10. La pelata di Enzo Miccio

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ZAYN

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ZAYN

Su Real Time passano una puntata di Shopping Night. È uno dei programmi preferiti di Gwen e lo guarda principalmente per migliorare il suo apprendimento della lingua italiana.

«Credo di essermi innamorata di Enzo Miccio.» Si volta verso me, poggiando il braccio sulla spalliera del divano e rivolgendomi un timido sorriso.

«Ti piacciono gli uomini con la scuccia?» mordo una carota, sedendomi sullo sgabello.

«Cosa?!» sgrana gli occhi, lasciandosi andare ad un sospiro ed abbassando il volume del televisore.

«La scuccia.» Con una scrollata di spalle contribuisco ad ingigantire il suo cipiglio confuso. «È un'espressione napoletana per dire pelata.»

Lei ci riflette, inumidendo le labbra e rimanendo in silenzio per una manciata di secondi che sembrano quasi infinti. Tante volte in questa casa mi hanno guardato in modo strano, ma forse mai come ora.

«Questo spiegherebbe perché odi così tanto Harry.» Continuo, frugando all'interno della dispensa alla ricerca dei miei omogenizzati al manzo. Qualcosa nei suoi occhi vacilla e schiude la bocca un paio di volte, cercando le parole giuste. Tuttavia resta in silenzio e io mi lascio andare ad un assordante lamento quando noto che sono stati comprati quelli della Plasmon al posto della Mellin.

«Non potrei mai odiare Tarzan.» Mi raggiunge, posando i gomiti sul bancone e afferrando uno dei suoi yogurt schifosamente dietetici. Lo so che fanno schifo perché quando non c'è nulla da mangiare prendo quelli al caffè e ci butto dentro mezzo pacco di gocce al cioccolato pur di mettere qualcosa sotto i denti. Alla fine dico sempre che se sono finiti è colpa di Harry anche se non è così.

«Perché? Lui ti ha detto così?» Inarca un sopracciglio, scrutandomi con circospezione — ed io mi sento in difficoltà. Sembra di essere in una di quelle situazioni in cui vorrebbero farti dire qualcosa che non dovresti farti scappare, semplicemente utilizzando l'astuzia. Mi sento manipolato.

Comincio ad andare in panico, al punto da sudare e rendermi conto di star trattenendo il respiro a fatica. Così chiamo Harry spaventato, urlando il suo nome. Sento la paura crescere e, di conseguenza, casco dallo sgabello. Gwendaline corre verso me, per controllare che io stia bene. Arriva anche Harry, mentre osserva di sottecchi la piccola figura della ragazza china sul mio corpo.

«Cosa combinate voi due?» domanda, rivolgendo un'occhiata severa a Gwen.

«Nulla» lei scrolla le spalle, porgendomi una mano per aiutarmi a farmi mettere in piedi. Tuttavia Harry la copia simultaneamente e perciò mi servo dell'aiuto di entrambi per mettermi finalmente in piedi. Dopo un attimo di silenzio imbarazzante, porto la mano sul mio sedere dolorante.

«Fa un male cane.» Socchiudo le palpebre.

«Ci credo,» lei incrocia le braccia al petto «sei caduto come una pera dall'albero.»

«Le pere cadono dagli alberi?» domando curioso, mentre lei scuote il capo, allontanandosi per tornare nuovamente sul divano. «Ma tu, piuttosto, perché stavi imparando il napoletano?» domanda sempre lei, sotto lo sguardo confuso di Harry.

«Oh, nulla,» faccio spallucce. «Volevo apprendere qualche battuta per approcciare.»

In sala cade il silenzio e, anche se con la coda dell'occhio, vedo che Harry e Gwen si osservano, per poi rivolgermi la loro completa attenzione.

«Perché in napoletano, poi?» Lui apre il frigo, afferrando la birra e mettendosi alla ricerca delle arachidi. «Vuoi, Gwen?» tra le sue dita tiene un'altra bottiglia ed io mi sento profondamente offeso dal fatto che non mi abbia chiesto se desiderassi del succo di frutta.

Loro due mantengono un contatto visivo abbastanza intenso, poi lei annuisce e allunga una mano, avvolgendo le sue dita lunghe ed affusolate attorno alla superficie vitrea.

Quando si sfiorano, qualcosa fa tentennare entrambi. La prima a riprendersi è lei, però, che distoglie lo sguardo, incastrando l'anello delle bottiglia attorno alle sue labbra rosee.

«Perché voglio rimorchiare il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca.»

Entrambi restano zitti, probabilmente incerti su cosa dire. Poi è Harry a spezzare il silenzio: «Un altro politico, Zayn?» incrocia le braccia al petto ed io annuisco. «Ti è passata per Conte?» chiede invece lei, sogghignando.

«No, Gwendaline,» scuoto il capo «non toccare tasti dolenti, per piacere.» Con un gesto della mano la liquido e lei, confusa, scrolla le spalle.

«L'ho contatto in Direct, su Instagram, poi l'ho menzionato sotto un thread in cui dichiaravo le motivazioni per cui sono innamorato di lui.» Sorrido amaramente, con un pizzico di malinconia.

«Mi ha ignorato.» Sentenzio infine, cercando di trattenere le lacrime, mentre lei allunga le labbra in una linea sottile, quasi come se volesse evitare di scoppiare a ridere. «Non...» balbetta «ti merita.»

Fa schioccare la lingua sul palato e rivolge un'occhiata ad Harry per esortarlo a parlare.

«È vero, non ti merita.» Le dà man forte lui, mentre io faccio spallucce.

«Grazie ragazzi, per il vostro supporto.» faccio un colpetto di tosse. «Ve ne sono grato.» Loro due scrollano le spalle, quasi fossero sincronizzati.

«Harry, per ringraziarti, voglio darti un consiglio.» Lui mi osserva, di sbieco, con un velo di incertezza e la paura per cosa potrei dire. «Devi tagliarti i capelli, rasarti a zero, farti pelato.» Lui batte le palpebre, studiandomi con parecchio sconcerto. Aggiungo poi la mia specifica, con una scrollata di spalle: «Solo così puoi portarti a letto Gwendaline.»

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