2. Corsetta sul balcone

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𝐙𝐀𝐘𝐍

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𝐙𝐀𝐘𝐍

Guardo le banane nel cesto, intensamente.

«Fanno ingrassare» Harry sospira, mentre si sbuccia una mela «e col fatto che non vai a correre e hai mangiato un pacco di Fiesta, non uscirai da questa quarantena in perfetta forma.»

«Dici che dovrei smettere di mangiare?» alzo un sopracciglio, mentre lascio dondolare le gambe, seduto sullo sgabello.

«Ti direi di andare a correre, ma siamo in lockdown.» Scrolla le spalle, con una punta di amarezza mentre fissa il suo sguardo sulla porta della nostra coinquilina, Gwen.

«Sai cosa? Se fossimo andati a farci uno Spritz, non avrei mangiato il pacco di Fiesta.» Ribatto offeso, afferrando un'arancia dal cesto in vimini.

«E le kinder fetta a latte.» Mi corregge con un'occhiata furba, sedendosi sul divano con fare annoiato, facendo zapping tra i vari canali.

«Dovrei andare a correre, giusto?» tolgo la felpa, abbandonandola sul banco della piccola cucina.

«Sì; e siamo sempre in isolamento.» Mi ruba un po' di frutta tra le mani, scuotendo il capo.

«Puoi fare workout con me la mattina.» Scrolla le spalle, inviando una gif divertente a sua madre.

«La mattina io dormo» ripeto con tono ovvio, alzo gli occhi al cielo. È un sospiro quello che esce dalle mie labbra, mentre cerco disperatamente una soluzione ad un simile problema.

«Lo so,» annuisce, cambiando canale e fermandosi su una vecchia replica di Super Quark «anche Gwen di mattina dorme, per questo faccio a quell'ora lì.»

Sbuffo, cascando accanto a lui sul divano. «Così non devo fare le flessioni mentre voi litigate» accenna un sorriso, grattandosi il bordo del mento e fermandosi definitivamente su Real Time.

«Oppure perché hai paura possa prenderti in giro?» Chiedo beffardo, sapendo di aver fatto un azzardo, anche se in realtà tra me e lui non ci sono segreti e io, della sua gigantesca cotta per Gwen, sono ormai a conoscenza da qualche mese. Tuttavia Harry si limita a non rispondere, facendo cadere la conversazione.

Dopo aver guardato per un po' la tv, mi metto in piedi, scuotendo il capo: «Fanculo, io devo fare attività fisica, altrimenti come li rimorchio i turisti carini a fontana di Trevi?»

«Non li rimorchi neanche in tempi normali» Harry mi rivolge una smorfia, mettendosi comodo sul divano e sistemandosi anche in quello spazio che ora ho lasciato libero.

«Neanche tu rimorchi nulla» ribatto offeso, allontanandomi mentre lui se la ride; e la sua è una risata genuina, più che nervosa.

«Solo perché la gente riconosce che condivido l'albero genealogico con te, cretino

«Chiamami cretino, di nuovo, e dico a Gwendy Candy che muori dietro di lei, ma sei codardo a farti avanti perché ti chiama Tarzan.»

Successivamente succede tutto velocemente e mi ritrovo spiaccicato a terra, con la guancia schiacciata contro il tappeto impolverato.

«Se solo ti azzardi!» Ringhia, puntando l'indice in mia direzione. Scavalca il mio corpo inerme e richiude la porta del bagno dietro di sé, ed io sospiro, rimettendomi in piedi e rimuginando su come poter fare una corsetta.

𝐆𝐖𝐄𝐍𝐃𝐀𝐋𝐈𝐍𝐄

Mi sveglio di scatto, sbarrando gli occhi quando mi arrivano diversi rumori in grado di farmi accapponare la pelle. Nel frattempo continuo a pensare: «Non di nuovo.» Non è possibile che mi abbiano svegliata ancora una volta.

Rotolo giù dal materasso e afferro il mio cellulare, gettandolo all'interno delle tasche della mia felpa, che ho abbinato con dei leggings.

Ero alle prese con uno dei mattoni che devo studiare per l'università e, dopo aver fatto uno spuntino con del tonno in scatola al posto del pranzo, sono crollata mentre la tv era ancora accesa, sintonizzata sul telegiornale. Apro la porta di camera mia, avanzando con passo incerto verso la cucina. Harry non c'è e nell'intero ambiente regna il silenzio.

Scrollo le spalle, controllando l'ora sul telefono, che segna le 15:14. Mi affaccio fuori al bancone, dove le strutture in legno e vetro sono spalancate.

Zayn non è sparito, ma fa attività fisica. Corre lungo l'intera area, poi si poggia teatralmente alla ringhiera e si spinge, per continuare a correre.

La mia guancia destra è rossa poiché rimasta schiacciata contro il cuscino per troppo tempo. I miei capelli scompigliati mi fanno credere che sulla testa abbia un nido di rondini e le mie labbra si schiudono, manifestando il mio stupore nel notare cosa, effettivamente, il mio coinquilino si stia dilettando a compiere. Sbatto un paio di volte le ciglia, sentendo adesso l'intero viso andare a fuoco.

I vicini del bancone di fronte ci guardando stupiti, meravigliati quanto me, alla realizzazione che lui stia cercando di correre, arrancando avanti e indietro sul balcone del nostro appartamento.

«Harry!» urlo, sentendo le mani tremare, mentre vedo Zayn scivolare a terra, sbattendo la testa contro le mattonelle rettangolari.

Preferivo di gran lunga l'ossessione per i politici.

Il ragazzo fa capolino sul piccolo spazio all'esterno. Ha i capelli scompigliati e indossa una t-shirt bianca a mezze maniche, con solo i pantaloni di tuta grigia ed un paio di infradito. «Cosa cavolo-» si ferma di scatto, facendo una smorfia alla vista del cugino steso sul pavimento.

«Un momento prima correva sul balcone, quello dopo-» resto zitta, realizzando ben presto di sembrare ridicola e cominciando a credere che non possa esserci una sola nota positiva in questo isolamento forzato. Neanche una sola. Così poso l'indice e il pollice sul ponte del naso, aspettando che sia lui a riprendere la parola.

«Perché doveva correre sul balcone?» allarga le braccia, alzando pericolosamente la voce.

«Stavo dormendo, Tarzan, cosa vuoi che ne sappia?» incrocio le braccia al petto, mentre mi avvicino a Zayn, in preda al panico; arrivando a guardarlo in attesa di un'illuminazione divina che mi suggerisca come comportarmi al riguardo.

Harry si avvicina al corpo del cugino, esaminandolo prontamente. Solo in questo attimo ricordo che lui sia effettivamente iscritto a medicina.

«È... morto?» Azzardo, osservando la sua espressione confusa con un cipiglio.

«Solo svenuto.» Scrolla le spalle, esitando qualche attimo e studiando la situazione con sguardo serio. «E noi cosa facciamo mentre aspettiamo?» sospiro, dondolando sui talloni.

Qualcosa nel suo sguardo si accende e quella che sembra una scintilla gli attraversa le iridi. «Aperitivo con acqua e taralli?» inarca un sopracciglio.

Faccio spallucce, accettando silenziosamente la sua richiesta, mentre lui molla uno schiaffo sulla guancia a suo cugino steso a terra — ed io penso che il 2020 non possa andare peggio di così.

StuckWhere stories live. Discover now