Ancora di salvezza

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Capitolo 10

Samya's pov

Ho freddo. 

Sono sola. 

Non so dove si trovino tutti, non so dove mi trovo io e ho freddo. 

Mi stringo in questa coperta rossa che mi hanno dato e i miei denti continuano a battere tra loro. Fa maledettamente freddo qui dentro. 

Sono sicura che mi sveglierò da un momento all'altro e questo sarà soltanto l'ennesimo fottutissimo incubo. In questo momento vorrei davvero Brenda qui con me, penso sia la prima volta nella mia vita che esprimo un desiderio del genere ma in questo momento mi sento disperata. Ho bisogno di qualcuno che mi dica che va tutto bene, che non sono stata rapita e che si tratta di uno scherzo di cattivo gusto. 

Ho freddo e paura. 

Mi viene da piangere ma sono talmente sotto choc che le lacrime non mi escono. Sul furgone mi hanno dato qualcosa probabilmente per calmarmi perché mi sono addormentata dopo niente. 

Mi sono risvegliata qui, in questo letto all'interno di questa stanza bianca. C'è un letto accanto al mio ed è perfettamente sistemato, presumo che nessuno viva in questa stanza a parte me. 

L'odore eccessivo di pulito mi da quasi la nausea. Mi rendo conto solo adesso di non avere i miei vestiti addosso, bensì una camicia da notte totalmente bianco. In questa stanza è tutto bianco e mi fanno male gli occhi. 

Ho freddo e tanto sonno. 

Vorrei dormire e magari non svegliarmi più, chissà, magari è questa la soluzione a tutti i problemi. Questi pensieri mi tengono sveglia e mi fanno stare male, forse ho davvero bisogno di un terapista. 

Qualcuno apre la porta ed io sobbalzo, sgrano gli occhi e ho più paura di prima. 

Entra una donna, sta accompagnando una ragazza vestita come me. Ha i capelli rossi ed è bianca come la neve. Gli occhi verdi e le lentiggini che sono una spruzzata di colore su una tela candida. Le sue labbra sono rosse come mele ma non sta sorridendo. Ha la mia stessa espressione. 

"Su cara, siediti" 

Fa come ordina la donna e tira su col naso rannicchiandosi sul letto. I suoi occhi sono spaventati, sgranati e privi di luce. Immagino che i miei siano uguali in questo momento. 

La donna, infermiera o non so cosa sia, si volta verso di me e sorride. 

"Samya, cara, è il tuo turno" mi porge la mano ma io rimango immobile. 

Chi sei e cosa vuoi da me?

"Non andare" sussurra la rossa 

"Yvonne, ne abbiamo già parlato. L'incontro con la psicologa vi farà bene a lungo andare" la rimprovera la donna. 

Con riluttanza afferro la sua mano e mi alzo finalmente dal letto. 

Mi sento fiacca e senza forze. Chissà cosa diamine mi avranno dato per farmi stare così, mi sento drogata e non sono in me. 

Usciamo dalla stanza e attraverso questo corridoio lunghissimo. Mi guardo intorno e mi convinco sempre di più del fatto di essere finita all'interno di un convento, soprattutto a causa di tutti questi quadri che rappresentano tutti questi santi. 

Dannatissima me e dannatissima vita! Non ne posso più. 

Non ho neanche le forze necessarie per stare male. 

Dio mio, Dio mio...perché mi hai abbandonato?

Mi viene in mente questo perché mi sento sola, abbandonata da tutti e vorrei solo sprofondare. 

Ho il mio angelo adesso [Wattys2020]Where stories live. Discover now