20.San Valentino

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Beatrice

Io e Umberto siamo seduti attorno al tavolo della cucina in silenzio, e ancora al buio per evitare di svegliare i due che poco distanti dormono beatamente ronfando.

Li invidio, perché sembrano essere così sereni e indisturbati, e io questo momento vorrei poterlo essere a mia volta.

Non so se sia stata effettivamente una buona idea restare qui a mangiare biscotti nel latte insieme a Loffredi: primo perché Andrea potrebbe svegliarsi e accorgersi della mia assenza - insomma, non sarebbe bello se mi trovasse qui in cucina con Umberto proprio dopo la nostra discussione. E poi, perché il ragazzo seduto al mio fianco, sembra non avere la minima intenzione di aprire bocca e di parlare.

Semplicemente immerge nel latte un biscotto dietro l'altro - per inciso, io ne ho mangiati solo tre ma lui ha quasi finito l'intero pacco - e li sgranocchia guardando davanti sé, e facendo finta che io non sia seduta proprio sulla sedia affianco alla sua.

Non capisco il motivo della sua richiesta di poco fa, a questo punto. Perché chiedermi di restare, per poi far finta che io non ci sia?

Alla mente mi ritornano le parole che lui mi ha detto due settimane fa, quando mi ha praticamente sbattuta al termosifone.
Ho solo bisogno di guardarti così.
Forse aveva solo bisogno di avermi al suo fianco, adesso?

Non lo so e mi sembra di impazzire. Non riesco proprio a capire il suo atteggiamento. Se non gli sono così indifferente come sostiene perché continua a comportarsi come se in realtà lo fossi? E soprattutto perché io continuo a chiedermi cose su di lui, quando non dovrebbe importarmi?
Dannato Loffredi! Preferivo i bei tempi durante i quali lo odiavo e basta.

Ora lo odio ancora, ma forse provo anche qualcosa di diverso per lui. Quello che sia però, non saprei spiegarlo, perché mi è del tutto nuovo.

L'unica cosa che so, è che lo sto fissando da più di due minuti, perdendomi nel tracciare con lo sguardo le linee del suo volto e delle sue spalle - un po' diverse a causa della poca luce - e quindi delle ombre che gli donano una figura diversa, ma pur sempre attraente.

Da quanto penso così spesso al fatto che lui sia attraente? Insomma, ho sempre saputo che lo fosse, ma non mi ero mai fermata così tante volte a rifletterci!

Scuoto la testa, distogliendo finalmente lo sguardo e dandomi della stupida mentalmente: c'è il mio ragazzo di sopra e io penso a quanto sia attraente un altro. Non va bene, non va bene per niente.

Decido di bere finalmente il mio latte e di andar via una volta finito, ma proprio mentre sto per alzarmi, il ragazzo al mio fianco finalmente si decide ad aprire bocca. «Perché non riuscivi a dormire?» mi chiede sussurrando, per non svegliare Daniele e Marco.

Ogni mia voglia di alzarmi e fuggire via, scompare nel momento stesso in cui lui mi rivolge la parola, quindi decido di restare incollata alla sedia e gli rispondo: «È stata una giornata un po' stressante.» Abbasso lo sguardo e mi porto una ciocca di capelli dietro all'orecchio, perché anche se siamo al buio, a me intimidisce troppo il suo sguardo addosso. «Ho avuto un discussione con Andrea.» Mi lascio sfuggire.

Lui non perde tempo a muoversi nervosamente sulla sedia. Ha chiaramente paura che Andrea possa aver scoperto qualcosa. Io non gli dico che il mio ragazzo sembra avere realmente dei dubbi, perché non è il caso di allarmarlo più del dovuto. Anche se proprio non mi spiego il come Andrea si arrivato a pensare qualcosa; insomma, fino a questa mattina sembrava essere sereno come sempre. Non credo che la sola gaffe di mia madre, sia riuscita a influenzare il suo pensiero a tal punto. Ci deve essere un piccolo tassello del puzzle che mi sfugge; forse semplicemente ha già capito qualcosa da tempo, e ha sempre fatto finta di niente. E se fosse per questo che mi ha mandata via con Loffredi la sera del pub? Magari voleva vedere una mia reazione. Però non sembrava che volesse mettermi alla prova, sinceramente.

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