10.Discussioni

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Umberto

Generalmente il giorno della settimana che più detesto è il lunedì. Un po' come tutto il resto del mondo, insomma.

A maggior ragione, quando il lunedì in questione fa parte dell'ultima settimana scolastica prima delle vacanze di Natale, sembra essere ancora più tremenda come tortura.

Fortuna che esistono i venti minuti di ricreazione; ricreazione che oggi ho deciso di passare alle macchinette per poter assumere quintali di caffè e tirarmi un po' su da questa sensazione di sonno perenne.

Sto per prelevare, una volta terminata l'erogazione, la terza tazzina di caffè consecutiva e che ho intenzione di bere fino all'ultima goccia esattamente come le prime due. Quando Daniele, fa prima di me e allungando la sua mano, afferra il mio  bicchierino - che per inciso, ho pagato con i miei soldi - e se lo porta alle labbra, nonostante lo sguardo omicida che gli rivolgo.

«Rischi l'infarto, se ne bevi ancora anche solo una goccia.» Mi dice scrollando le spalle, come se fosse una giustificazione al fatto che mi ha appena fregato il caffè.

Io sbuffo contrariato, e tiro fuori dalla tasca dei jeans altre monete per prepararne ancora; con la speranza che nessuno se lo beva al posto mio!

Stavolta riesco ad afferrare il bicchierino colmo di liquido scuro, ma comunque la voce del mio migliore amico attira la mia attenzione.

«Oddio ti prego, dimmi che Marchesi non si sta avvicinando davvero a noi!» Mi dice, guardando un punto poco distante dalla nostra posizione.

Quando anche io alzo lo sguardo e vedo una ragazza a dir poco adirata arrivare velocemente di fronte a noi, e poi realizzo che effettivamente si tratta di Beatrice, non posso fare altro che sorridere divertito.

«Ciao Marchesi.» La saluto, come se non avessimo già passato due ore di lezione nella stessa classe.

«Ciao 'sto cazzo, Loffredi!» mi risponde infuriata, come non l'ho mai vista.

«Hey, calma tigre!» esclama divertito quanto me, Daniele. Dopotutto per lui ogni occasione è buona per prendere in giro Beatrice. Anche se il motivo, non lo capirò mai. «Così ti diventano i capelli bianchi prima del tempo.»

«Guarda Faina, fosse un giorno come un altro probabilmente - ma molto probabilmente! - risponderei alle tue provocazioni. Peccato che oggi sia talmente incazzata con il tuo amichetto, da fare anche fatica a notare la tua presenza!»

Per la prima volta, vedo Daniele zittirsi. Dai suoi occhi sgranati, deduco che sia fin troppo scioccato anche solo per aprire bocca.

Io, dal mio canto, ho capito perfettamente perché Marchesi può avercela con me, ma cerco in qualche modo di sviare la cosa. In fin dei conti, non mi va di parlare di certe cose intime, dinanzi all'intera scuola.  Che poi ci siano solo una decina di persone alle macchinette e che tutte stiano pensando ai fatti loro, questo è un dettaglio; serve che solo una di loro senta anche una minima cosa e da domani tutta la scuola sarà al corrente della faccenda. È così che succede nel nostro istituto.

Quindi, per evitare di affrontare l'argomento qui e adesso, dico a Beatrice: «E perché sei arrabbiata con me? Prima sei riuscita anche a prendere un bel sei all'interrogazione di matematica, per merito dei miei insegnamenti...»

Infatti Presetti, durante la prima ora l'ha interrogata così come io avevo previsto, e lei è riuscita davvero a prendere la sufficienza. Il come mi è ignoto, sinceramente; perché per me, come interrogazione è stata un completo disastro. Ma a quanto pare, il professore ha visto miglioramenti e ha voluto premiarla per l'impegno;  con la promessa che subito dopo le vacanze, riesca almeno a prendere un sette.

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