20. Strisce depilatorie e brasiliane

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ZAYN

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ZAYN

Harry borbotta per l'ennesima volta, stamattina, sbattendo con una certa veemenza lo sportello della credenza. Sento un paio di giro di chiave, segno che Gwen sia tornata dal supermercato. Spero inoltre che abbia usato le borse di tela al posto delle buste di plastica, altrimenti Harry potrebbe rovinarci la giornata con uno dei suoi discorsetti sull'ambiente e il nostro misero senso di responsabilità. Bla bla bla.

Lui tagliuzza il sedano, inserendolo all'interno della ciotola con i pomodorini. Mi alzo dallo sgabello, andando a sbattere contro Gwendaline per sbaglio e rovesciando il contenuto delle sue buste sul pavimento. Una serie di scatoline rose, oltre che pacchetti viola di assorbenti, si spargono sulla superficie ed uno finisce addirittura sotto il divano.

Lei impreca, mordendosi il labbro, mentre gattona per tutta la stanza affinché raccatti tutte le scatoline. Ne afferro una, leggendo sottovoce il nome inciso a caratteri cubitali sul fronte. Lei afferra subito la confezione tra le mie mani, infilandola nella sua borsa.

«Cosa combinate voi due?» Harry borbotta, allungando un occhio nella nostra direzione, mentre io socchiudendo le palpebre per leggere il nome sui pacchetti misteriosi che Gwen ha portato.

«Gwen ha comprato sette scatole di strisce depilatorie.» Faccio spallucce, sbigottito dalla loro reazione alle mie parole. Restano in silenzio per una manciata di secondi. Mio cugino prende ad osservarla in maniera piuttosto insistente, così lei ricambia il contatto visivo, congiungendo le mani e posandole sul grembo.

«Ragazzi,» lei sospira, mettendosi in piedi «la brasiliana è difficile, va bene?» Borbotta poi qualcos'altro tra sé e sé, per poi alzare lo sguardo verso noi due un'ultima volta. «Siate clementi.»

Detto questo, sparisce dietro la porta di camera sua, lasciando Harry con la bocca schiusa. L'acqua continua a scorrere dalla fontana, facendomi precipitare verso questa per chiuderla — solo per evitare sprechi ma soprattutto l'ennesimo sproloquio sui suoi figli che non avranno più acqua.

Se non può averla la mia pistola, non l'avrà nessuno.

Poi do uno schiaffo a Harry, cercando di farlo riprendere da quello stato iniziale di shock che ha causato la mia coinquilina.

«Si fa la brasiliana, Zayn.» Sussurra solamente, senza lasciarsi scappare altro.

«Ma che palla che sei!» Ripeto io, sbuffando sonoramente. «Pensi sempre alle stesse cose.»

Prendo tra le mani la vecchia 3DS fucsia, aprendo il gioco Nintendo Dogs, ma Harry mi richiama, intimandomi a spegnerla. «Mangiamo tra dieci minuti.» Sospira, passando energicamente le mani tra i capelli.

Gwendaline torna in cucina, allungandomi un kinder cereali, mette su un grande sorriso. «Ti ho pensato, Zayn.» fa spallucce. «Credevo potesse farti piacere.»

Il suo gesto mi sorprende. Quindi mi alzo, catapultandomi tra le sue braccia. All'inizio rimane rigida, ma poi ricambia la stretta.

Poso il mento sulla sua palla e lei mi dà una pacca sulla schiena. «Grazie, Gwen, ti voglio bene.» dico solamente. Lei, all'udire delle mie parole, stringe maggiormente le sue braccia attorno al mio busto.

Quando sciogliamo la presa, lei mi lascia un veloce bacio sulla guancia, per poi scompigliarmi i capelli con una faccia buffa. Ridacchia, aprendo l'anta del frigorifero e afferrando la bottiglia di Bitter.

Si versa un bicchiere, mentre Harry osserva con le labbra schiuse e le palpebre quasi completamente congiunte. Io scrollo le spalle, mentre Gwen si limita ad evitare di scoppiare in una fragorosa risata.

«Sul serio?!» Harry col suo tono di voce raggiunge acuti che non sapevo esistessero, mentre indispettito scola la pasta all'interno della ciotola bucata, di colore verde, che abbiamo realizzato personalmente con il trapano, poiché i scolapasta erano finiti al supermercato ed eravamo troppo pigri per andare a vedere da qualche altra parte. «Io preparo pranzo e cena e non ricevo nulla di nulla?» Boccheggia, fin troppo offeso dalla situazione. «Nemmeno un bacino?» Chiede poi, con occhi dolci.

Io scrollo le spalle, avvicinandomi alla sua figura per poter scoccargli un bacio sulla guancia, proprio come lui aveva chiesto. Harry, però, rimane fermo, forse un po' deluso, mentre l'altra se la ride dietro i bordi del suo bicchiere di vetro.

«Ho sbagliato qualcosa?» Domando, allungando le labbra in una linea sottile. «Scusa, tu non volevi un bacino?» Aggrotto le sopracciglia. L'espressione di Harry mi lascia un po' perplesso e Gwen torna in camera sua ancora più divertita.

«Cos'è successo?» Mi schiarisco la voce, guardandomi attorno — ed Harry scuote la testa, versando gli spaghetti all'interno dei vari piatti, dopo averli conditi vicino al lavello.

«Nulla, Zayn. Non è successo nulla.» Sorride, pulendo repentinamente le mani vicino la stoffa rossa del grembiule. Posa i piatti sul tavolo, togliendo velocemente la stoffa cremisi da dosso.

«Io vado a chiedere un attimo una cosa a Gwendaline, okay?» chiede, fissandomi per qualche secondo in più. Io mi giro, per vedere se ci sia qualcosa di nettamente più interessante di me. Mi rendo, successivamente, conto che sta guardando proprio me — nello stesso modo in cui fissava Jessica Brooks al primo anno di liceo, quando aveva più brufoli che peli.

Non mi resta che sfruttare il mio labbruccio: «Posso origliare?» Sono quasi tentato di mettermi in ginocchio, ma lui scuote la testa, avviandosi verso camera di Gwendaline.

«No, tu comincia a mangiare, io vado solo a chiamarla.» Fa sciò con la mano, aggiustando la sua chioma perfetta. Si gira indietro solo per puntare l'indice verso la mia figura. «Comincia a mangiare, altrimenti gli spaghetti si attaccano.»

Io scrollo le spalle, prendendo una forchettata e masticando lentamente, trovando uno strano, appena percepibile, retrogusto. Quando ingoio, prendendo un bicchiere d'acqua, comincio però a tossicchiare improvvisamente, sentendo degli strani crampi allo stomaco in grado di farmi piegare in due.

Dopo aver urlato, per quanto lo stato in cui giaccio me lo permetta, comincio a sudare visibilmente — forse anche sull'orlo di perdere i sensi. Sono costretto a piegarmi su me stesso, tenendo una mano sulla pancia.

Harry e Gwendaline si precipitano in cucina, ma le fitte sono troppo veementi per permettermi di udire in modo chiaro e preciso le loro parole. Sembrano, però, entrambi abbastanza scossi, quando lei inclina il piatto di novanta gradi circa, tenendo gli spaghetti con la forchetta e vedendo scivolare una scia verde, piuttosto densa. Gwen urla così tanto da farmi venire in mal di testa, mentre, inerme, mi piego sul pavimento, sentendo di star perdendo ogni forza.

StuckWhere stories live. Discover now