11.Sbagliata

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Beatrice

È inutile sottolineare quanto sia stato faticoso per me questa mattina, alzarmi dal letto ed essere venuta qui a scuola dopo quello che è successo ieri.

Ho sperato fino all'ultimo secondo che Loffredi se ne restasse a casa, ma quando l'ho visto entrare in classe tranquillo e sorridente come al solito, ho pensato che forse - per evitare di sentirmi in questo modo - sarei potuta restare io a casa,  fingendomi malata.

È anche vero però, che lui mi ha ignorata per le prime quattro ore di lezione. Certo, forse semplicemente per non destare sospetti, però questo suo atteggiamento mi ha sicuramente rincuorata e tranquillizzata.

Effettivamente non è una cattiva idea, tornare a ignorarci come abbiamo fatto fino a qualche mese fa, prima che tutto questo incubo avesse inizio.

In ogni caso però, la mia tranquillità viene di nuovo messa alla prova, sempre da quel qualcuno che da lassù si diverte a rendermi la vita un inferno.

Questo perché solitamente facciamo lezione di educazione fisica in comune con la classe di Cassandra, solo il venerdì. Ma oggi, il loro professore di spagnolo ha pensato bene di assentarsi. E siccome noi il martedì, alla quinta ora abbiamo lezione di educazione fisica, il nostro insegnante ha pensato bene di prendere sotto la sua responsabilità l'intera classe scoperta.

Evidentemente non ci sono stati problemi, perché deve essere sembrata un'idea migliore rispetto a quella di smistarli nelle altre classi.

Fatto sta, che io pensavo di essermi risparmiata la tortura di passare un'ora insieme alla classe di Cassandra - visto che questa settimana il nostro ultimo giorno è giovedì, poi andiamo in vacanza. Ma a quanto pare ultimamente sembra non andarmene bene nemmeno una.

Questa volta, a differenza delle altre lezioni, ho deciso di giocare anche io una partita di pallavolo insieme ai miei compagni di classe. Dicono che lo sport aiuti a non pensare, magari può risolvere anche i miei problemi emotivi. E poi se mi rassoda anche un po' i glutei, ben venga.

Inoltre, pur volendo fingere come sempre di giocare a ping pong, non saprei con chi farlo. Ai due tavoli da gioco, infatti ci sono Cassandra e alcune sue compagne di classe; non credo proprio che la mia - ormai ex - migliore amica, gradisca anche la mia presenza.

Quindi sono seduta a terra sull'erba, poco distante dalla rete dove i ragazzi si sono già divisi in due squadre come fanno ogni venerdì, e hanno già cominciato un partita che - a vederli - sembrerebbe emozionante.

Aspetto il mio turno per entrare in campo perché siamo troppi e abbiamo deciso di giocare a rotazione.

Ovviamente Faina, capitano della nostra squadra, ha lasciato fuori me e Ilaria - che senza ombra di dubbio siamo le più scarse della classe - perché non voglia mai Dio che lui perda anche solo un punto per colpa nostra! Mi divertiró quando sarò in campo e non dovrò nemmeno impegnarmi a sbagliare, per farlo imbestialire.

In tutto questo, Umberto è già in campo a giocare. Ha legato i suoi capelli abbastanza lunghi da finirgli davanti agli occhi, in una coda disordinata e si è tolto la felpa, restando in t-shirt bianca. Così come ha fatto in classe, non mi degna nemmeno di uno sguardo.

Io dalla posizione nella quale mi trovo, ogni tanto lancio anche uno sguardo nella direzione di Cassandra per vedere come si comporti in presenza del ragazzo; ma lei sembra non essersi nemmeno accorta del fatto che sia lì, e ride - quasi squittisce - con le sue nuove amiche. Credo di non riconoscerla più, a questo punto. Ma ciò non toglie che io abbia intenzione di parlarle il prima possibile per cercare di chiarire questa situazione.

Mentre sono assorta nei miei pensieri, la voce di Ilaria seduta al mio fianco, mi riporta alla realtà: «Io lo so a cosa stai pensando.» Mi fa. E io per un momento mi metto sull'attenti, quasi col timore che lei sappia realmente ogni cosa. «Stai pensando che avresti potuto passare quest'ora con Andrea, ma lui a scuola non c'è.» Continua poi sorridendo, e facendomi tirare un sospiro di sollievo.

Il Momento Più BelloWhere stories live. Discover now