8. DJ fornello

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HARRY

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HARRY

Gwendaline se ne sta sul divano, con le ginocchia al petto e i capelli umidi; assorta nel suo uragano di pensieri, sembra fin troppo distante dal mondo reale. Le sue dita sottili stringono la stoffa del pigiama e sono costretto a mordermi l'interno guancia pur di reprimere l'impulso di dirle che, se non deciderà di asciugarsi, si prenderà un malanno. Tuttavia resto zitto, perché non mi sembra il caso di disturbarla, chiusa nelle sua bolla di mestizia — e anche così, rapita dalla sua tempestosa malinconia, appare fin troppo bella ai miei occhi. Troppo bella per essere reale, troppo bella per essere sfiorata, troppo bella per meritarsi quella gravosa tristezza che si porta dietro.

Zayn entra in cucina e lei volge lo sguardo verso mio cugino, osservando il suo aspetto altamente discutibile. Lui è infatti vestito con un lungo mantello nero, una maglietta fluorescente, di colore giallo, ed un costume da bagno. Un paio di miei Chelsea Boots al piede e delle calze a rete per completare l'outfit. Batto le palpebre un paio di volte, incredulo davanti a questo spettacolo.

«Ah, però!» Gwen fa schioccare la lingua sul palato, rivolgendosi al ragazzo con un sorriso canzonatorio. «Questa mi mancava.» Aggiunge, reprimendo una risatina beffarda.

«Sono DJ mantello, mi avete chiamato?»

«Abbiamo chiesto per DJ fornello.» Aggrotto le sopracciglia, buttando fuori tutta l'aria che avevo trattenuto e affondando gli incisivi nel labbro inferiore, provando a non sogghignare.

«Porca troia!» Zayn sussurra, portando una mano in fronte dalla disperazione e strattonando il telo che tiene appeso attorno al collo, il suo mantello.

«Avrete un due per uno, allora» sentenzia in fine, avvicinandosi al bancone della cucina. Lei si alza, stirando con i palmi le pieghe della sua t-shirt, mentre segue il DJ verso la cucina.

«Musica, assistente.» Punta l'indice nella mia direzione e io alzo giocosamente gli occhi al cielo, premendo play sul suo piccolo stereo.

Zayn indossa una di quelle maschere di Zorro, mentre rimuove le griglie nere del piano cottura, accendendo la lucina della cappa, sotto lo sguardo confuso della ragazza al mio fianco.

Io scuoto il capo, scrollando le spalle.

La musica parte e sembra, per un solo momento, di stare in un locale in centro. Zayn poggia i polpastrelli sul bordo dei fornelli e fa girare il disco nero, facendo finta che siano parte integrante della sua console da DJ. Accende, poi, anche i fornelli stessi, facendo uscire le fiamme per una manciata di secondi, mentre si muove a ritmo di musica. La sua mano si posiziona nuovamente sulla lucina della cappa, mentre la spegne e accende seguendo il ritmo — ed io mi prendo un momento per concentrarmi sull'espressione divertita che Gwen cerca tanto di camuffare. I lineamenti dolci del suo volto si aprono in un sorriso e, certe volte, è costretta a posare lo sguardo sul pavimento per non sfoggiare le sue labbra piegate all'insù.

I nostri sguardi si incrociano per qualche istante e lei non perde tempo a sottolineare come mi abbia colto in fragrante mentre la osservavo. Così inarca elegantemente il sopracciglio destro e i miei occhi cadono sullo scollo della sua t-shirt, che mette in evidenza il suo seno pieno e tondo, coperto da un solo sottile strato di tessuto, della sua maglia.

«Cosa guardi, Tarzan?»

Scrollo le spalle, incrociando le braccia al petto ed ignorando il tono provocatorio nella sua voce.

«Prestatemi attenzione!» borbotta lui.

«Ti stavo guardando, Zayn.» Lei fa spallucce, accomodandosi sullo sgabello e posando i gomiti sul bancone della cucina.

«Non so chi sia Zayn.» Afferma, palesemente offeso, mentre lei si limita a studiarlo con un cipiglio confuso «Il mio nome è DJ fornello.»

Mi avvicino a Gwendaline, da dietro, mentre poso le mani sul bancone e le mie labbra restano nei paraggi del suo orecchio, indugiando nei pressi del lobo.

«Hannah Montana è sempre stata il suo punto di riferimento.» Ingoio a vuoto, inumidendo le labbra. Lei rabbrividisce all'istante, mentre abbassa lo sguardo, soffermandosi con la coda dell'occhio sul mio capo chino nell'incavo del suo collo. «Gli è sempre piaciuta questa cosa della doppia identità.»

«Nessuno di voi due ha rispetto per la mia arte.» DJ Fornello, sull'orlo di una crisi di nervi, scuote il capo.  «Per questa motivazione mi rifiuto categoricamente di intrattenervi durante le vostre giornate tristi e vuote.» Si toglie il mantello, gettandolo sul divano.

«E per punizione questa settimana la spazzatura la butto io!» Zayn batte il palmo sul bancone in granito, facendo sussultare entrambi «Sempre.»

«No!» Si oppone Gwen, girandosi verso di me per esortarmi a dire qualcosa. «La spazzatura no!» si agita, afferrando la busta dell'umido vicino alla porta di casa. «Be', dolcezza, è mia!» Zayn scuote il capo, con ancora i baffi sintetici e la mascherina di Zorro.

«Oggi è il mio fottuto turno!» si dimena la ragazza, tirando la sua estremità della busta.

Entrambi la tirano come fosse una corda e, mentre cerco di richiamarli per il loro atteggiamento infantile, il materiale, fine, di plastica si lacera, facendo riversare sul pavimento il contenuto. Cosi sospiro, stringendo i pugni per cercare di controllare la rabbia. «La spazzatura la butto io» Ringhio a denti stretti «per il resto del mese!»

StuckWhere stories live. Discover now