3.La Festa

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Beatrice

Spalmo un abbondante strato di Nutella sull'ultimo pancake che ho preparato, prima di posizionarlo sugli altri già rigorosamente ricoperti di crema alle nocciole.

Quando ormai ho terminato di impiattare quella che è la mia merenda post compiti, sono abbastanza soddisfatta: i pancakes sembrano avere un bell'aspetto ed hanno senza ombra di dubbio un buon odore. Se assaggiandoli li troverò anche buoni, potrò dire di aver imparato a cucinare una cosa nuova.

È da un po' di tempo che ho scoperto di avere una vera e propria passione nel cucinare dolci.

Mentre ritorno in camera mia pronta a rilassarmi e gustare ciò che ho appena cucinato, mi dico che come passione non è per niente male.
Insomma, se non mi va male con le lingue posso sempre aprire una pasticceria, in futuro!

Quando rientro in camera, ignoro palesemente il mucchio di vestiti messi in disordine sulla sedia di fianco al balcone e il caos di libri messi alla rinfusa sulla panca di fronte al letto.

Se esiste un modo per descrivere la mia camera, questo è sicuramente: disastrosamente bianca.

Il fatto è che non sono in grado di tenerla in ordine per più di un paio d'ore al giorno e - non avendo né un armadio e né una scrivania - non so esattamente dove mettere le cose per non averle in giro. Quindi semplicemente le ignoro.

Proprio come in questo momento; infatti sono seduta sul letto a gambe incrociate e mangio la mia merenda, gustando morso dopo morso.

Dovrei sentirmi in colpa, perché questi pancakes finiranno direttamente sui miei fianchi  allargandoli ancora di più, ma sostanzialmente non può fregarmene di meno.

Magari dopo faccio un po' d'esercizio fisico; prima o poi qualcuno dovrà sistemare 'sta stanza per le due ore di ordine giornaliere!

Sto per dare il primo morso al secondo pancake, quando la mia selfcare routine - oddio forse non proprio selfcare, viste le calorie e i grassi che sto assumendo - viene interrotta dal mio cellulare che vibra avvisandomi dell'arrivo di un messaggio. 

Lo afferro pronta a vedere da parte di chi sia, e - immaginando che sia da parte di Cassandra - sono già pronta ad alzare gli occhi al cielo, annoiata dall'essere stata interrotta. Quando però controllo e noto che è da parte di un numero che non conosco, aggrotto le sopracciglia completamente stranita dalla cosa.  

Mi metto seduta mentre sblocco lo schermo per leggerne il contenuto e quasi mi sembra di impazzire quando mi rendo conto di chi sia.

Ho chiesto il numero a Cassandra sapendo che siete molto amiche. Spero che non ti dispiaccia. Comunque sono Andrea Scala e mi piacerebbe molto che venissi alla festa che ho organizzato questa sera a casa mia. Chiaramente puoi portare chi vuoi.

Al messaggio non è stata aggiunta nessun tipo di emoji e sembra essere abbastanza formale, proprio nello stile di Andrea. Eppure - ciò nonostante - non posso che pensare per un attimo che in realtà sia solo uno scherzo di cattivo gusto da parte di qualcuno - uno a caso, Daniele Faina - che ha il mio numero e vuole divertirsi. 

Immediatamente decido di chiamare Cassandra per avere conferma da parte sua. Dopotutto, nel messaggio c'è scritto che il numero glielo ha passato lei, quindi potrà sicuramente sciogliere ogni mio dubbio.
La mia amica risponde dopo un paio di squilli con la voce piuttosto impastata. Forse l'ho svegliata.

«Non dirmelo.» Esordisce prima che io possa dire qualsiasi cosa «Ti ha contattata Scala e stai per sclerare.»

Allora è vero! 

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