27.L'ultima Notte

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Attenzione: il capitolo è a rating rosso. Buona fortuna! lol

Beatrice

Io non lo so.

Non so come ci sono finita poggiata al muro con le labbra di Umberto sulle mie, e con le mie mani tra i suoi capelli.

Non ho idea di come la porta della stanza sia stata chiusa, ma credo che non mi importi più di tanto.

Ora tutto ciò che conta sembra essere la mano del ragazzo che mi sta addosso, che scende pian piano dal mio fianco, fino a poggiarsi sul mio gluteo. Le sue dita accompagnano il movimento della mia gamba, che finisce per circondargli il corpo.

Umberto non smette di baciarmi. Faccio fatica anche a respirare, a causa della veemenza con la quale mi tiene avvinghiata a sé.

Mi sembra di non essere mai stata baciata così. Mi tiene stretta, non mi lascia andare, come se avesse bisogno di toccarmi, di baciarmi, di stringermi.

Il mio tallone è sulla parte bassa della sua schiena, quando lui spinge i propri fianchi verso di me, e io mi accorgo di quello che sta succedendo.

Apro di scatto gli occhi, e con prepotenza allontano il suo viso dal mio.

Per un momento ci guardiamo senza dire una parola; troppo affannati da ciò che è appena accaduto, anche solo per tornare a respirare regolarmente.

«Che stai facendo?» finalmente boccheggio io.

Lui non dovrebbe essere nemmeno qui, nella mia stanza. E invece è ancora stretto a me e io sono ancora tra lui e il muro, i miei piedi non toccano più terra; è lui a tenermi.

«Quello che avrei dovuto fare per tutto il giorno.» Dice avvicinandosi nuovamente alle mie labbra e baciandole di nuovo.

Io richiudo gli occhi per un attimo - uno soltanto - perché questo contatto diretto con lui, mi fa quasi girare la testa.

Però poi, velocemente poggio le mani sulle sue spalle e lo allontano di nuovo.

Stavolta lui si stacca del tutto, sbuffando e smettendo di reggermi. Quando le punte dei miei piedi toccano il pavimento freddo della stanza, non riesco nemmeno a sentire un brivido - sono ancora tremendamente accaldata da quello che è appena successo.

«Che stai facendo?» chiedo nuovamente, stavolta un po' più isterica della prima volta.

«Ancora?» domanda lui. Sembra essere alquanto irritato dal fatto che io lo abbia interrotto.

«Intendo, che intenzioni hai?»

«Vuoi che ti faccia un disegnino?» ridacchia lui. E forse mentre lo dice, non si rende conto di sembrare l'Umberto di qualche mese fa. Quello che una come me, non l'avrebbe mai voluta avvicinare.

Infastidita dal suo atteggiamento, allungo le braccia spingendolo ancora più distante dal mio corpo, e finendo per allontanarmi a mia volta.

Il mio corpo reagisce in malo modo, a questa improvvisa distanza; le gambe sembrano non reggere il resto del mio peso. Ma cerco di non badarci, questo non è il momento.

Lui mi afferra il polso, mentre mi dirigo verso la finestra. Come se potessi uscire da qui, questa è la mia stanza!

Quando mi volto nella sua direzione, mi prendo un attimo, per guardare prima le sue dita intorno alla mia pelle pallida. «Lasciami.» Gli intimo portando con uno scatto, i miei occhi sui suoi.

«Ma che ti prende?»

Mi ha davvero chiesto una cosa simile?

Sì è praticamente presentato alla porta della mia stanza e si è avventato sulle mie labbra, senza neppure darmi un attimo per capire cosa stesse succedendo, e ora ha il coraggio di chiedermi perché io abbia reagito in un determinato modo?

Il Momento Più BelloWhere stories live. Discover now