30.Perdita Di Tempo

1.2K 45 95
                                    

Beatrice

Marco frena con l'auto nel parcheggio del multisala, in maniera piuttosto brusca, facendomi sballottare in avanti e costringendomi a tenere una mano sul cruscotto per reggermi. Ha preso da sole due settimane la patente, e forse è stato un azzardo accettare il suo passaggio. Però, ero decisamente in ritardo e se avessi aspettato la metro, di sicuro avrei perso lo spettacolo delle otto - magari costringendo anche gli altri a dover prendere il biglietto per quello delle dieci.

Mentre il ragazzo al mio fianco, molto più lentamente decide di parcheggiare nel primo posto disponibile, il mio cellulare inizia a vibrare per quella che sarà la trentesima volta: Ilaria è già qui e continua a telefonare per capire le nostre tempistiche.

«Sbrigati, Marco!» Sollecito il mio amico, continuando a tenere le dita ben ancorate al cruscotto - Non ho intenzione di lasciarlo andare, fin quando questo veicolo infernale non sarà fermo del tutto. «Ilaria mi sta chiamando ancora.»

«Ilaria dovrà aspettare. Non posso rischiare di distruggere la macchina di mio padre, solo perché lei va di fretta.»

Alzo gli occhi al cielo ed evito di fargli notare che in realtà, per l'intero tragitto non solo ha rischiato per la macchina, ma anche per la nostra vita. Evito soprattutto, perché non sono nelle condizioni di potergli fare una paternale; ho insistito io perché venisse al cinema con noi questa sera, e ho approfittato anche della sua buona volontà nel passarmi a prendere. Però nella mia mente, non posso fare a meno di chiedermi chi sia l'esaminatore - palesemente pazzo! - ad avergli dato la patente.

Finalmente, dopo quella che mi sembra essere un'eternità, il mio amico tira il freno a mano e spegne l'autovettura.

Solo adesso trovo il coraggio di muovermi, e finalmente uscire da questo inferno.

Proprio quando metto piede fuori dall'auto, il mio cellulare inizia a vibrare di nuovo; ancora una volta decido volutamente di non rispondere - anche perché quando inizio a camminare, riesco finalmente a vedere la chioma rossa della mia compagna di banco. La nota positiva di tutta questa faccenda, è che Marco sia riuscito a trovare un posto abbastanza vicino all'entrata del cinema.

«Marco, sbrigati!» urlo di nuovo - da più di dieci minuti non faccio che ripetergli sempre e solo le solite due parole.

«Sì sì, ho capito!» esclama lui, a sua volta scocciato. Poi avanza il passo e mi affianca, anche piuttosto affannato.

Quando il cellulare vibra ancora una volta, mi sbraccio per attirare l'attenzione della mia amica.

Lei - spinta da non so quale forza soprannaturale - si volta davvero verso di me e mi riconosce, staccando immediatamente la telefonata e posando il proprio cellulare nella pochette di pelle nera che ha tra le mani. «Finalmente!» esclama. E nel tono che utilizza, mi ricorda molto mia madre ogni volta che torno a casa in ritardo e non le faccio neppure una telefonata per avvisare.

«Scusa, colpa mia.» Faccio ammenda, alzando le mani in segno di resa «Ho fatto tardi.»

«Non avevo dubbi che fosse colpa tua, Marchesi!»

Ovviamente non è stata Ilaria a rispondere, né tanto meno Marco - che è ancora al mio fianco.

Quando mi sporgo oltre la figura di Ilaria, Daniele Faina è seduto mollemente su un paletto stradale, e fuma beatamente una sigaretta.

La sua presenza qui, non mi stupisce. 

La mia amica e il troglodita si stanno frequentando da una settimana; perché l'incontro di due sabato fa, sembra essere andato per il verso giusto e hanno deciso di darsi una possibilità. Non che mi dispiaccia per Ilaria, però sono sempre pronta a fustigare Faina nel momento in cui deciderà di farla soffrire.

Il Momento Più BelloWhere stories live. Discover now