.»

Io la guardo mentre aspira nuovamente dalla sigaretta e lascia attorno al filtro l'alone del rossetto prugna che è solita mettere ogni giorno.  

«La cosa positiva è che il nostro professore è un rincoglionito.» Continua a dire «Questo mese avrò avuto il ciclo tipo cinque volte e lui non se ne è reso conto.»

Cassandra è la mia migliore amica dal primo anno di liceo. Non siamo mai state nella stessa classe - io sono sempre stata nella sezione B, lei in quella F - ma abbiamo avuto modo di conoscerci il primo anno durante l'occupazione. Lei è sempre stata una tipa alternativa: una strafiga bionda amante del rock n' roll. Praticamente l'opposto di me, che sono una ragazza più comune. Insomma, tanto per cominciare, tra i miei capelli c'è il miele e non il platino.

Eppure fin da subito siamo andate d'accordo. Sarà un po' perché gli opposti si attraggono, ma in un certo senso ci completiamo. Quest'anno abbiamo avuto la fortuna di avere un'ora di educazione fisica - l'ultima ora del venerdì - in comune.  

Nel sentire la sua affermazione, ridacchio prima di rispondere: «Forse è semplicemente comprensivo e non ci costringe a fare cose che non vogliamo.»

Lei mi guarda seriamente per un momento, poi esclama: «No, è solo rincoglionito!»

Io rido di nuovo e incrocio le gambe sistemandomi meglio. Non che mi interessi godere della partita di pallavolo che si sta giocando poco distante. Io trovo molto più interessante Andrea Scala. Rappresentante d'istituto e uno dei ragazzi più carini dell'intera scuola. E' un po' il sogno proibito di tutte quelle che come me, cercano un ragazzo dal viso angelico e il temperamento da personaggio romantico letterario. 

«Chiudi la bocca Bea, che entrano le mosche!» mi rimprovera Cassandra gettando la sigaretta ormai finita e spenta sul prato.  

Io solo in questo momento mi rendo conto che mi ero incantata a guardare il ragazzo sopracitato.
«Ma come fa a non piacerti Andrea?» chiedo alla mia amica.

«E' troppo ordinario per me.» Mi spiega attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno all'indice della mano «E poi ha tanto l'aria da figlio di papà. Non è il mio tipo.»  

«Effettivamente non ti ci vedo proprio con uno come lui.» Osservo io sinceramente. Perché è vero che gli opposti si attraggono ma fino ad un certo punto. Cassandra e Andrea sarebbero la coppia più bizzarra del mondo.  

«Con una come te invece starebbe benissimo.» Mi dice lei sorridendomi divertita. 

Ovviamente, essendo la mia migliore amica è a conoscenza della mia cotta. Ma io le ho sempre impedito di fare qualsiasi cosa che potesse mettermi in imbarazzo con lui. Incluso anche il semplice presentarmelo. Sono troppo imbarazzata anche solo dall'idea di avere una conversazione con lui. Mi sembra così irraggiungibile per una come me.

«Magari è vero.» Dico comunque, per rispondere all'osservazione della mia amica «Ma non sa nemmeno della mia esistenza. Hai avuto la fortuna di averlo in classe con te.»

«Chiamarla fortuna mi sembra esagerato.» mi rimprovera lei «Per quanto possa essere un bel ragazzo, non è perfetto. E' come me e te, guardalo!»

Nell'esatto momento in cui mi giro, lui ha appena segnato un punto e la ragazza al suo fianco - forse approfittandone, dato il troppo e immotivato entusiasmo - Lo abbraccia. Se fossi nella stessa classe di Andrea, non inventerei scuse con il professore per non giocare. Anzi ne approfitterei per fare squadra con lui ed avere anche io la possibilità di stringerlo. 

Il Momento Più BelloWhere stories live. Discover now