26.Buonasera Signorina

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Beatrice

Dopo l'esperienza qui a Praga, mi ricorderò senz'altro di non bere mai più, se il giorno dopo dovesse attendermi una sfacchinata.

Infatti questa notte avrò chiuso occhio solo per un paio d'ore; nonostante la piccola sbronza che avrebbe dovuto farmi crollare. E chiaramente, questa mattina ho faticato ad alzarmi dal letto per scendere a fare colazione.

Ho la sensazione di avere la testa tremendamente leggera e le gambe fin troppo molli. Ho dovuto aggrapparmi più volte a Ilaria per evitare di perdere l'equilibrio durante la visita al Museo Nazionale*. Per non parlare del fatto che il mio aspetto deve essere davvero orribile. Almeno era così, quando questa mattina mi sono specchiata per controllare le mie condizioni fisiche.

Ora sono seduta su di una panchina nel bel mezzo di Na Příkopě*, a gambe accavallate e lottando contro la voglia di dormire qui, non curandomi minimamente di essere in un luogo pubblico.

Mi beo comunque del momento libero che come sempre i nostri insegnanti ci hanno concesso. Infatti, abbiamo le solite tre ore di tempo a disposizione per poter pranzare, prima di vedere le ultime cose; domani torniamo a casa e io non so se esserne felice o meno. Una parte di me vorrebbe non dover lasciare mai questo posto.

Poi però il mio pensiero va al ragazzo che solo ieri mi ha baciata e che ora nemmeno mi guarda in faccia, - per motivi del tutto assurdi, per quanto mi riguarda - quindi mi dico che non ha senso restare qui, se l'incantesimo si è spezzato.

Sono rimasta a rimuginare l'intera notte su quello che è successo e su quello che sta succedendo dentro di me. Eppure ogni volta che mi sembra di essere arrivata a un punto, c'è sempre qualcosa che mi fa indietreggiare.

Vorrei solo un segnale, un qualcosa dall'alto - magari - che mi facesse capire. Ho bisogno di una spinta, solo una.

E ho bisogno di capire perché Umberto ce l'abbia così tanto con me, ma questo è un classico.

Mentre aspetto Ilaria - che gentilmente si è offerta di andare a prendere qualcosa da mangiare per entrambe, data la mia spossatezza - sorprendentemente Daniele si siede vicino a me, e si accende una sigaretta. Io lo guardo stranita e scioccata allo stesso tempo, pensando che deve essere per forza un sogno; che magari mi sono addormentata senza neppure rendermene conto, perché nella vita reale Daniele Faina non si sarebbe mai venuto a sedere di sua spontanea volontà al mio fianco.

Passa qualche minuto, durante il quale lui sembra continuare a fumare in tutta tranquillità, quando finalmente io mi decido a parlare: «Sei seduto di fianco a me da un paio di minuti e ancora non mi hai presa in giro. Deve essere successo qualcosa di grave.»

Lui si volta a guardarmi restando in silenzio. E ancora una volta, questo mi sembra essere diverso dal suo solito comportamento nei miei confronti.

«Avevo semplicemente bisogno di fumare in santa pace.» Si decide poi a dirmi, ma senza aggiungere altro.

«Solitamente tu e Umberto siete inseparabili. Dove lo hai lasciato?» gli chiedo ancora. Ma chiaramente il mio è un tentativo di sapere dove sia Umberto, senza però chiederlo esplicitamente.

Lui alza le spalle e semplicemente risponde: «Ha detto di dover andare in un posto, e si è fatto accompagnare da Marco.»

«In un posto dove?» chiedo ancora, non riuscendo a tenere a bada la mia curiosità. E il mio fastidio; perché io ho ancora paura che lui possa incontrare una tipa del posto irresistibile. E se poi se ne invaghisce? Magari lei può prendersi una cotta per lui, non sarebbe nemmeno la prima. In fondo, mi rendo conto che - per la maggior parte del genere femminile - quello ad essere irresistibile, è lui.

Il Momento Più BelloWhere stories live. Discover now