7.La Cotta

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Umberto

Vedo arrivare Andrea correndo verso di me, mentre sono seduto esausto dopo quasi cinquanta minuti di jogging.

Andrea è solito correre sempre una decida di minuti in più a me, ma lui è avvantaggiato, perché non fuma e riesce a respirare molto meglio durante la corsa. Io mi riprometto di smettere, ma poi puntualmente non lo faccio mai. Non riesco a rinunciare al piacere di una sigaretta solo per correre una decina di minuti in più al parco.

Quando il mio amico si ferma vicino a me e beve un sorso d'acqua, io guardo dietro di lui e noto due ragazze poco distanti che palesemente ci guardano, palesemente civettuole.

Faccio un cenno verso di loro quando mi indicano pensando di non essere viste, ed entrambe ridacchiano visibilmente imbarazzate.

«Quando la smetterai di provarci con ogni singolo essere vivente che abbia una vagina?» mi rimprovera il mio migliore amico, accorgendosi di quello che ho appena fatto.

«Non ci provo con tutte le ragazze sulla faccia della terra, con alcune mi diverto solo a farle un po' lusingare.»

«Allora sei anche più stronzo di quanto credessi!» esclama scoppiando a ridere, ma non contagiando anche me. «Stavo scherzando, Umbé!» poi mi rimprovera ancora, accorgendosi della mia serietà. «Da quando sei diventato così permaloso?»

«Allora, come è andato l'appuntamento di ieri?» gli chiedo ignorando volutamente la sua domanda.

«Bene, non mi posso lamentare.»
Si limita a dire lui, liquidandomi.

«Tutto qui?»

«Sì, tutto qui. Io non sono come Daniele che con te scende nel dettaglio.»

«Non chiedo di sapere i dettagli, ma almeno qualche particolare in più.» gli spiego «Insomma, state insieme adesso?»

«Beh, si. Credo di sì.» Mi confessa.

Io lo guardo in viso mentre si siede di fianco a me con un sorriso da ebete.

«Andrea, ti sei bevuto il cervello?!» domando quasi spaventato. Lui mi rivolge uno sguardo stranito, ma non smettendo di sorridere senza un particolare motivo. Mi affretto a precisare «Sembri un cretino con la faccia da cretino.»

Lui sbuffa contrariato e - finalmente - smette di sorridere tornando serio.
«Solo perché non ti sei mai sentito in questo modo per nessuna, ciò non preclude la possibilità che altre persone possano sentirsi in una determinata maniera!»

«E com'è che ti sentiresti?» chiedo, poi mi affretto ad aggiungere «Sempre se mi è concesso saperlo e non sfocio nei "particolari" top secret che non puoi svelare per nessuna ragione al mondo.»

«Non sei divertente.»

Alzo gli occhi al cielo e con un cenno della mano lo invito a rispondere alla mia domanda.

«È un modo di sentirsi che non si può spiegare a parole.» Risponde «Anche perché non tutti si sentono nella stessa maniera. È comunque una sensazione positiva.»

Inizio a fissarlo chiedendomi come si senta lui nello specifico, nei confronti di Beatrice Marchesi. E un po' lo invidio, anche se non glielo dico. Lo invidio perché a guardarlo, sembra essere il ragazzo più sereno del mondo. E io vorrei tanto poter provare lo stesso tipo di spensieratezza. Al di là del trovare una ragazza per cui perdere la testa, mi piacerebbe poter aver almeno una piccola fetta di quella che è la vita del mio migliore amico.

«Andrea...» Richiamo la sua attenzione.

Lui è appoggiato allo schienale della panchina, di fianco a me e sembra essere assopito, con la testa rivolta verso l'alto e gli occhi chiusi. In realtà so che semplicemente si gode il piacevole calore dovuto ai raggi solari che nonostante la fredda stagione, illuminano la nostra città.

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