La vita di Gwendaline Jones si è fermata in un giorno qualsiasi di marzo, in un appartamento impossibile da condividere con Harry Styles, una scimmia-uomo che non lava i suoi capelli da quello che sembra un secolo. E, come se non potesse andare pegg...
Ma voi Gwen come ve la immaginate??? Cioè non ho mai messo un presta volto, però sarei curiosa di sapere a quale attrice la associate
!!!
+ per la cronaca, collego "Stuck with u" Di Justin Bieber e Ariana Grande a questa storia
Ho tante altre cose da dire, quindi, se volete, possiamo "salutarci" nel prossimo capitolo
Chapter thirty three, "La Fontana Di Trevi"
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GWENDALINE 3 luglio 2020
<<Quale hai detto che era la massima, oggi?>> prendo un grosso sospiro, sentendo le mie gambe quasi cedere. Harry mi allunga la bottiglietta di acqua, mentre mi faccio aria con un volantino della Conad.
<<Trentatré>> Zayn batte le palpebre un paio di volte, osservando con disgusto il meteo di Roma aperto sul suo cellulare.
<<Fa troppo caldo>> alzo gli occhi al cielo per l'ennesima volta, asciugando qualche gocciolina di sudore, situata sulla fronte, con il dorso della mano <<Voglio tornare in Inghilterra, mi manca la nebbia!>> gemo addolorata, sentendo la pelle andare a fuoco sotto al sole.
<<Mi manca quella pioggerella invadente di metà mattinata, che dura meno di quarto d'ora e deve solo romperti il cazzo>> mugolo, sventolando più velocemente la carta e guardando di svista le offerte sulla pagina principale: dovrei farci un salto, alla Conad <<Poi i nuvoloni e il freddo>> affondo i denti nel labbro inferiore, frenando il bisogno di mugolare dal piacere all'idea che a luglio, a Londra, si oscilli tra i venti e i quindici gradi.
<<Quindi mi tocca sussurrarti le condizioni meteorologiche della Lapponia per farti venire a letto?>> Harry bisbiglia al mio orecchio, facendomi tremare le gambe. Poggia le sue mani sui miei fianchi e io, d'istinto, sussulto, avendo i suoi palmi bollenti sulla mia pelle altrettanto cocente.
<<Tarzan, distanza di sicurezza: non passa l'aria così>> gli poggio una mano sul petto, sentendo le palpebre pesanti e la forza venir meno nelle gambe. Lui non replica, ma si aggiusta gli occhiali da sole. Inumidisco le labbra tramite l'ausilio della lingua, facendogli segno di avvicinarsi nuovamente.
Ingoio un groppo di saliva, in prossimità del suo orecchio, sospirando nuovamente alla ricerca di un po' d'aria <<Allargo le gambe solo se accendi il condizionatore; ne abbiamo già parlato>> disincastro le mie Ray-Ban dai capelli, riportando i vetri scuri davanti agli occhi e legando la chioma in una crocchia veloce.
