21. Indigestione di sostanze caustiche

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Left you multiple missed calls
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𝐇𝐀𝐑𝐑𝐘

Passo, per l'ennesima volta, la mano tra la folta chioma castana, per poi raccoglierla in una crocchia veloce con l'elastico al mio polso, con cui ho giocato fino ad ora nella vana attesa che lui si svegli dal suo pisolino. Gwen mi invia l'ennesimo messaggio, chiedendomi se sia cambiato qualcosa e io mi trovo a sospirare, pressando le labbra una sull'altra.

Ad un certo punto, però, rotola sull'altro fianco, segno che possa essere sveglio. A quel punto estraggo dal mio zaino il pupazzo di Bing, posandolo sotto il suo braccio, aspettando che dica qualcosa. Credo mi abbiano lasciato stare qui con lui semplicemente dopo aver visto la mia espressione affranta. Ho ringraziato Dio una quantità di volte sproporzionata solo per aver avuto la fortuna di vivere nei pressi di un ospedale.

Devo ancora trovare il modo per dire a sua madre che, accidentalmente, ho messo lo Svelto al posto dell'olio dentro gli spaghetti, troppo occupato ad immaginarmi la mia coinquilina con una brasiliana completa e un tanga. Probabilmente sarò costretto ad inventarmi una scusa migliore, nettamente più sobria.

Come sono abituato all'idea che presto verrò picchiato da Gwen per tutto ciò. Già ci sono i sensi di colpa a divorarmi vivo, mentre mi ritrovo a desiderare di poter essere io, al suo posto, su quel lettino. Fortunatamente, però, non è successo niente di grave poiché la quantità ingerita è veramente poca ed io e Gwen siamo stati tempestivi a decidere di portarlo in ospedale. Mi sono fatto anche prestare l'auto da Sidney, dato che la mia ha una ruota sgonfia e, per fare ciò, ho osservato lei e Gwen inviarsi occhiate di fuoco per minuti interi.

Zayn si rigira, attirando le coperte al suo corpo, mentre il vecchio bavoso al suo fianco, con problemi alla prostata se ho ben capito, sta russando da buone tre ore. Il mio coinquilino apre gli occhi, grattandosi un punto vicino al mento e stringendo più vicino a sé il pupazzo di Bing.

«Ehilà» sorride, per poi sbadigliare, mentre inclino la testa di lato, osservando i suoi occhi stanchi.

«Ciao» anch'io sorrido, accomodandomi sul bordo del materasso. «Come ti senti?» domando, schiacciando le labbra una sull'altra.

«Bene, credo. Mi fanno usare il televisore e ieri una infermiera mi ha perfino imboccato.» Sorride, accarezzando la testa del personaggio animato con estrema calma. Vorrei aggiungere che gli danno un occhio di riguardo perché credono che lui, in realtà, abbia provato a suicidarsi e io lo stia coprendo.

«Prima ho bevuto dell'acqua,» continua ad accarezzare la testolina nera dell'animale di pezza, se Bing può essere definito un animale. «Era un po' calda, perché qui in ospedale non l'hanno ancora messa in frigo.» Si passa una mano tra i capelli, scrollando poi le spalle. «Però era accettabile, sì.»

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